È incerta la provenienza originaria dell’opera: infatti l’indicazione dei vecchi inventari e di quello napoleonico della Pinacoteca, che tramandano la provenienza dai “Bianchi” di Valverde, spesso interpretata come indicante la confraternita dei Battuti Bianchi in Valverde, è errata.
Il dipinto giunse dal deposito demaniale organizzato presso il cenobio dei benedettini camaldolesi, detti ‘bianchi’ di San Salvatore in Vico soppresso. L’opera probabilmente era completata da una cornice, forse disegnata dallo stesso Palmezzano, come dimostra lo schizzo del capitello corinzio sul retro della tavola, su modello desunto dai repertori della scuola melozzesca e, con ogni probabilità, era completata in alto da una lunetta. Così come per ora resta sconosciuta la collocazione originaria della pala, resta ignoto anche il committente, che tuttavia Matteo Ceriana ipotizza poter fare parte del raffinato circolo culturale di Caterina Sforza Riario, moglie di Girolamo Riario.
AUTORE Marco Palmezzano
DATA 1493
MATERIA E TECNICA Olio su Tavola
DIMENSIONI cm 170 x 158
INVENTARIO 202
Opera non esposta