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Voci per Brera

Parlare dell’arte

Uno degli scopi principali di Brera è aprire gli spazi museali a tutte le voci, non solo quelle degli esperti e degli storici dell’arte. Per questa ragione, tra maggio e luglio 2021, durante il difficile momento del covid, la Pinacoteca ha lanciato il il contest Voci per Brera. Il pubblico da casa è stato invitato a leggere e interpretare il testo delle nostre didascalie Per grandi e piccoli. Qui puoi trovare le tracce vincitrici.

Storie di Santa Colomba di Giovanni Baronzio

L’aria è d’oro

Santa Colomba è in una stanza di pietra bianca. Al posto di una parete ci sono delle sbarre. I soldati sembrano scappare dalla piccola porta… certo, in quella cella c’è un’orsa! La vedi? È balzata addosso a Baruba, il manigoldo che voleva aggredire la santa, su ordine dell’imperatore Aureliano, seduto sul trono nel primo riquadro. La leggenda narra che fu proprio Colomba a fermare l’orsa e a salvare il suo persecutore. Nel terzo riquadro vediamo la tragica fine della santa. Ma che fine avrà̀ fatto l’orsa?

Giovanni Baronzio
Storie di Santa Colomba
1345-1350 circa
Tempera su tavola

Ringraziamo Matilde per aver prestato la sua voce

San Verano tra due angeli e sei storie della sua leggenda

Senza parole

Quando questo quadro è stato dipinto solo poche persone sapevano leggere: le storie venivano così raccontate per immagini, come in un fumetto. In questa casetta c’è san Verano con due angeli a fargli compagnia, ci sono tanto oro e alcuni episodi della sua vita. Riesci a seguire il racconto? Si comincia dall’alto col suo battesimo e si finisce in basso con la sua sepoltura. Quali sono i momenti della tua vita che verrebbero dipinti intorno al tuo ritratto?

Maestro di San Verano
San Verano tra due angeli e Sei storie della Sua leggenda
Fine del XIII secolo
Tempera su tavola

Ringraziamo Claudio per aver prestato la sua voce

Adorazione dei Magi di Stefano da Verona

L’oro dei re

Il pavone è planato sul tetto di una capanna. La sua lunga coda scende fin quasi al manto della madre con il bimbo sulle ginocchia, che il corteo si reca ad adorare. Tutto intorno si affollano persone e animali, che si fanno largo tra montagne grandi come sassi. I cacciatori si riposano bevendo dalla borraccia, mentre in alto una volpe spunta di corsa dal bosco. Scansa i cavalli, non pestare i mantelli dei Re e cerca i dettagli in cui è rimasto impigliato un po’ d’oro. Ti sei accorto che è sparito dal fondo?

Stefano da Verona
Adorazione dei Magi
1435 (?)
Tempera su tavola 

Ringraziamo Stefania per aver prestato la sua voce

San Pietro di Fra Carnevale

Tante preoccupazioni

Forse san Pietro è preoccupato, sa di avere una grande responsabilità: gli sono state affidate le chiavi del Paradiso. Sarà per questo che ha quell’espressione?
In più̀ la tavola su cui è dipinto si sta pericolosamente incurvando; il legno è un materiale vivo che non smette mai di muoversi e invecchia insieme allo strato pittorico. C’è anche il rischio che i tarli mangino tutto, che si aprano delle fessure o che il colore si sollevi. Qui intorno a te vedi altre tracce del passare del tempo?

Fra Carnevale (Bartolomeo di Giovanni Corradini)
San Pietro
1455 circa
Tempera e olio su tavola

Ringraziamo Gabriele per aver prestato la sua voce

Polittico di San Luca di Andrea Mantegna

Solo fra tanti

San Luca è solo al suo scrittoio, concentrato a scrivere la storia dell’uomo raffigurato lassù, con la madre e l’amico più caro. Le tre gure sembrano prender corpo dalle pagine mentre racconta di loro. La sua è una solitudine abitata da altri personaggi, ognuno sembra chiuso nel suo spazio dorato. Ma se guardi con più attenzione, Luca e i santi ai suoi lati poggiano, quasi come statue, sullo stesso basamento di marmo. Immagina di entrare nel dipinto e di percorrerlo. Chi avrà perso i frutti lì a terra?

Andrea Mantegna
Polittico di San Luca
1453-1455
Tempera su tavola

Ringraziamo Francesco per aver prestato la sua voce 

San Girolamo nel deserto di Bartolomeo Montagna

Quanto manca ancora?

