Quinto dialogo “Attorno al Settecento. Pompeo Batoni e Milano”
Attorno al Settecento dialoga di un’epoca che segna la storia stessa della Pinacoteca, come museo moderno, “risultato” del Settecento insieme a Pompeo Batoni, il nuovo Raffaello per la lezione di grazia, di “buon gusto e raziocinio naturale” delle sue opere.
Dall’8 giugno al 1 ottobre 2017 si tiene alla Pinacoteca di Brera un inedito, originale dialogo tra capolavori della storia dell’arte: Attorno al Settecento. Pompeo Batoni e Milano mette a confronto opere del museo con altri quadri “ospiti” nella tradizione inaugurata dal nuovo direttore della Pinacoteca di Brera e Biblioteca Braidense James Bradburne.
La pala di Pompeo Batoni Madonna col Bambino e i Santi Giuseppe e Zaccaria, Elisabetta e Giovannino – già di proprietà della Pinacoteca di Brera e proveniente dal distrutto edificio dedicato ai Santi Cosma e Damiano, – dialogha con il dipinto Il Beato Tolomei assiste le vittime della peste proveniente dalla Chiesa di San Vittore al Corpo di Milano.
In mostra è presente anche un bozzetto di questo stesso quadro proveniente dal Palazzo Borromeo dell’Isola Bella (Verbania), prima idea della composizione, poi abbandonata.
Eseguito verosimilmente nella bottega di Batoni, dove gli allievi producevano opere che potevano essere modelli di presentazione delle opere del maestro e attestato anticamente in casa Borromeo, costituisce una spia dell’interesse maturato a Milano nel corso del Settecento per Batoni.
Il dialogo si chiude con due disegni di Batoni, Nudo seduto di profilo e Nudo seduto con gamba accavallata, provenienti dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe dell’ Accademia di Belle Arti di Brera. Una presenza emblematica quella dei disegni, visto che Batoni fu uno degli artisti attorno al quale cresceva la collezione didattica di nudi accademici al servizio degli allievi negli anni della fondazione dell’Accademia di Brera (1776), con la nuova civiltà neoclassica che lo celebra in diversi contesti.
Antonio Canova appena giunto a Roma nel 1779, lo vede al lavoro, nella scuola di disegno privata fondata dal pittore, e scrive: “mi piacque moltissimo il suo disegnare, tenero, grandioso, di belle forme”.
Il quinto dialogo della Pinacoteca di Brera è rilevante per la storia stessa della Pinacoteca, museo moderno, “risultato” del Settecento, secolo dei Lumi e della Rivoluzione Francese. Il palazzo che la ospita fu infatti trasformato prima per volere di Maria Teresa d’Asburgo – cui è dedicata la Sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense – e poi da Napoleone, che ne volle l’apertura pubblica nel 1809.
Dialogo a cura di
Isabella Marelli e Alessandro Morandotti.