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Pinacoteca di Brera Informazioni
Chiesa di Santa Maria Nascente, Paderno Dugnano (MI)

Chiesa di Santa Maria Nascente, Paderno Dugnano (MI)

Non è stato trovato alcun documento nell’archivio storico che attesti una specifica richiesta inviata dal signor curato per avere, in deposito presso la propria chiesa, alcuni dipinti dell’Accademia di Brera; ma è certo che don Giovanni Battista Tosetti, parroco in Santa Maria Nascente dal 1813 al 1823, una richiesta la deve aver inoltrata, perché è documentato che il 2 luglio 1821 La regia Accademia di Brera concedeva in deposito presso la parrocchia di Paderno due dipinti.
Assunzione della Vergine con gli Apostoli e San Giacomo in adorazione della Madonna
A sinistra, Assunzione della Vergine con gli Apostoli, Alessandro Maganza, 1592; a destra San Giacomo in adorazione della Madonna, Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Attr.), fine del secondo decennio del XVII secolo (Paderno Dugnano – Milano, Chiesa di Santa Maria Nascente, in deposito dalla Pinacoteca di Brera, 1821)

Il primo dipinto; una tela di 314 cm di altezza e 153 cm di larghezza, raffigurante “l’Assunzione della Vergine” (–> vai alla scheda dell’opera) è un’opera attribuita alla scuola veneta del XVII secolo e catalogata con il numero 788 nell’inventario Napoleonico.
Il secondo dipinto; una tela di 285 cm di altezza e 125 cm di larghezza, raffigurante “La Madonna adorata da San Giacomo” (–> vai alla scheda dell’opera) è un’opera attribuita a Palma il Giovane e catalogata al numero 887 nell’inventario Napoleonico.
Passarono altri 21 anni e ne furono necessari ben altri 5 anni, per completare la procedura che ha permesso di portare tutte le tele di proprietà della Pinacoteca di Brera nella chiesa di Paderno, quadri che ancora oggi sono visibili all’interno del presbiterio dell’altare maggiore e sulle navate laterali.
Era infatti il 1842 e don Luigi Tosi, parroco in Santa Maria Nascente a Paderno, succeduto a don Giovanni Battista Tosetti, venne a conoscenza che l’illustrissima Accademia di Brera a Milano aveva in deposito nei propri magazzini molti dipinti, i quali potevano essere affidati alle chiese, visto che ne rappresentavano figure di Santi e Martiri o Sacre scene dell’antico e del nuovo testamento.
I quadri potevano essere concessi in deposito, alle parrocchiali che ne facevano richiesta, con il duplice scopo di valorizzarli, ma soprattutto di toglierli dalla polvere dei magazzini sotterranei in cui giacevano, all’interno della Pinacoteca milanese.
Fu così che don Luigi, approfittando dell’occasione e non da ultimo con l’intento di valorizzare l’antico Tempio di Paderno, il quale si presentava un po’ spoglio e da poco ampliato, fece domanda al Regio Governo per avere in carico alcuni di questi quadri, scelti tra quelli che al meglio potevano adattarsi alle pareti della chiesa.
La richiesta tuttavia non andò a buon fine; l’allora Presidente dell’Accademia, signor Londonio, non acconsenti al trasferimento delle opere.
Nel 1846 succeduto alla Presidenza dell’Accademia il signor Bellotti, don Luigi Tosi colse l’occasione per inoltrare nuovamente una seconda richiesta al Regio Governo con l’auspicio di ottenere due quadri grandi e altri due un po’ più piccoli, dando indicativamente anche le dimensioni di quelli più adatti allo scopo.

Il 31 dicembre del medesimo anno, con un documento ufficiale protocollato al numero 817, l’Accademia di Brera acconsentì alla richiesta, invitando il parroco a recarsi presso la struttura in Milano, per scegliere le opere ritenute più idonee al suo contesto.
Nel racconto manoscritto di don Luigi, si legge che la scelta non fu facile perché all’interno dei magazzini giacevano molte opere e in taluni casi nemmeno ben conservate. L’occhio cadde su due dipinti, che per le loro dimensioni potevano ben adattarsi alle pareti spoglie della chiesa.

Conversione di san Paolo e Sacrificio di Isacco
Conversione di san Paolo e Sacrificio di Isacco, Bernardino Luini, Bernardino Scapi, 1520 (Paderno Dugnano – Milano, Chiesa di Santa Maria Nascente, in deposito dalla Pinacoteca di Brera, 1847)

Il primo dipinto rappresentava il “Sacrificio di Abramo” (–> vai alla scheda dell’opera), segnato con il numero 664 e il secondo quadro “La caduta di San Paolo” (–> vai alla scheda dell’opera), segnato con il numero 663. Poca importanza poteva avere l’artista che li aveva realizzati ma non per inaspettata fortuna furono scelti proprio quei quadri che sul retro riportavano la scritta “LUINOS”. Infatti lo scaltro parroco padernese, già prima di recarsi all’Accademia, era stato informato sulla presenza di queste due importanti tele, attribuibili appunto a Bernardino Luini o alla sua scuola.
La ricerca continuò successivamente per individuare le due tele più piccole, e tra le tante visionate vennero scelte: una “Natività” segnata in elenco con il numero 643 ed una “Resurrezione” segnata con il numero 644, entrambe attribuibili al pittore Giulio Romano.
Con sorpresa, si venne a conoscenza che tutte le tele erano giacenti nei depositi di Brera sin dal 1811, e che i quadri più piccoli provenivano da Mantova.

Il 18 gennaio del 1847 la Regia Accademia di Brera con atto N° 35 concedeva ufficialmente in deposito alla parrocchiale di Santa Maria Nascente in Paderno Milanese le quattro tele sopra menzionate.
(Le due tele più piccole sono state restituite nel 2005 per essere esposte nel Palazzo Ducale di Mantova dove tutt’ora si trovano).
La comunità parrocchiale contraccambiò al favore, concesso dall’Accademia, donando al parroco le offerte necessarie per il restauro. I dipinti apparivano in un cattivo stato di conservazione e, prima di appenderli, dovevano essere puliti, foderati e incorniciati.
Il lavoro di riparazione fu affidato al restauratore Rapesi al quale gli fu riconosciuta la somma di L. 695,12.

interno della Parrocchia di Santa Maria Nascente in Paderno
Parrocchia di Santa Maria Nascente in Paderno, interno

Ancora oggi come allora le tele adornano le pareti della nostra chiesa, che nel frattempo è stata ricostruita a nuovo, con una maestosità tale da farla apparire quasi basilicale; ancora oggi come allora i padernesi ammirano la magnificenza delle opere, leggono in esse i passi evangelici e biblici, partecipando inconsapevolmente a una  catechesi illustrata; ancora oggi come allora amano e sentono propri quei dipinti che accompagnano da ormai 2 secoli i momenti tristi e quelli gioiosi, i riti solenni e quelli ordinari, insomma tutta la vita religiosa della nostra comunità parrocchiale che è viva ed energica.
L’auspicio è che altri secoli possano passare, con la speranza e la consapevolezza che quelle opere d’arte possano trasferire anche alle generazioni future tutte quelle splendide emozioni e quei momenti di riflessioni che sino ad oggi ci hanno regalato.

Testo a cura di Enzo Stucchi
(Parrocchia di Santa Maria Nascente)

 

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