Uno dietro l’altro, un poco trafelati e timorosetti, due monaci salgono la scalinata dell’eremo, tenendosi accostati alla grande parete di roccia. Tornano la sera al convento lasciando dietro ai loro passi il fiume e il paese. Girolamo è solo, a fianco il fedele leone. Sta sempre sui libri, non si riposa: o legge o scrive. Si impegna per ben cinquantacinque anni e sei mesi nella traduzione della Sacra Scrittura. Altri quadri a Brera ci raccontano di lui, come avrà conosciuto il leone?

Bartolomeo Montagna (Bartolomeo Cincani)
San Girolamo nel deserto
1500-1502
Olio su tavola

Ringraziamo Rossella per aver prestato la sua voce

Disputa di Santo Stefano nel sinedrio di Vittore Carpaccio

Stefano, cosa stai dicendo?

Prima della città di pietra, sul gradino del loggiato passeggia indisturbata una faraona. Si sceglie un luogo privilegiato per vedere cosa succede. Stefano guarda fuori dal quadro, il pittore vuole portare la tua attenzione verso le mani del santo, che parla e conta sulle dita i suoi argomenti. Degli uomini lo ascoltano seduti sotto le volte, altri in piedi. Nel quadro, che non ha voce, anche le mani diventano una voce. Quando i tuoi pensieri si esprimono con le mani?

Vittore Carpaccio
Disputa di Santo Stefano nel sinedrio
1514
Olio su tela

Ringraziamo Aris per aver prestato la sua voce

San Pietro Martire con i santi Nicola di Bari e Benedetto di Cima da Conegliano

Vicino… ma non troppo!

Mentre tre figure di santi, immobili e mute come statue, se ne stanno sotto un’ampia volta, l’angioletto ai loro piedi suona il suo strumento. Prova ad avvicinarti per ascoltarlo! È vero, non puoi sentirne la musica, ma da qui è più facile scoprire il paesaggio: la luce del tramonto illumina il borgo, i monti e la campagna, dove un giovane pastore suona al suo cane e un cavaliere discende il sentiero affiancato dallo scudiero. Divertiti a osservare i dipinti da diverse distanze, vedrai quante scoperte!

Cima da Conegliano (Giovan Battista Cima)
San Pietro Martire con i santi Nicola di Bari e Benedetto
1505-1506
Olio su tavola

Ringraziamo Alessandro per aver prestato la sua voce

Predica di san Marco in una piazza di Alessandria d’Egitto di Gentile e Giovanni Bellini
Predica di San marco

Di chi è questo cappello?

Tra tondi turbanti, lunghi veli bianchi e alti colbacchi rossi, spuntano tanti berretti neri: sono i membri della confraternita di san Marco, che vollero abbellire la sede della loro associazione con episodi della vita del santo e che chiesero di essere qui ritratti, uno ad uno. C’è chi è biondo e chi è bruno, chi ha le guance scavate e chi il doppio mento, chi il naso lungo e chi gli occhi un po’ strabici. Chissà se uno di loro assomiglia a qualcuno che conosci…

Gentile e Giovanni Bellini
Predica di san Marco in una piazza di Alessandria d’Egitto
1504-1507
Olio su tela

 Ringraziamo Guido per aver prestato la sua voce

Ritrovamento del corpo di san Marco di Tintoretto
ritrovamento coorpo di San Marco di Tintoretto

Dentro lo spettacolo

Tintoretto è qui il regista di uno spettacolo a cui assisti dalla prima fila. In origine il dipinto era appeso a quattro metri d’altezza, e ancor più di adesso bisognava alzare gli occhi, e tutta la testa, per inseguire il pavimento e le arcate che fuggono in alto, verso sinistra. Ma lo sguardo non si ferma lì, rimbalza in avanti in primo piano, verso la donna in bilico, e poi scivola giù verso l’indemoniato che si contorce, poi salta ancora verso… quali altri elementi ti trascinano dentro al quadro?

Tintoretto (Jacopo Robusti)
Ritrovamento del corpo di san Marco
1562-1566
Olio su tela

Ringraziamo Neri per aver prestato la sua voce

Cena in casa di Simone del Veronese
Veronese, Cena a casa di Simone

Al centro dell’attenzione

Se dovessi disporre i tuoi ospiti a tavola, dove metteresti il protagonista della serata? Al centro, probabilmente. Ma in questo dipinto, nel mezzo, trovi un gatto, due cani e il cielo. Allora il pittore dove ha fatto accomodare Gesù, l’ospite d’onore di Simone? Tra candide tovaglie, piatti, bicchieri, vino e portate lo troviamo a sinistra, quasi appoggiato alla cornice. Questo non è un caso isolato: negli altri dipinti di Veronese dove si troverà? Cercalo, lo riconosci dall’aureola luminosa.

