


Il dipinto entrò a Brera a seguito della soppressione della chiesa francescana di Santa Maria della Pace a Milano, trasferita al demanio napoleonico nel 1805. Si hanno notizie dell’opera dalle guide sei-settecentesche, che attestano la presenza di questa e di numerose altre tavole nel refettorio della chiesa, dove erano confluite a seguito degli interventi di ammodernamento degli arredi e di ristrutturazione dell’edificio susseguitisi dalla fine del XVI secolo. Accantonata l’ipotesi che l’opera facesse parte del polittico dell’altare maggiore, gli studiosi ritengono che essa fosse destinata alla decorazione di una delle cappelle laterali dell’edificio, forse strutturata nella forma di un polittico, insieme ad altre tavole disperse, oppure organizzata entro un ciclo narrativo con tavole e affreschi nel genere di quello eseguito da Bernardino Luini in San Giorgio a Palazzo a Milano. La tavola è frutto della collaborazione fra Giovanni Agostino da Lodi e Marco d’Oggiono: al primo si assegna la concezione d’insieme e l’impaginazione del dipinto; al secondo la realizzazione dei visi della Vergine e del Bambino.

AUTORE Marco d'Oggiono e Giovanni Agostino da Lodi
DATA 1510 - 1520
MATERIA E TECNICA Olio su Tavola
DIMENSIONI cm 176.5 x 116
INVENTARIO 469
SALA X
Opera esposta