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I tesori del Palazzo di Brera

01 - Benvenuto

Le diverse realtà che risiedono qui hanno UNA STORIA IN COMUNE. Andiamo a scoprirla!
Sei in via Brera 28, davanti a te il solido e austero palazzo di Brera. La facciata, in mattoni rosso scuro, che contrasta con il grigio della pietra delle cornici, nasconde tesori inaspettati.
Entra dall’ingresso monumentale.

02 - Storia del Palazzo di Brera

Il cortile, a doppio ordine di colonne, doriche e ioniche, fu realizzato nel Seicento su progetto di Francesco Maria Richini, ma la storia di questo edificio ha origini molto più lontane nel tempo. Prima del 1200 questo cortile era un prato, una braida, ai confini della città medioevale di Milano. Ancora oggi questa parola tardo-latina riecheggia nel nome del quartiere, conosciuto come Brera.

Su questo terreno vennero costruiti il convento dell’ordine degli Umiliati e Santa Maria di Brera. Questa chiesa oggi non è più visibile perché riadattata e utilizzata come spazio espositivo per la Pinacoteca e aule dell’Accademia.

Nel 1571 il palazzo, affidato ai Gesuiti, venne ristrutturato per ospitare una scuola e assunse l’aspetto attuale. Da quel momento, a Brera, si studiarono le lettere, le scienze e le arti.

Nel 1773 il collegio dei Gesuiti divenne proprietà dello Stato e l’imperatrice Maria Teresa d’Austria lo trasformò nella sede di alcuni dei più importanti istituti culturali della città: la Biblioteca Braidense, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico e l’Accademia di Belle Arti a cui si aggiunsero, per volere di Napoleone, la Pinacoteca di Brera e l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Giuseppe Piermarini, uno dei protagonisti del Neoclassicismo in Italia e architetto del teatro alla Scala, fu incaricato della progettazione dei lavori. A lui si devono la sistemazione della biblioteca, il portale d’ingresso su via Brera, ed il completamento del cortile, al cui centro fu posta solo successivamente la statua di Napoleone in veste di Marte pacificatore.

03 - Canova, Napoleone Bonaparte

La statua replica un originale marmoreo, oggi conservato a Londra, e rappresenta Napoleone Bonaparte in veste del dio della guerra Marte in qualità di pacificatore. In una mano tiene lo scettro e nell’altra il globo sormontato dalla Vittoria alata: questa piccola parte della statua è una copia, poiché nel 1978 l’originale venne rubato.
Fu commissionata dal principe Eugenio di Beauharnais nel 1807. Per realizzarla fu utilizzato il bronzo dei cannoni di Castel sant’Angelo a Roma e furono necessarie due fusioni per arrivare alla versione definitiva. Venne portata a Milano nel 1812, ma fu solo nel 1859 che i patrioti milanesi decisero di collocarla al centro del cortile d’onore, su un piedistallo decorato con aquile e fregi. In quell’anno, infatti, la cittá venne liberata dalla dominazione austriaca, anche grazie all’alleanza con i francesi.
Nel 2014 fu qui creato un laboratorio temporaneo per restaurare la statua.
All’interno della Pinacoteca, al centro della sala XIV, se ne può ammirare una delle versioni in gesso.

04 - Cortile d'onore e portico

Nel corso di tutto l’Ottocento le logge, i cortili, gli atri e i corridoi furono decorati da sculture per ricordare artisti, benefattori, uomini di cultura e di scienza che avevano contribuito a dare lustro alle istituzioni presenti nel Palazzo e alla città di Milano.

Camminando lungo il portico che circonda il cortile si passa davanti alla sala delle adunanze dell’Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere, alla destra del cancello d’ingresso, e sul lato opposto, alla sede dell’Associazione Amici di Brera.

Nella Sala napoleonica dell’Accademia sono conservati ed esposti i calchi del fregio del Partenone, voluti da Canova per le accademie più importanti della penisola. Questa sala si affaccia sul cortile d’onore ed è visitabile solo in occasione di mostre ed eventi.

05 - Gli amici di Brera e Caravaggio, "La cena in Emmaus"

L’Associazione è una tra le più antiche di Milano e opera da sempre per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del Palazzo e dei Musei Civici milanesi. Fondata nel 1926, soppressa durante il fascismo e ricostituita nel 1949, promuove conferenze e incontri, visite e attività didattiche; fu anche la prima realtà ad organizzare in Pinacoteca attività rivolte ai bambini, con Bruno Munari e Renate Eco. Attraverso sponsorizzazioni, raccolte fondi e donazioni sostiene Brera e le altre istituzioni culturali della città.