Veronese (Paolo Caliari)
Cena in casa di Simone
1570
Olio su tela

Ringraziamo Nicola per aver prestato la sua voce

Madonna col Bambino dormiente di Bergognone

Vedo, non vedo

Maria solleva delicatamente il velo che copre Gesù. Se guardi attentamente ce n’è un altro, che dal capo scende fino alle spalle. Dipingere le trasparenze non è certo facile e Bergognone riesce, con pochi tratti bianchi, a rendere quel senso di leggerezza e impalpabilità. L’attenzione agli aspetti anche più minuti della realtà è infatti uno dei tratti tipici della pittura lombarda. Ma c’è un altro elemento trasparente in questo quadro: lo vedi? Tu quali trasparenze hai dipinto, e come?

Bergognone (Ambrogio da Fossano) 
Madonna col Bambino dormiente (Madonna del velo) 
1512-1515 
Olio su tavola 

Ringraziamo Caterina per aver prestato la sua voce

Eraclito e Democrito del Bramante

Due facce e un mondo

Al centro del dipinto è rappresentato un mappamondo, che riporta con molta precisione le terre, i mari e i monti conosciuti nel Quattrocento: si riconoscono anche le Alpi e il Mar Mediterraneo, la nuovissima Scandinavia. I due filosofi Eraclito e Democrito stanno ai suoi lati: uno piange e l’altro ride. Sembrano avere un modo diverso di guardare il mondo e le sue storie. Prova a immaginare la mappa del tuo mondo: un po’ scientifica, frutto delle tue scoperte, e un po’ fantastica, come nei tuoi sogni.

Bramante (Donato di Pascuccio) 
Eraclito e Democrito
1486 circa
Affresco strappato 

Ringraziamo Giorgia per aver prestato la sua voce

Il corpo di santa Caterina trasportato dagli angeli di Bernardino Luini

Lo strappo

Santa Caterina è miracolosamente trasportata dagli angeli. Non fu invece un prodigio a portare questo affresco lontano dal muro su cui fu dipinto, ma la tecnica dello strappo. Si procede così: si incollano dei pezzi di tela sull’affresco e li si strappa, separando dalla parete lo strato dipinto, che si rimonta poi su un altro supporto. Si toglie la tela ed ecco ricomparire i colori e le figure. Riesci a trovare le tracce lasciate da questo antico strappo? In quante parti fu suddiviso l’affresco?

Bernardino Luini (Bernardino Scapi)
Il corpo di santa Caterina trasportato dagli angeli
1514 circa 
Affresco strappato e applicato su tavola

 

Ringraziamo Mayra per aver prestato la sua voce

I tre arcangeli di Marco d’Oggiono

Su e giù

Un bellissimo angelo in volo, dispiega le grandi ali, e brandisce la sua spada. È l’Arcangelo Michele che ha appena sconfitto Lucifero, l’angelo ribelle, che nudo e con la testa all’in giù sta precipitando in una voragine aperta ai suoi piedi. È buia e piuttosto stretta, chissà dove porterà! Immagina di essere al posto di uno dei due arcangeli che assistono alla scena, Gabriele e Raffaele: cosa vedi nella grossa buca? Dove pensi andrà a finire Lucifero?

Marco d’Oggiono 
I tre arcangeli (Gabriele, Michele, Raffaele) 
1516 
Olio su tavola

Ringraziamo Samuele per aver prestato la sua voce

La Pala Sforzesca
Pala Sforzesca del Maestro della Pala Sforzesca

Ritratto di famiglia

Per Ludovico era un dipinto speciale, doveva mostrare a tutti che era l’uomo più importante di Milano. Per questa ragione è raffigurato con Sant’Ambrogio, patrono della città, che gli posa la mano sulla spalla, e il Bambino Gesù che lo benedice. Insieme a lui sono ritratti i suoi due figli in primo piano e la moglie Beatrice, con un’elaborata acconciatura. Tra stoffe pregiate e profusione d’oro, lo sguardo si perde in altri preziosi dettagli. Come vorresti il ritratto ufficiale della tua famiglia? 

