Speciale 25 aprile

Non è l’arte a essere contemporanea, noi lo siamo.
Ciò che ci rende contemporanei è il non sapere cosa accadrà dopo – possiamo essere sicuri solo del passato. Nel marzo 1945 Ettore Modigliani si nascondeva ancora nelle Marche, ma sapeva che la sua collega e cara amica Fernanda Wittgens, il suo successore come direttore di Brera, era stata arrestata per aver aiutato gli ebrei a fuggire dall’Italia per la Svizzera. Anche se di natura riservata, al termine di una lettera al collezionista Emilio Jesi, non riusciva a trattenere le sue emozioni:

Sa Lei qualche cosa della comune amica Fernanda Wittgens? Lei saprà che alcuni mesi fa è stata, per il suo patriottismo, arrestata a Milano, e condannata a 4 anni. Ha Ella qualche ulteriore notizia? Noi siamo, per il profondo reciproco affetto che ci lega, in inesprimibile ansia per lei…

Possiamo solo immaginare quanto fosse angosciato, non sapendo come sappiamo ora, che l’Italia sarebbe stata liberata dai nazisti il 25 aprile, sei settimane dopo la sua lettera. Wittgens fu liberata e tornò a Brera a fianco di Modigliani, dove insieme lavorarono incessantemente per ricostruire la Pinacoteca, quasi distrutta nell’estate del 1943 dai bombardamenti degli Alleati. Alla morte di Modigliani nel 1947, erano riusciti ad aprire solo sette sale ed è stata la Wittgens da sola a riaprire la Pinacoteca il 9 giugno 1950, completamente restaurata dall’architetto Piero Portaluppi, nel nome di Modigliani.

In contrapposto, queste sale serene, accoglienti intatto il tesoro della collezione Napoleonica di pittura veneta e lombarda, possono darvi la coscienza di quello che fu l’orrore della guerra e di quella che é la vittoria spirituale della rinascita. Un’altra voce doveva cantare questo miracolo: la voce animatrice del suo primo artefice: Ettore Modigliani.

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