Furono proprio gli Amici di Brera ad acquistare la Cena in Emmaus di Caravaggio e a farne dono alla Pinacoteca.
Questo avvenne nel 1939 su indicazione di Ettore Modigliani, allontanato dal suo incarico di soprintendente quello stesso anno perché ebreo. Lo Stato contribuì con circa 9000 lire, mentre gran parte del costo (circa 500.000 lire, corrispondenti a 435.000 euro di oggi) fu coperta da alcuni mecenati dell’Associazione, Mario e Aldo Crespi e Paolo Gerli.
Purtroppo, proprio alla vigilia dell’esposizione, l’Associazione venne soppressa dal governo fascista e sostituita dal Centro d’azione per le Arti.

Vai al sito web degli Amici di Brera

06 - Bookshop e fontana

Accanto alla sede degli Amici di Brera si trova Bottega Brera, il bookshop della Pinacoteca: al suo interno potrai approfondire la conoscenza del museo e delle sue collezioni grazie a libri e cataloghi in vendita. Vi è anche un’ampia selezione di oggetti che non troverai in nessun altro museo, che rimarranno un ricordo della tua visita a Brera come veri e propri souvenir dell’esperienza museale.

Camminando lungo questo lato del cortile, si trovano le due scale monumentali che conducono alla Pinacoteca. Tra di esse si trova una fontana. Entrando in una delle porte vicine si accede ai corridoi dell’Accademia di Belle Arti. Su entrambi i lati, alcune delle aule in cui si tengono le lezioni.

Vai al sito della Bottega di Brera

07 - Accademia di belle arti di Brera, accesso scalone biblioteca braidense e accesso alternativo Biblioteca Braidense

L’Accademia di Belle Arti di Brera nacque nel 1776 per assolvere la funzione, secondo l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, di sottrarre l’insegnamento delle Belle Arti ad artigiani e artisti privati, sottoponendolo “alla pubblica sorveglianza ed al pubblico giudizio”.
Nel 1801 fu nominato segretario Giuseppe Bossi, geniale letterato e artista dell’età neoclassica: a lui si deve un potente impulso alla vita dell’Accademia che, durante il periodo napoleonico, conobbe un momento di straordinario vigore, vedendo finalmente istituita l’esposizione annuale, una propria biblioteca e una pinacoteca. Quest’ultima era formata da opere che ancora oggi fanno parte delle collezioni di Brera. L’istituzione divenne così il motore del sistema dell’arte milanese.
Torneremo più volte nei corridoi dell’Accademia di Belle Arti poiché le sue aule sono disseminate per tutto il palazzo.

Entra dalla porta a sinistra e prosegui lungo il corridoio davanti a te. Poco più avanti alla tua destra c’è l’ufficio della Direzione dell’Accademia; ai lati della porta puoi ammirare due gruppi di statue in gesso che riproducono le tombe di Lorenzo e Giuliano de’ Medici nella Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze. Fanno parte delle collezioni dell’Accademia che, come ogni scuola d’arte, le utilizzava per l’esercizio dei suoi allievi nella copia dei grandi maestri. Per buona parte dell’Ottocento la “Galleria delle statue” occupò le sale della Pinacoteca che si affacciano su via Brera e che ora ospitano i dipinti del Seicento.

Più avanti, nello stesso corridoio a sinistra, trovi il grande scalone che porta alla Biblioteca Braidense.

Se la biblioteca è aperta e non puoi usare le scale, torna all’inizio del corridoio e gira a destra. All’interno di questo cortile, sulla destra, c’è una torre cilindrica nella quale troverai l’ascensore.