Maestro della Pala Sforzesca 
Madonna in trono col Bambino, i dottori della chiesa e la famiglia di Ludovico il Moro (Pala Sforzesca) 
1495 
Olio su tavola 

Ringraziamo Aurora per aver prestato la sua voce

Autoritratto in veste di abate dell’Accademia della Val di Blenio di Giovanni Paolo Lomazzo

In gran segreto

In tempi severi in cui a Milano si cercava di bandire anche le feste, alcuni artisti fondarono un’associazione segreta e bizzarra, l’Accademia dei Facchini, in omaggio ai facchini ticinesi di cui scimmiottavano il gergo, mescolandolo ad altre lingue. Erano amici che si incontravano in segreto, usavano una lingua inventata e si riconoscevano da alcune caratteristiche nell’abito, come Lomazzo, che qui si ritrae con il simbolo dell’annaffiatoio. Per il tuo club segreto, quale simbolo sceglieresti?

Giovanni Paolo Lomazzo
Autoritratto in veste di abate dell’Accademia della Val di Blenio 
1568 circa 
Olio su tela 

Ringraziamo Roxana per aver prestato la sua voce

Napoleone come Marte pacificatore di Antonio Canova

Troppo nudo!

Lo scultore scelse di ritrarre l’Imperatore come un dio dell’antichità classica, nudo e fiero. Napoleone preferiva però i ritratti realistici, con gli uomini illustri in divisa militare o in abiti alla moda; così, quando si vide rappresentato in questo modo, chiese di essere raffigurato vestito. Ma Canova rispose che sarebbe stato impossibile, coi calzoni alla francese e gli stivali, riuscire a creare una bella immagine. Tu disegni le cose come le vedi o cerchi di renderle più belle?

Antonio Canova
Napoleone come Marte pacificatore
1808 
Gesso

 Ringraziamo Pasquale per aver prestato la sua voce

La Pala di Pesaro di Giovan Gerolamo Savoldo

Dalla porta non ci passo

Fu via mare il primo viaggio dell’opera, tra le più grandi e pesanti in legno mai realizzate, troppo difficile il trasporto su carro da Venezia, dove fu dipinta, fino a Pesaro, dove era attesa. L’ultimo viaggio fu il più pericoloso: durante la seconda guerra mondiale la pala lasciò la Pinacoteca per un luogo segreto. Persone coraggiose la misero in salvo dalle bombe, tutta intera, lontano da qua, ma non riuscirono a farla passare da nessuna porta del Palazzo. Riesci a immaginare come la fecero uscire?

Giovan Gerolamo Savoldo 
Brescia 1480 circa – Venezia? dopo il 1548 
Madonna in gloria col Bambino, due angeli musicanti e i santi Pietro, Domenico, Paolo e Girolamo (Pala di Pesaro) 
1524 – 1525 
Olio su tavola 
Dalla chiesa di San Domenico a Pesaro 1811 

Ringraziamo Giulia per aver prestato la sua voce

Ritratto del maresciallo Lucio Foppa di Giovanni Ambrogio Figino

Come Sherlock Holmes

Di questo dipinto, come di molti altri, non si conosce la data di esecuzione. Gli storici dell’arte, come investigatori, devono allora cercare degli indizi che li aiutino a scoprirla. Frugano in scartoffie e documenti antichi, leggono libri e… osservano il dipinto! Il personaggio ritratto indossa un’armatura preziosa che, sappiamo, veniva fabbricata nelle botteghe degli armaioli milanesi in via degli Spadari alla fine del Cinquecento. Data trovata! Ora prova tu a investigare in altri dipinti.

Giovanni Ambrogio Figino
Ritratto del maresciallo Lucio Foppa 
1590 circa 
Olio su tavola 

Ringraziamo Sofia per aver prestato la sua voce

Fruttivendola di Vincenzo Campi

Un po’ di silenzio, per favore!

Come al mercato, trovi qui tre bancarelle: quella del pollame, della frutta e del pesce. Tutti sono indaffarati a esporre la merce nel migliore dei modi: la pollivendola è intenta a spennare, la fruttivendola ci offre un grappolo d’uva ma, ahimè, il piccolo della pescivendola piange: è stato pizzicato da un gambero e la madre sembra non accorgersene. Se sei già stato in un mercato, sicuramente puoi immaginare quanto rumore c’è. Qui quale predomina secondo te?

Vincenzo Campi
Fruttivendola 
1578-1581 
Olio su tela 

Ringraziamo Evelina per aver prestato la sua voce

Ritratto di Febo da Brescia, Ritratto di Laura da Pola di Lorenzo Lotto

Una coppia perfetta

Laura e Febo sono una accanto all’altro da quasi seicento anni. Sono stati pensati insieme, per stare insieme. I gesti di lei rimandano a quelli di lui: un braccio è appoggiato, le mani stringono oggetti preziosi, che ci raccontano quanto sono ricchi e importanti nella Treviso del 1540. Due dipinti legati tra loro, che si corrispondono in dimensioni, cornice e stile, si chiamano ‘en pendant’. Prova a cercarne altri in museo: un’altra coppia ti aspetta nella sala dei ritratti del Seicento. 

