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Religione e patriottismo: cattolici ed ebrei nel Risorgimento mantovano
«Disintegrazione del paradiso: nulla rende più arbitraria la fatalità. Assurdità della salvezza: nulla rende più necessaria un’altra sorta di continuità. Ciò che allora si avvertì fu dunque l’esigenza di una conversione laica della fatalità in continuità, della contingenza in significato; e poche entità corrisposero e corrispondono meglio a questa esigenza dell’idea di Nazione».
Orario: 16.30 Dove: Biblioteca Nazionale Braidense, Sala Maria Teresa Ingresso: Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti.Con queste rapide ma pregnanti formule, in Imagined Communities. Reflections on the Origin and Spread of Nationalism (1983), Benedict Anderson introduce il complesso pro-blema dei rapporti tra la crisi che in-veste tra Settecento e Ottocento le convinzioni religiose tradizionali e l’affermazione degli ideali nazionali.
La storia risorgimentale mantovana, caratterizzata da una partecipazione molto diffusa e appassionata del clero cattolico al movimento nazionale e da una partecipazione non meno notevole degli ebrei, offre l’opportunità di un’articolata disamina critica del problema posto sul tappeto dallo storico inglese.
Prof. Maurizio Bertolotti
(Istituto Mantovano di Storia Contemporanea)
Società Storica Lombarda e la Biblioteca Nazionale Braidense
Nell’immagine da sinistra, Enrico Tazzoli (1812-1852), sacerdote, docente del Seminario di Mantova, fu tra i promotori della congiura mazziniana del 1850 e Marco Mortara (1815-1894), fu rabbino a Mantova dal 1842 sino alla morte.