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Per Vanni Scheiwiller, piccolo grande editore
Presentazione del film-documentario che raccoglie una serie di interviste originali all’editore milanese Vanni Scheiwiller (1934-1999) accompagnate da documenti relativi alla sua produzione editoriale, prima con il marchio All’Insegna del Pesce d’Oro, affidatogli dal padre Giovanni nel 1951 e poi con il marchio Libri Scheiwiller, casa editrice fondata nel 1977.
Orario: 17.00 Dove: Mediateca Santa Teresa (via della Moscova, 28) Ingresso: Ingresso libero fino ad esaurimento postiregia di Marco Poma
da un’idea di Alina Kalczyńska Scheiwiller
consulenza scientifica e sceneggiatura Laura Novati
Intervengono:
Ulrico Carlo Hoepli, Pietro Gibellini e Laura Novati
Quasi mezzo secolo di storia, una delle più singolari e importanti nella cultura del ‘900 per quel che riguarda la poesia, italiana e straniera, in lingua in dialetto (con la straordinaria collezione della collana Acquario), l’arte (partendo dal 1925 con l’Arte Moderna Italiana iniziata dal padre Giovanni), la cultura regionale (lui, milanese doc si definiva il “più eccentrico” degli editori italiani, giocando sul doppio significato dell’aggettivo), il rispetto della tradizione oppure l’attenzione ai punti di rottura (si chiamassero Piero Manzoni o fosse la poesia del Gruppo ’63). Editore e talent scout, con proposta di autori poi premiati dai Nobel (C. Miłosz, W. Szymborska, S. Heaney) o esclusi dalla cultura patria, come gli spagnoli R. Alberti e J. Guillén, o in sospetto per le loro pregresse posizioni: caso esemplare Ezra Pound, per la cui liberazione dal manicomio criminale di St. Elizabeth a Washington si adoperò instancabilmente.
La libertà intellettuale e morale era il suo primo requisito e il suo vero “marchio d’editore” che ne rendono unica e singolare la figura, l’opera e soprattutto la persona, rimasta esempio e modello di un’editoria che non c’è più.
Un editore-poeta (così fu definito) da mille copie a volumetto in 16° oppure da grandi opere realizzate per la committenza bancaria, specialmente negli anni ’80 e ’90, a provare una volta per tutte la sua capacità di giocarsi su più piani con modalità e tipologie editoriali fra loro assai diverse, ma sempre connotate dall’eleganza grafica e dalla cura sapiente e raffinata del testo.
Nel film il filo storico conduttore si alterna a interviste con amici e collaboratori (Mary de Rachewiltz, Giuseppe Appella, Pietro Gibellini, Paolo Franci, Giorgio Lucini, Chiara Negri, Nada Nidoli, Kengiro Azuma) che ripropongono ricordi e testimonianze su una persona che – a distanza di anni dalla scomparsa – continua a sollecitare studi, convegni, recupero di materiali a provare la sua duratura eredità intellettuale.
Nell’immagine: Vanni Scheiwiller fotografato da Maria Mulas
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