L’opera, ritrovata casualmente in un casolare delle colline parmensi, giunse in Pinacoteca nel 1889 come legato del collezionista Luciano D’Aragona. Si tratta di un trittico reliquiario in cui, nelle cavità circolari che sormontano gli scomparti, dovevano certamente essere conservate reliquie, oggi perdute, dei santi raffigurati inferiormente. L’opera reca sotto il Crocifisso in caratteri gotici la firma dei due autori, Bartolomeo e Jacopino da Reggio, e mostra chiaramente come la cultura figurativa tra Reggio Emilia e Piacenza intorno alla metà del Trecento fosse molto diversa da quella della coeva pittura fiorentina. La scena della Crocifissione, in particolare, per la vivacità espressiva e il gusto narrativo suggerisce l’esistenza di legami tra gli autori del reliquario e i maestri miniatori della scuola bolognese del secondo Trecento.
AUTORE Bartolomeo da Reggio e Jacopino da Reggio
DATA 1360 - 1365
MATERIA E TECNICA Tempera su Tavola
DIMENSIONI cm 67 x 92
INVENTARIO 6019
SALA III
FIRMA HANC TABULAM FECERUNT BARTOLOMEUS ET JACOPINUS DE REGIO
Opera esposta