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L’artista diede vita, insieme ad Antonietta Raphaël, Mario Mafai e a Marino Mazzacurati alla cosiddetta Scuola Romana o “Scuola di Via Cavour”, movimento impegnato nel coraggioso tentativo di allontanarsi dall’arte ufficiale e dall’iconografia di regime. Affascinato dalla produzione di artisti quali El Greco, Velázquez, Tintoretto e Goya, e quasi ossessionato dalle atmosfere fatiscenti della Roma barocca, elaborò uno stile visionario e intensamente espressionista, costantemente offuscato da un senso di morte e precarietà, condotto con una tecnica liquida giocata su colori intensi e caldi, prevalentemente bruni.
Nel Ritratto della madre del 1930, il suo stile è insolitamente meno tragico e assume forme più morbide e addolcite. Il dipinto risulta inusitatamente dolce e obiettivo, fatto di una materia smaltata e leggera.
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AUTORE Scipione (Gino Bonichi)
DATA 1930
MATERIA E TECNICA Olio su Tela
DIMENSIONI cm 40.5 x 33
INVENTARIO 5458
SALA XV
FIRMA Scipione
Opera esposta
Donazione