Girolamo Bedoli era cugino acquisito di Parmigianino e fu da lui molto influenzato, tanto che la paternità di alcuni dipinti è ancora discussa. L’opera, recentemente restaurata, è di altissima qualità esecutiva. Il volto magro e ascetico del santo è descritto con minuzia da fini pennellate, che definiscono i dettagli della barba, la lacrima che scende dagli occhi incavati, la bocca serrata e i lineamenti, precisamente definiti, che connotano immediatamente il dipinto come un ritratto. Gli studiosi ipotizzano che il frate raffigurato in veste di san Tommaso (fondatore della Scolastica e grande accusatore dell’eresia protestante) sia il domenicano Antonio Michele Ghislieri, futuro papa Pio V, che si trovava a Parma intorno al 1540 prima di salire al soglio pontificio, e che venne nominato Grande Inquisitore nel 1558. Poco si sa della storia del dipinto, che appartiene al primissimo nucleo delle opere della pinacoteca, nelle collezioni già dal 1809 e corrispondente al Ritratto di san Tommaso registrato nell’Inventario Napoleonico come opera di ignoto proveniente dalle Gallerie dell’Accademia di Milano. A causa di un incauto restauro non documentato, l’opera smarrirà numerazione e titolazione, e in un successivo inventario verrà addirittura indicata come San Domenico. L’iscrizione che chiarisce l’identità del santo fu probabilmente nascosta all’epoca, perchè sappiamo essere stata riscoperta solo nel primo Dopoguerra. L’attribuzione al Mazzola Bedoli (cugino acquisito di Parmigianino), ipotizzata già alla fine dell’Ottocento e ribadita anche di recente da Emanuela Daffra (2012), è stata talvolta messa in dubbio con l’ipotesi che possa trattarsi invece dell’opera del parente più celebre, Parmigianino, anche in considerazione di un disegno a sanguigna conservato all’Albertina di Vienna con vari studi per la mano destra del santo, firmato “Parmeggiano”.
Didascalia d’autore
Tommaso d’Aquino era celebre per essere grasso: ecco perché questa immagine macilenta del celebre domenicano potrebbe essere il ritratto di qualcun altro, che impersona il grande santo erudito. Si narra che una volta, a Napoli, un crocefisso si sia rivolto al santo dicendogli: “Tommaso, hai scritto bene di me”. Qui la piccola immagine scolpita prende vita e srotola le sue parole in un cerchio aggraziato, ma gli occhi delle due figure non si incontrano: una grande distanza li divide ancora.
Ingrid Rowland
AUTORE Girolamo Mazzola Bedoli
DATA 1550 - 1552
MATERIA E TECNICA Olio su Tavola
DIMENSIONI cm 105 x 78
INVENTARIO 465
SALA XXI
Opera esposta