Scultore autodidatta, Arturo Martini lavorò giovanissimo in una fabbrica di ceramica, sviluppando un amore per gli effetti plastici della creta destinato a caratterizzare tutta la sua produzione successiva. Dopo un soggiorno parigino, ove frequentò, tra gli altri, Amedeo Modigliani, Giorgio de Chirico, Savinio, Medardo Rosso e Boccioni, rientrò in Italia, avvicinandosi al gruppo del Novecento e della rivista «Valori Plastici».
Ofelia, detta anche Tomba di giovinetta, realizzata nel 1934 ed esposta alla seconda Quadriennale di Roma, ha forme dolcissime, fluide ed evocative. In seguito all’esposizione romana restò per anni nei locali della Galleria Milano (poi Galleria Barbaroux) e fu riscoperta solo nel 1946 per essere poi esposta l’anno successivo alla prima mostra postuma dell’artista a Treviso. Entusiastiche furono da subito le recensioni, che vedevano nell’opera un rinnovamento della scultura funeraria.
AUTORE Arturo Martini
DATA 1934
MATERIA E TECNICA Terracotta
DIMENSIONI cm 72 x 179.5 x 23
INVENTARIO 5105
SALA I
Opera esposta
Donazione