Vai al sito web dell’Accademia di belle arti di Brera

08 - Biblioteca Braidense e Sala Maria Teresa

La Biblioteca Braidense contiene dei veri e propri tesori che raccontano Milano e la nostra storia letteraria, tra cui le varie versioni autografe e a stampa dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, prima e dopo il “risciacquo in Arno”, e le primissime edizioni dei testi di Ugo Foscolo.
Nel 1770 Maria Teresa d’Austria, non ritenendo sufficiente la Biblioteca Ambrosiana, aperta nel 1609 e “ricca bensì di manoscritti” ma non di “libri stampati”, decise di destinare ad uso pubblico la biblioteca del conte Carlo Pertusati, che aveva raccolto circa 24.000 volumi durante i suoi viaggi in Italia e all’estero.
Nel 1773, il fondo Pertusati venne trasferito nel Palazzo di Brera e aggiunto a quello dei Gesuiti, che con lo scioglimento dell’ordine era diventato di proprietà dello Stato. Si creò così il nucleo iniziale della Biblioteca Braidense.
Da allora altri fondi e donazioni arricchiscono costantemente il suo patrimonio e grazie alla legge che stabilisce l’obbligo di depositare in biblioteca ogni libro o periodico pubblicato nella provincia di Milano, essa può vantare un continuo aggiornamento.

È curioso anche sapere che la Braidense, nel 1885, fu la seconda biblioteca al mondo, dopo quella di New York, a dotarsi di un impianto di illuminazione elettrica. Le lampadine erano a quei tempi merce preziosa: perciò fino alla metà del ‘900 su ogni lampadina si poteva leggere “Rubata alla Biblioteca di Brera”. Un modo originale per dissuadere da eventuali furti!

Vai al sito web della Biblioteca Nazionale Braidense

09 - Verso Palazzo Landriani e percorso alternativo verso palazzo Landriani

Scendi lo scalone, gira a sinistra e guardando il gesso di Achille che sorregge Aiace morente, gira ancora a sinistra. Uscirai in un cortile, detto “della Pesa”: davanti a te, uno degli ingressi del palazzo, in via Fiori Oscuri n. 4.
Qui troverai un portale con un cancello in ferro che si apre sul cortile di Palazzo Landriani, in cui hanno sede gli uffici e la Biblioteca dell’Istituto Lombardo Accademia di scienze e lettere.

Attenzione: nel fine settimana l’ingresso al cortile può essere chiuso. In questo caso potrai raggiungerlo percorrendo il corridoio a destra della scultura; alle colonne gira a sinistra e apri la porta a vetri che vedrai davanti a te. Il vialetto di ghiaia conduce verso destra all’Orto botanico; percorrendolo verso sinistra invece, seguendo l’alto muro che lo delimita, arriverai al cortile della Pesa.

10 - Istituto Lombardo Accademia di scienze

L’Istituto Lombardo Accademia di scienze e lettere ha, dal 1810, sede nel palazzo di Brera, dove tuttora conserva la sala delle adunanze, nel cortile d’onore, e l’archivio. Fu fondato da Napoleone con sede prima a Bologna e poi a Milano.
L’Istituto funziona senza interruzioni dalle origini, con l’incarico di raccogliere le scoperte e perfezionare le arti e le scienze.
Organizza infatti convegni e incontri durante i quali vengono presentate, discusse e approvate per la stampa ricerche e lavori originali. Vengono inoltre organizzati cicli di lezioni dedicati ad argomenti letterari e scientifici di attualità, per mettere in contatto il pubblico con esperti altamente qualificati e conoscere lo stato degli studi nei vari campi del sapere.
Fra i suoi membri storici si annoverano varie personalità del mondo della cultura: scienziati come Alessandro Volta e Giovanni Schiaparelli, astronomo e direttore della Specola di Brera; letterati come Vincenzo Monti, Alessandro Manzoni, Giosuè Carducci, papa Pio XI ed Eugenio Montale; artisti come Antonio Canova e Andrea Appiani, che ebbe fra l’altro un ruolo fondamentale per la storia della Pinacoteca.
Fra i più recenti troviamo Albert Einstein, Giulio Natta, Renato Dulbecco, Carlo Rubbia e molti altri italiani e stranieri.
L’Istituto possiede una importante Biblioteca di 500.000 volumi e un archivio ricco di carte manoscritte di membri e soci fra cui Alessandro Volta, del quale si conservano 6.000 manoscritti.

