Camillo Boccaccino morì giovane, ma lasciò un segno forte nella pittura cremonese. In un paesaggio definito da chiaroscuri e bagliori, i santi si volgono verso la Vergine con gesti teatrali, con volti ammirati o rapiti, che accentuano l’intensità della scena.
L’opera fu eseguita nel 1532 per l’altare maggiore della chiesa di San Bartolomeo a Cremona, officiata dall’ordine carmelitano, ed è annoverata fra le più significative composizioni dell’artista.
Il dipinto doveva essere completato da un’ancona, composta di colonne, capitelli e rilievi vari. Densa di citazioni dai maestri del classicismo cinquecentesco – l’esempio più evidente è nella figura della Vergine, tratta dalla Madonna Sistina di Raffaello – l’opera è stata restaurata nel 1997, rivelando la presenza di alcuni dettagli di notevole qualità quali la testa di San Gerolamo, oltre a una generale finezza di esecuzione.
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AUTORE Camillo Boccaccino
DATA 1536
MATERIA E TECNICA Olio su Tela
DIMENSIONI cm 296 x 165
INVENTARIO 88
SALA XV
Opera esposta