Lorenzo Lotto
Ritratto di Febo da Brescia, Ritratto di Laura da Pola
1543-1544
Olio su tela

Ringraziamo Giancarlo per aver prestato la sua voce

San Giovanni Battista di Francesco Del Cossa

Castelli in aria

Nel mezzo di un deserto se ne sta un uomo, con piglio severo a riflettere sul mondo. Imponente in primo piano domina questo bizzarro paesaggio. Persino una lucertola curiosa sosta a guardarlo. Che strane combinazioni ci sono in questo dipinto, una città intera nasce dalle rocce e rimane lì sospesa. E quanti cunicoli puoi con tare se con occhio attento sai osservare. Muovi lo sguardo tra i sentieri pietrosi. Cosa incontri? Se vuoi puoi camminare su gli stessi sassi nel dipinto accanto.

Francesco Del Cossa
San Giovanni Battista 
1470-1473

Tempera su tavola

Ringraziamo Tiziana per aver prestato la sua voce

Compianto sul Cristo morto del Garofalo

Pinze e chiodi

Quanto vento in quel mantello! Quanto dolore nei volti di Maria e Giovanni. Quanta soave bellezza in quello di Maria Maddalena! Gesù è stato deposto dalla croce: il corpo pallido giace vicino a sua madre che ne stringe al seno il braccio inerte. Il pittore la croce non l’ha nemmeno dipinta. Forse non voleva turbare l’armonia del paesaggio. L’incanto del cielo rosa al tramonto e del pacifico borgo. Riesci a trovare nel quadro gli oggetti che la ricordano? Il bimbo lassù sembra averli già visti.

Garofalo (Benvenuto Tisi)
Compianto sul Cristo morto
1527
Olio su tavola

Ringraziamo Aurora per aver prestato la sua voce

San Giorgio e San Giovanni Battista di Dosso Dossi

Uno di fronte, uno di profilo

Sono in due. Uno sta per compiere un passo, il braccio destro circonda il corpo e appoggia la mano sul lungo bastone. Tutto si avvita e si incrocia. L’altro, di profilo perfetto, è ben piantato sui due piedi, le gambe rosse aperte come i bracci di un compasso, l’armatura è lucida. La bandiera pende silenziosa. Tutto è a posto. Su il sipario! 
Immagini da dove arrivano? E dove stanno andando? Come mai sono qui insieme?

Dosso Dossi  (Giovanni di Niccolò Luteri)
San Giorgio e San Giovanni Battista
1540 circa
Olio su tavola

Ringraziamo Daniela per aver prestato la sua voce

Polittico di Valle Romita di Gentile da Fabriano
GENTILE DA FABRIANO - Polittico di Valle Romita

A piedi nudi

Dov’è l’azzurro del cielo? Al suo posto c’è una foglia d’oro vero. Il blu è nel manto di Maria in preziosa polvere di lapislazzuli. Di morbida pelliccia sono i mantelli di Maddalena e Gerolamo. Ma che contrasto con il ruvido saio dei francescani! C’è chi è a piedi nudi: chi prega, chi legge. Una volta questo dipinto si trovava in una chiesa: oro per stupire lo sguardo, piedi nudi per ricordare l’umiltà. Come ti immagini quella chiesa? Piccola o grande, umile o fastosa?

Gentile da Fabriano (Gentile di Niccolò di Giovanni)
Incoronazione della Vergine, i santi Gerolamo, Francesco, Domenico, Maria Maddalena. I santi Pietro Martire, Giovanni Battista, Francesco e un santo francescano (polittico di Valle Romita)
1408 circa
Tempera su tavola

Ringraziamo Carlotta per aver prestato la sua voce

Polittico di Gualdo Tadino di Giovanni Angelo d’Antonio da Bolognola

Composizioni “stonate”

Una splendente cornice dorata, suddivisa in altre cornici: un polittico. Al suo interno le figure sono accostate, in un unico armonico insieme, come note su uno spartito. In passato alcuni polittici furono smontati. Col tempo si è persa memoria della loro disposizione e nel riunirli, a volte, furono assemblati i pannelli di differenti insiemi. Guarda con attenzione le ombre: noti niente di strano? La luce, che proviene da direzioni diverse, rivela un segreto. Quali sono le “note sbagliate”?