Vai al sito web dell’Istituto Lombardo

11 - Verso l’Osservatorio Astronomico

Ora imbocca il vialetto e rientra attraverso il passaggio a destra. Apri la porta che incontri dopo i tre scalini. Alla tua destra c’è una scala che porta all’Osservatorio astronomico.
Sali le scale e vai oltre il pianerottolo, fino in cima: troverai un largo atrio, con grandi foto astronomiche e, sulla sinistra, l’ingresso dell’Osservatorio.
Accessibilità: l’Osservatorio non dispone di ascensore interno: se non puoi accedere dalla scala, contatta l’istituto per richieste specifiche

Vai al sito web del Museo Astronomico di Brera

12 - Osservatorio Astronomico

L’Osservatorio Astronomico di Brera fa parte dell’INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, ed è la più antica istituzione scientifica di Milano.
L’Osservatorio ha due sedi, una in Palazzo Brera e una a Merate, nel lecchese, aperta negli anni Venti del ‘900.
Venne fondato dai Gesuiti intorno al 1760, quando padre Ruggero Boscovich progettò e fece costruire in questo palazzo la prima specola (cioè luogo elevato, adatto per osservazioni astronomiche). Da allora qui non si è mai interrotto lo studio del cosmo. L’Osservatorio oggi si colloca tra i migliori istituti di ricerca italiani e può vantare collaborazioni con istituti e agenzie nazionali e internazionali, come la NASA e l’ESA, e i più prestigiosi osservatòri che operano alle Canarie col Telescopio Nazionale Galileo, in Cile e alle Hawaii.
Da sempre l’Osservatorio si impegna nella divulgazione scientifica verso il pubblico di non addetti ai lavori. Si parla di pianeti, di stelle, di buchi neri e di energia oscura, ma anche di galassie, di lampi gamma, di strutture lontane nello spazio e nel tempo.
Per accedere agli studi dei moderni astronomi si attraversa il Museo astronomico, che custodisce gli strumenti utilizzati dagli scienziati dell’Osservatorio nel corso dei secoli, integrati da alcuni altri che appartengono all’Università degli studi di Milano. Attraverso questi strumenti si ripercorrono i risultati ottenuti dagli astronomi dell’Osservatorio, come Giovanni Schiaparelli, che volle la cupola, tuttora visitabile, e che produsse dettagliate mappe di Marte con il telescopio, che è ancora nella sua posizione originale.

Vai al sito web dell’Osservatorio Astronomico di Brera

13 - Verso l’Orto Botanico

Dal Museo Astronomico scendi le scale e gira subito a sinistra. Esci e percorri verso destra il vialetto in ghiaia, chiamato da sempre Strettone. In fondo trovi l’ingresso dell’Orto Botanico.
In alternativa puoi raggiungerlo da via privata Fratelli Gabba n. 10, con rampa d’accesso, ma dovrai uscire dal palazzo. I percorsi all’interno dell’Orto sono in ghiaietto e terra battuta.

14 - Orto Botanico e verso l’Archivio Ricordi

Nel 1774-‘75 il giardino del Palazzo, fin dal ‘300 degli Umiliati e dal ‘500 dei Gesuiti, fu istituito come vero e proprio Orto Botanico per l’alta formazione in farmacia e medicina. Oggi ha ancora questa funzione, ma è anche un vero e proprio museo a cielo aperto, dove si svolgono molte attività per il pubblico e si possono ammirare più di mille specie diverse di piante: alcune hanno frutti e foglie dalla forma curiosa, altre sono alberi centenari.
L’Orto conserva l’originale struttura con due vasche ellittiche tra le fitte aiuole che ospitano specie della flora autoctona, nonché piante medicinali, mediterranee, tintòrie, tessili. Nell’arboreto svettano importanti esemplari ad alto fusto, tra cui i due patriarchi dell’Orto, due Ginkgo biloba di 2 secoli e mezzo. In autunno le loro foglie si tingono di un intenso giallo e, cadendo a terra, formano un morbido tappeto su cui si può camminare.
Durante tutto l’anno puoi passeggiare tra le aiuole e goderti il silenzio di questo angolo verde nel centro della città, che offre a ogni stagione un volto diverso e interessante.

Ripercorri il vialetto di ghiaia ed entra nel palazzo.
Gira subito a sinistra. Il largo corridoio è chiuso da una parete a vetri: sulla destra l’ingresso dell’Archivio Ricordi.

