L’opera fa parte del ciclo di affreschi di Bernardino Luini provenienti dalla villa Pelucca nei pressi di Monza.
Gli affreschi provenienti dalla villa Pelucca nei pressi di Monza, ora inglobata nel comune di Sesto San Giovanni e trasformata in casa di riposo, entrarono a Brera negli anni 1821 e 1822, quando l’edificio, residenza durante il periodo napoleonico del viceré Eugenio di Beauharnais, e passato nel 1816 al demanio del regno Lombardo – Veneto, stava per esser venduto a privati.
L’allestimento attuale li ripresenta quasi al completo, dopo una lunga permanenza nei depositi. La campagna di stacchi fu effettuata da Stefano Barezzi, che li trasportò su tavole di legno, secondo un metodo diffuso fra la fine del XVIII secolo e il XIX secolo causa delle numerose fessure che ora attraversano i dipinti.
Non tutti i frammenti entrarono nella Pinacoteca di Brera: alcuni infatti, ricomparvero in diversi musei e collezioni. Il restauro, compiuto da Pinin Brambilla Barcilon e diretto da Maria Teresa Binaghi Olivari, ha mantenuto i supporti lignei in quanto testimonianza storica di quella tecnica di estrazione dei dipinti murali.
Committente della decorazione della Pelucca era il nobile milanese Gerolamo Rabia, che aveva ereditato la tenuta dal padre Luigi nel 1506. Gli affreschi furono prelevati da quattro diversi ambienti della Pelucca; il criterio arbitrario seguito nella scelta, con l’eliminazione di vaste porzioni delle scene e delle architetture dipinte che presumibilmente le incorniciavano, ne ha alterato la leggibilità e ha compromesso la possibilità di comprendere il significato iconografico di alcuni di essi.
L’affresco proviene da una piccola stanza della villa. Le lunette con i putti dovevano essere originariamente dieci e si trovavano sotto l’imposta di una volta interamente decorata con tralci di vite. Il tema vegetale sarebbe desunto dallo stemma di Gerolamo Rabia scolpito sul camino della Sala Grande e la volta doveva essere concepita come una finta pergola: un’idea ripresa dalla decorazione della Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano, realizzata da Leonardo da Vinci pochi anni prima. I puttini, con la loro illuminazione radente, rivelano l’influenza su Luini di Bramantino, in passato ritenuto autore di quello bellissimo al centro.
AUTORE Bernardino Luini
DATA 1514 circa
MATERIA E TECNICA Affresco Staccato Trasportato su Tavola
DIMENSIONI cm 50 x 72
INVENTARIO 5531
SALA X
Opera esposta