Portarolo seduto con cesta a tracolla uova e pollame | Pinacoteca di Brera
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Portarolo seduto con cesta a tracolla uova e pollame

Pitocchetto (Giacomo Ceruti)

Dono di Giovanni Testori 1969.

Entrambi i dipinti, Portarolo seduto su una cesta e Portarolo seduto con cesta a tracolla uova e pollame, sono stati identificati da Oreste Marini come provenienti da casa Barbisoni, la residenza della famiglia bresciana presso la quale nel 1760  Giovanni Battista Carboni descrisse ben otto dipinti autografi del pittore  tra cui <<due quadri del Ceruti, cioè Portaroli con ceste e polli in mano>>.

Francesco Frangi ha datato le tele intorno alla metà degli anni Trenta, ravvisandone la contiguità con il cosiddetto ciclo di Padernello, composto di una decina di tele dipinte dall’artista per gli Avogadro di Brescia, raffiguranti mendicanti, reduci di guerra, artigiani, bambine intente ad imparare a cucire e a leggere, e ragazzini portaroli,  così chiamati per via delle grandi ceste cioè i soli strumenti di lavoro di cui disponevano e che li caratterizzavano.

Dall’inizio degli anni ‘20 fino alla metà del decennio seguente l’artista di nascita milanese trascorse un periodo d’intensa e proficua attività a Brescia dove per le locali famiglie altolocate – oltre a quelle già citate vanno ricordati almeno i Bargnani e i Lechi –  licenziò ritratti dei suoi mecenati  e dipinti di “pitocchi”,  destinati ad ornare le quadrerie delle dimore nobiliari.

Pitture con “scene di genere”, e in particolare con figure a grandezza naturale, sono documentate con frequenza nelle collezioni aristocratiche lombarde tra il tardo Seicento e i primi decenni del Settecento. Si tratta di opere del danese Monsù Bernardo e dell’austriaco Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini, accanto alle quali si riscontra altresì la grande diffusione che avevano le incisioni olandesi con scene di vita quotidiana, fonte di ispirazione iconografica anche per Giacomo Ceruti.

Ma il nostro artista approccia alle figurazioni in modo del tutto personale.  Tratti dal vero i poveri e gli indigenti non sono più personaggi da deridere e che muovono al riso o alla ripulsa, ma sono individui visti nella loro dignità umana, còlti nelle condizioni sventurate nelle quali li ha portati la vita: non vi è l’intenzione di denuncia sociale ma è evidente l’impegno morale del pittore.  Inutilmente gli studi hanno cercato di  conoscere le intenzioni dei committenti: quello che è certo è la diffusa sensibilità alle problematiche sociali dimostrata dai patrizi milanesi e lombardi che affiancavano le gerarchie ecclesiastiche nel sostegno economico a istituzioni assistenziali e caritatevoli, come  il Pio Luogo della Pietà  a Brescia e  l’Ospedale Maggiore di Milano; nel caso  specifico dei Portaroli di Brera significativa è l’adesione al pensiero giansenista da parte del padre filippino Giulio Barbisoni  che ne fu proprietario assieme ai nipoti Giorgio e Alessandro.

I due dipinti, concepiti in pendant, come dimostrano l’essenziale ambientazione e l’equilibrato rapporto di luce e ombra, <<conferisce un’intensità neocaravaggesca e un’individuazione ritrattistica più accentuata>> (F. Porzio). L’attuale intervento di restauro, oltre a restituire i valori cromatici, ha riportato in luce alcuni dettagli commoventi: la giubba ricucita a larghi punti e il berretto rabberciato con il filo rosso, indumenti indossati con titubante fierezza dal giovane seduto sulla cesta e che contrastano con la camicia, un tempo bianca, dell’altro ragazzino che sembra risucchiato dall’enorme cesta, portata a tracolla quasi per il timore che gli venga rubata.

Le tele, attestate nel 1760 nella collezione Barbisoni, furono vendute nel corso dell’Ottocento e separate sul mercato antiquario, dapprima polacco e poi inglese: di fatto, le opere sono inserite all’interno di cornici differenti che ne comprovano le avventurose vicende collezionistiche.

Il Portarolo seduto con cesta a tracolla, uova e pollame fu rintracciato dall’antiquario Alessandro Orsi che lo espose alla II mostra nazionale dell’antiquariato, tenutasi a Milano in Palazzo Reale nel 1962; successivamente fu acquistato da Giovanni Testori. Pochi anni dopo, nel 1966 il Portarolo seduto su una cesta fu comprato da Gilberto Algranti; infine nel 1969 i due Portaroli, per volontà dei proprietari, furono donati congiuntamente alla Pinacoteca di Brera.

Giacomo Ceruti il Pitocchetto, catalogo della mostra, (Brescia, Monastero di S.Giulia, 13 giugno – 31 ottobre 1987), a cura M.Gregori, B.Passamani ecc., Milano 1987.

 

Scarica l'immagine ad alta risoluzione TITOLO Portarolo seduto con cesta a tracolla uova e pollame
AUTORE Pitocchetto (Giacomo Ceruti)
DATA 1735 circa
MATERIA E TECNICA Olio su Tela
DIMENSIONI cm 130 x 95
INVENTARIO 5650
SALA XXXVI
Opera esposta
Donazione
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