Vai al sito web ortibotanici.unimi.it

15 - Archivio Ricordi

L’Archivio fu fondato nel 1808 ed è in questa sede, come deposito della Biblioteca Braidense, dal 2004. È la memoria storica dell’editore musicale Ricordi: raccoglie libretti, partiture, lettere di compositori, librettisti e cantanti, bozzetti e figurini, foto d’epoca e manifesti Art Nouveau.
Rappresenta una delle più importanti raccolte musicali private del mondo: le opere immortali di geni, tra cui Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, e le audaci sperimentazioni dei compositori contemporanei, sono a tutt’oggi presenti nell’Archivio.
Il materiale è consultabile, su prenotazione, nella Sala manzoniana della Biblioteca Braidense, adibita alla lettura dei manoscritti.

Vai al sito web archivioricordi.com

16 - Cortile della Magnolia e corridoio dello studio di Hayez

Torna indietro. Sullo stesso lato del corridoio, poco più avanti, c’è un passaggio. Ora esci! Ti trovi adesso nello spazio conosciuto come Cortile della magnolia: da qui, in fondo a sinistra, si accede alle aule di incisione dell’Accademia, visibili anche dall’interno dell’Orto Botanico.
La magnolia nasconde in parte alla vista la base di quello che era il campanile della chiesa di Santa Maria di Brera.
Se guardi in alto puoi anche intravedere la Cupola a fiore dell’Osservatorio Astronomico.

Rientrando, tieni la sinistra e gira ancora a sinistra per continuare a camminare nei corridoi dell’Accademia. Molti pittori famosi hanno imparato i segreti dell’arte proprio in queste aule, dove ancora oggi i giovani artisti lavorano alle loro creazioni.

17 - Studio di Francesco Hayez e verso l’atrio dei Gesuiti

Proprio qui, sulla destra, una targa segnala lo studio di Francesco Hayez, insegnante di pittura e direttore dell’Accademia di belle arti, uno dei più grandi artisti italiani dell’Ottocento. Se visiterai la Pinacoteca al piano superiore, tra le varie opere del maestro, potrai ammirare uno dei suoi dipinti più celebri: il Bacio.

Continua a camminare lungo il corridoio: stai costeggiando, sulla sinistra, gli spazi che appartenevano alla chiesa trecentesca di Santa Maria di Brera, ora destinati alle aule di scenografia. Al loro interno, purtroppo non accessibile, sono ancora visibili particolari architettonici strutturali e decorativi, nonché tracce di affreschi; due di questi, opera di Foppa, li troverai staccati ed esposti in Pinacoteca.

18 - Atrio dei Gesuiti, piazzetta Brera e corridoio dei gessi

Proseguendo dritto varca l’ingresso.
Alla tua sinistra puoi vedere un grande bassorilievo con l’Incoronazione di Napoleone a Re d’Italia, pensato per decorare l’Arco della Pace in corso Sempione.
Se ti volti, scoprirai che sei appena passato attraverso il portale barocco che apparteneva alla Chiesa di San Sepolcro.
Ed eccoti ora nell’Atrio dei Gesuiti, o “spazio Consagra” chiamato così da quando nel 2013 vi è stata collocata la scultura “Muraglia Cangrande” realizzata nel 1977 da Pietro Consagra, uno dei più prestigiosi esponenti dell’astrattismo internazionale.

19 - Verso la Pinacoteca, accesso alternativo alla Pinacoteca e in cima allo scalone

Torna nel cortile d’onore del Palazzo, quello con la statua di Napoleone.
Scegli quale dei due scaloni prendere per arrivare al primo piano: da una parte incontrerai il monumento al giurista e studioso di diritto Cesare Beccaria, realizzato da Pompeo Marchesi, dall’altra quello dedicato al poeta Giuseppe Parini, opera di Gaetano Monti.

Se la Pinacoteca è aperta ma per qualsiasi motivo non puoi accedere dallo scalone a doppia rampa, dalla sua base oltrepassa la porta e gira a sinistra. All’interno del cortile in cui sei arrivato, tieni la sinistra: in fondo troverai la reception dalla quale potrai accedere in pinacoteca con l’ascensore.

Una volta in cima alle scale, vedrai una porta a vetri, la cosiddetta porta Gregotti, sotto un grande orologio.

