L’opera fu probabilmente eseguita durante un soggiorno pavese dell’artista o forse proviene proprio dalla Certosa di Pavia , come lascia supporre la presenza sullo sfondo di due monaci certosini. La tavola è vicina ad altre opere del Bergognone, per esempio la Madonna con Bambino benedicente (Milano, collezione Gallarati Scotti), la Madonna con Bambino (Milano, Museo Poldi Pezzoli) e la Madonna del Certosino (Milano, Pinacoteca di Brera), dove la mano destra della Vergine è identica a quella del dipinto in esame. La composizione è quella tipica della pittura lombarda degli inizi del secolo XVI e fu particolarmente cara ai leonardeschi. L’idea della salvezza è esplicitata dalla presenza della mela e del libro, simboli rispettivamente del peccato originale e dell’avverarsi delle Sacre Scritture con la venuta di Cristo. Inoltre, l’abito rosso della Vergine allude alla Passione di Cristo, mentre il manto blu alla Chiesa.
Didascalia per grandi e piccoli
Vedo, non vedo
Maria solleva delicatamente il velo che copre Gesù. Se guardi attentamente ce n’è un altro, che dal capo scende fino alle spalle. Dipingere le trasparenze non è certo facile e Bergognone riesce, con pochi tratti bianchi, a rendere quel senso di leggerezza e impalpabilità. L’attenzione agli aspetti anche più minuti della realtà è infatti uno dei tratti tipici della pittura lombarda. Ma c’è un altro elemento trasparente in questo quadro: lo vedi? Tu quali trasparenze hai dipinto, e come?
AUTORE Bergognone (Ambrogio da Fossano)
DATA 1512 - 1515
MATERIA E TECNICA Tempera su Tavola
DIMENSIONI cm 60 x 40
INVENTARIO 2090
SALA X
Opera esposta