Giovanni Angelo d’Antonio da Bolognola
Madonna col bambino, angeli e santi (Polittico di Gualdo Tadino)
1462-1465
Tempera su tavola

Ringraziamo Agata per aver prestato la sua voce

Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello
Sposalizio delle vergine di Raffaello

Quattro passi (e più)

Immagina di entrare nel dipinto. Senza disturbare, passa oltre gli sposi in primo piano. Cammina. Mentre attraversi la piazza, senti il rumore dei tuoi piedi sul pavimento? A ogni passo il tempio cresce. Eccoti ai gradini. Sali! La porta è aperta. Entra e guardati intorno: ti circondano le pareti che girano, girano…o sei tu a girare? In alto la cupola gira con te. Ti fermi, perché ti gira anche la testa, e vedi un’altra porta. La attraversi e cammini verso il cielo chiaro: dove vai?

Raffaello Sanzio
Sposalizio della Vergine
Firmato e datato 1504 sul tempio
Olio su tavola

Ringraziamo Alessandro per aver prestato la sua voce

Martirio di san Vitale di Federico Barocci

E un buon numero di figure

Il giorno in cui Barocci presentò il bozzetto di questo dipinto i monaci committenti gli chiesero di aumentare il numero delle figure. Così intorno al santo centrale, nudo e capovolto, ecco comparire un vortice di corpi e cose, di sguardi e gesti, di gialli, rosa, rossi, azzurri, soldati, un cappello di paglia, una madre che allatta, delle ciliegie. Quante figure servono per narrare una storia? Quando racconti ti concentri sull’essenziale o ti piace colorire con più dettagli? Quali?

Federico Barocci (Federico Fiori)
Martirio di san Vitale
1580-1583
Olio su tela

Ringraziamo Lucia per aver prestato la sua voce

Paolo rimprovera Pietro penitente di Guido Reni

Linee invisibili

Si vedono solo due uomini, ma sulla tela c’è anche altro. Riesci a disegnare nell’aria la linea che suggerisce la gamba di san Pietro? Dal piede sali fino al ginocchio, dalla mano sinistra corri all’altra mano. È la diagonale di un quadrato? Il lato di un triangolo? La vedi quella linea che va dal gomito di san Pietro alla mano destra di san Paolo? Nei dipinti ci sono spesso geometrie nascoste. Divertiti a cercarle tutte in questo dipinto e in altri. 

Guido Reni
Paolo rimprovera Pietro penitente
1603-1604
Olio su tela

Ringraziamo Angela per aver prestato la sua voce

Cristo deriso e coronato di spine di Jusepe de Ribera

“Salve, re dei Giudei!”

Jusepe de Ribera li ha immaginati così i soldati che deridono Gesù. Li ha colti mentre incoronano Cristo di spine, gli danno un bastone come scettro e gli gettano addosso un mantello color porpora. Per tradizione essi sono rappresentati brutti, come se la bruttezza interiore ne deformasse l’aspetto. Certo anche a te sarà capitato di disegnare un cattivo. Come lo hai raffigurato?

Jusepe de Ribera
Cristo deriso e coronato di spine
Forse 1638
Olio su tela

Ringraziamo Victor Rafael per aver prestato la sua voce

Martirio delle sante Rufina e Seconda (Quadro delle tre mani)

Senza titolo

La pittura si era appena asciugata e già il canonico Giovanni Pasta lo nominava in una lettera come “quadro delle tre mani”, “di tre pennelli, anzi di tre grazie pennelleggianti”, poiché era stato dipinto da tre maestri insieme. Una vera rarità, tanto che è ancora così chiamato. Spesso le opere nascono senza un titolo: alcune volte esso dipende dal soggetto o, come in questo caso, da qualcosa che le rende diverse dalle altre. Prova a trovare nuovi titoli per i dipinti esposti in Pinacoteca. 

Cerano (Giovan Battista Crespi)
Giulio Cesare Procaccini
Morazzone (Pier Francesco Mazzucchelli)
Martirio delle sante Rufina e Seconda (Quadro delle tre mani)
1620-1624
Olio su tela

Cenacolo di Pieter Paul Rubens

Attenti al cane

“Chi sarà a tradirti, Gesù?”, “Sarò io?”, “O forse lui?” si chiedono gli apostoli disposti attorno alla candela. Soltanto uno guarda fuori dal quadro. Il pittore ha scelto di dare molta importanza a questa figura, dipinta in primo piano: è Giuda. Per sottolinearne il tradimento Rubens ha dipinto un cane ai suoi piedi, simbolo di fedeltà. A quale animale accosteresti la tua figura per ricreare lo stesso gioco di contrasti proposto dal pittore in questo quadro? 

