Pinacoteca di Brera Informazioni

La Crocifissione con la Vergine, la Maddalena e i Santi Giovanni Evangelista e Vito

Garofalo (Benvenuto Tisi)

Nell’ambito del progetto del MiC “Cento opere svelate” l’opera è stata destinata a Palazzo Costabili a Ferrara.

Sullo sfondo di un vasto e visionario paesaggio sono raffigurati al centro il Crocefisso con la Maddalena ai piedi e ai lati i due dolenti, mentre a destra, in raffinati abiti rinascimentali, appare il piccolo San Vito martire – a cui la chiesa di provenienza del dipinto era dedicata – con la palma del martirio nella mano destra. Il tema della Crocefissione è rappresentato da Garofalo attenuando la tensione dell’evento in un’atmosfera rarefatta e raffinata, come se la dimensione tragica fosse estranea a un artista che ha sempre prediletto figure di una bellezza ricercata e paesaggi suggestivi di grande finezza cromatica. Nella stesura del colore Garofalo denota influenze della pittura di Dosso Dossi e naturalmente di quella veneta, in particolare di Giorgione, mentre figure come la Maddalena testimoniano il debito con i modelli raffaelleschi, molto diffusi nella pittura emiliana del Cinquecento. L’intervento di restauro, eseguito da Delfina Fagnani (Sesti restauri) con il generoso sostegno di Tigotà, ha riportato in luce tutte le finezze cromatiche, specie degli sfondi paesistici, dei timbri degli azzurri e dei verdi, nonché lo spessore della rapida stesura di colore, evidente nelle piccole figure di sfondo e nella preziosa veste tardo rinascimentale del giovane San Vito. Proveniente dal monastero delle Agostiniane annesso alla Chiesa di san Vito di Ferrara, la Crocefissione entrò in Pinacoteca nel 1811 in conseguenza delle requisizioni napoleoniche, assieme a un affresco raffigurante il Crocefisso e angeli, sempre datato 1522, staccato da una parete del monastero da Antonio Boccolari, il quale coordinava le selezioni delle opere da portare a Milano. È interessante notare come la Crocefissione sia costantemente descritta nelle Guide più antiche della Pinacoteca, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta del XIX secolo, quando ritornò dal deposito temporaneo nella chiesa parrocchiale di Brusuglio dov’era stata trasferita nel 1847. Nei vari allestimenti di inizio Novecento il dipinto fu sempre esposto accanto alla Deposizione di Cristo e Corrado Ricci nel suo catalogo del 1907, riferisce di come fossero esposte ben sei opere del Garofalo, tra cui anche la notevole Annunciazione, di recente restaurata.

Le opere della scuola ferrarese tra XV e XVI secolo erano molto amate dai direttori e curatori della Pinacoteca: Ettore Modigliani descrive la Crocefissione nella sua Guida della Pinacoteca del 1935 e già nel 1906, quando era ispettore alla Galleria Borghese di Roma, nell’occasione dell’acquisto per la Pinacoteca di Brera della Crocefissione di Ortolano , aveva espresso in varie note  la sua considerazione per entrambi gli artisti ferraresi.

Il dipinto fu oggetto di un primo restauro nella seconda metà dell’Ottocento, in previsione del ritorno in Pinacoteca, e sicuramente di un secondo intervento negli anni Venti del Novecento, quando il celebre Mauro Pelliccioli eseguì manutenzioni su dipinti di varie sezioni testimoniati da documenti storici e fotografie d’epoca.

Scarica l'immagine ad alta risoluzione TITOLO La Crocifissione con la Vergine, la Maddalena e i Santi Giovanni Evangelista e Vito
AUTORE Garofalo (Benvenuto Tisi)
DATA 1522
MATERIA E TECNICA Olio su Tela
DIMENSIONI cm 246 x 281
INVENTARIO 195

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