Pieter Paul Rubens
Cenacolo
1631-1632
Olio su tavola

Ringraziamo Angelo Antonio per aver prestato la sua voce

Autoritratto con altre figure di Annibale Carracci

“Noi altri dipintori habbiamo da parlare con le mani”

Chi è quest’uomo? Ci guarda con una comprensione così profonda della realtà. Silenzioso. In una mano la tavolozza con quel poco di materia, il colore. Nell’altra il pennello. E chi sono questi altri uomini? Un vecchio, un ragazzino, cui un’altra figura porge qualche cosa, forse un pennello. Questa scena lenta, quasi solenne, rimane un enigma. Ma lui è sicuramente Annibale Carracci, al cavalletto, intento a dipingere i suoi lineamenti riflessi in uno specchio. Quali cose preferisci dire disegnando? 

Annibale Carracci
Autoritratto con altre figure
1593 circa
Olio su tela

Ringraziamo Lara per aver prestato la sua voce

Ritratto di gentildonna di Tanzio da Varallo

È tempo di vestirsi

Infila le braccia nelle maniche dell’ampia veste gialla. Chiude i bottoni dal fondo fino al collo, uno, due, tre, venti, ventuno… è d’obbligo farsi aiutare. Indossa la lunga sopravveste nera. Vi sistema sopra la pesante collana a grandi maglie d’oro. Un tocco ai polsini che sbuffano dalle maniche. Chiude la gorgiera. Appoggia su di essa la collana di pietre dure nel castone dorato. Infila gli anelli. Si acconcia i capelli in su. È pronta per posare. Tu cosa indosseresti per farti ritrarre? 
 

Tanzio da Varallo (Antonio d’Enrico)
Ritratto di gentildonna
1613-1616
Olio su tela

Ringraziamo Salvo per aver prestato la sua voce

Quattro opere in sala 34

Primi fra tutti!

In questa sala sono esposti quattro dipinti molto speciali: hanno le stesse dimensioni, provengono dalla stessa chiesa e furono tra i primi ad arrivare in Pinacoteca. Era il 1796 quando la chiesa venne soppressa e il segretario dell’Accademia di Brera chiese al ministro dell’Interno che queste opere fossero portate qui, per far esercitare i suoi allievi nel disegno e nella pittura. Tu come ti sentiresti davanti alla sfida di imparare da questi modelli? Quale tra queste opere sceglieresti di copiare? 

Pompeo Batoni

Madonna con il Bambino e i Santi Giuseppe e Zaccaria, Elisabetta e Giovannino
1738 – 1740

Olio su tela

Pierre Subleyras

Visione di San Girolamo
1739

Olio su tela

Pierre Subleyras

Cristo in croce tra Sant’Eusebio, San Filippo Neri e la Maddalena
1744

Olio su tela

Giuseppe Bottani

Partenza di Santa Paola romana per la Terra Santa
1745

Olio su tela

Ringraziamo il liceo Agnesi per aver prestato la sua voce

La Madonna del Carmelo fra i santi Simone Stock, Teresa d’Avila, Alberto di Vercelli, il profeta Elia e le anime del Purgatorio di Giambattista Tiepolo
madonna del Carmelo di Tiepolo

Una pagina mancante

A volte i dipinti sono considerati dei testi, e come tali vanno letti. Tiepolo racconta, su questa enorme tela, momenti fondamentali della storia dell’Ordine religioso carmelitano. Non si sa bene quando e perché quest’opera venne divisa in due e, come in un libro a cui vengono strappate delle pagine, la storia non era più completa. Fu la Pinacoteca a ricucire insieme le parti. Riesci a individuare la cicatrice? Perché ,secondo te, qualcuno decise di tagliare la tela? 

Giambattista Tiepolo
La Madonna del Carmelo fra i santi Simone Stock, Teresa d’Avila, Alberto di Vercelli, il profeta Elia e le anime del Purgatorio
1745
Olio su tela

Ringraziamo Fabiola per aver prestato la sua voce

Veduta di Gazzada di Bernardo Bellotto

Come una foto

Nel Settecento la fotografia non esisteva. I pittori però utilizzavano la camera ottica e la loro bravura per rendere più reali i paesaggi e cogliere le vibrazioni della luce, l’allungarsi delle ombre, lo spessore dell’aria. Bellotto dipinge il villaggio nella luce del pomeriggio: i contadini tornano dai campi, le donne raccolgono il bucato, il campanile della chiesa s’innalza verso il cielo. Il pittore rende eterno un quotidiano angolo di Lombardia. Descrivi il paesaggio che avresti scelto tu. 

Bernardo Bellotto
Veduta di Gazzada
1744
Olio su tela

 Ringraziamo Laura per aver prestato la sua voce

Rebecca ed Eleazaro al pozzo di Giambattista Piazzetta

Piume, nappe e sbuffi

Ci sono persone, animali, nuvole in cielo. Rebecca sta guardando Eleazaro, servo di Abramo, che le porge preziosi gioielli, chiedendola in sposa per Isacco, figlio del padrone. Se non fosse per il titolo, sarebbe difficile capire che si tratta di un episodio narrato nella Bibbia, di un momento importante. Il pittore infatti lo raffigura come se si stesse svolgendo ai suoi tempi, nel Settecento, con toni frivoli e vezzosi. Se fosse ambientato ai giorni nostri, come sarebbero vestiti i personaggi?

Giambattista Piazzetta
Rebecca ed Eleazaro al pozzo
1735-1740
Olio su tela

Ringraziamo Matilda per aver prestato la sua voce

Autoritratto al cavalletto di Salomon Adler

Chi ride per primo

Salomon si ritrae grassoccio e sorridente. Con una mano dipinge, con l’altra tiene un fascio di pennelli e una tavolozza, dove si ritrovano anche i colori della sua lussuosa veste da camera di seta a fiorami. Invece intorno, nella sala, ti osservano volti molto seri. Staranno giocando a quel gioco, lo conosci di sicuro: ci si guarda negli occhi e il primo che ride perde. Salomon ha perso. Sfida chi è con te! 

Salomon Adler
Autoritratto al cavalletto
1690 circa
Olio su tela

Ringraziamo il liceo Agnesi per aver prestato la sua voce

Malinconia di Francesco Hayez

Animo visibile

Una giovane donna assorta veste un abito di raso celeste e non si cura che le sia scivolato dalla spalla, i capelli ricadono sciolti ai lati del viso, i fiori recisi appassiscono nel vaso. L’artista rappresenta così l’allegoria della Malinconia, dando una forma concreta a uno stato d’animo; è l’occasione poi per sfoggiare la sua abilità pittorica moltiplicando le varietà dei fiori e le pieghe dell’abito in mille riflessi di luce. Prova a pensare ad uno stato d’animo. Tu che forma gli daresti? 

Francesco Hayez
Malinconia
1841-1842
Olio su tela

Ringraziamo Giusy per aver prestato la sua voce

Odalisca di Francesco Hayez

Non ti muovere!

Il pittore deve averle detto che quel giorno sarebbe stata un’odalisca. Tolti gli abiti quotidiani, l’ha avvolta in un velo bianco e le ha chiesto di rimanere ferma in quella posizione: la testa lievemente inclinata, una mano stretta alla vita e l’altra portata al petto per reggere il velo. La modella è rimasta pazientemente in posa per chissà quante ore! Se le persone che sono con te fossero i tuoi modelli, cosa chiederesti loro di fare? Come li posizioneresti?

Francesco Hayez
Odalisca
1839
Olio su tela

Ringraziamo Loredana per aver prestato la sua voce

Triste presentimento di Gerolamo Induno

Gli oggetti raccontano

Induno ha dipinto la camera nei minimi dettagli, se osservi tutti gli oggetti con attenzione e poi chiudi gli occhi ti sembrerà di esserci entrato davvero: le scarpe e i vestiti in disordine, il copriletto a fiori, lo specchio sul camino, le immagini attaccate al muro e sull’imposta… Ci sembra quasi di conoscere quella ragazza seduta sul letto, ogni cosa nella stanza ci parla di lei. Quali oggetti si trovano nella tua camera e cosa raccontano di te?

Gerolamo Induno
Triste presentimento
1862
Olio su tela

Ringraziamo Lucilla per aver prestato la sua voce

Il pergolato di Silvestro Lega

Luce d’estate

La luce dell’estate sfuma i pioppi che spuntano all’orizzonte. Il sole indora alcune foglie del rampicante, ma non riesce a raggiungere quelle più nascoste, che sprofondano nell’ombra. Caldi raggi vincono la barriera del pergolato dipingendo strisce chiare sul pavimento, pennellano una macchia bianca sulla spalla della donna sulla panchina, illuminano piccole parti del viso e del vestito rosa della bambina. E se una nuvola coprisse il sole? Come cambierebbero luci e ombre?

Silvestro Lega
Un dopo pranzo (il pergolato)
1868
Olio su tela

Ringraziamo Fabio per aver prestato la sua voce

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