20 - Orologio di Brera

Sopra la porta campeggia l’orologio di Brera, costruito per regolare l’entrata e l’uscita degli studenti del collegio gesuitico. La sua importanza storica ebbe inizio con la riforma del 1786, con cui si adottò anche in Italia il metodo di misura del tempo già in uso nei paesi del Nord Europa e utilizzato ancora oggi.
Quest’ultimo prevede la divisione della giornata in due parti uguali, ciascuna di 12 ore: da mezzogiorno, quando il Sole transita sul meridiano, a mezzanotte, e dalla prima ora del mattino, momento in cui inizia il nuovo giorno, fino alle 12:00.
Dopo l’Unità d’Italia, dato il servizio che questo orologio offriva alla città di Milano in collaborazione con l’Osservatorio Astronomico, venne presa la decisione di affidare l’incarico della diffusione dell’ora media nazionale proprio all’Osservatorio di Brera.
Questo fino all’8 agosto 1943 quando, nel corso del primo di una serie di violenti bombardamenti che colpirono la città, le coperture del Palazzo di Brera andarono quasi completamente distrutte e furono irrimediabilmente danneggiati quasi tutti i sofisticati strumenti per la misura del tempo.
L’orologio continuò invece a funzionare regolarmente fino al 1957, anno in cui il signor Carlo Milani, meccanico dell’Osservatorio di Brera, per raggiunti limiti di età si ritirò dall’incarico.
L’orologio dopo qualche anno iniziò ad avere problemi di funzionamento e nel 2003 l’ARASS (Associazione per il restauro degli antichi strumenti scientifici, con sede nel cortile d’onore del Palazzo di Brera), ne completò il restauro funzionale. Ancora oggi l’ARASS se ne prende cura, regolandone periodicamente il meccanismo.

21 - Porta Gregotti

La porta al centro dello scalone d’onore sembra essere il naturale ingresso alla Pinacoteca ma, di fatto, fu pensata In epoca austriaca per accedere alla Sala Maria Teresa della Biblioteca, che puoi vedere oltre la seconda porta a vetri.
La sala è dedicata all’Imperatrice Maria Teresa d’Austria che è raffigurata in un ritratto appeso all’ingresso, dipinto da Agostino Comerio.
Utilizzata anche come sala di rappresentanza, per esposizioni e manifestazioni culturali, è arredata con una scaffalatura in legno di noce a due ordini, con un ballatoio continuo, disegnata dall’architetto Giuseppe Piermarini.
I grandi lampadari a goccia settecenteschi, in cristallo di Boemia, sono stati ricostruiti con i resti di quelli che illuminavano il salone delle Cariatidi di Palazzo Reale, distrutti durante i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale.
Solo negli anni ’80 del Novecento il soprintendente Carlo Bertelli, insieme all’architetto Vittorio Gregotti, di cui la porta prende il nome, ne ipotizzarono l’utilizzo come ingresso principale della Pinacoteca. A tal fine, Gregotti disegnò l’infisso in metallo brunito che ancora oggi la caratterizza.
L’apertura della porta come accesso principale è stata realizzata solo il 13 ottobre 2016, voluta dal direttore della Pinacoteca e Biblioteca James Bradburne.

Guardando la scultura in bronzo Il Miracolo, Cavallo e cavaliere di Marino Marini e girando a destra in fondo, trovi la porta d’accesso al Caffè Fernanda.

22 - Caffè Fernanda

Il caffè prende il nome dalla visionaria direttrice di Brera Fernanda Wittgens, cui si deve la riapertura del museo nel 1950, completamente restaurato da Piero Portaluppi dopo i bombardamenti del 1943. Qui sono esposte alcune opere d’arte della collezione di Brera, la Conversione del Duca d’Aquitania di Pietro Damini (1619) e Le tre Grazie, eseguito da Bertel Thorvaldsen nel 1826 in onore di Andrea Appiani. Sono inoltre esposti due prestiti a lungo termine: il busto di Fernanda Wittgens di Marino Marini e il ritratto eseguito da Attilio Rossi. Le didascalie delle opere sono riportate sul menù della caffetteria, che include piatti scelti appositamente per il loro legame con la collezione della Pinacoteca.

Vai al sito web caffefernanda.com

23 - Pinacoteca di Brera

Il museo nasce come collezione di opere esemplari, destinate alla formazione degli studenti dell’Accademia. Nel 1809, dopo aver incrementato il proprio patrimonio a seguito delle requisizioni in chiese e monasteri soppressi, divenne una pinacoteca nazionale per volere di Napoleone Bonaparte.
Oggi espone più di 500 opere di artisti italiani vissuti dal 1200 fino al secolo scorso. Qui sono custoditi capolavori come il Cristo Morto di Mantegna, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, la Pala Montefeltro di Piero della Francesca, la Cena in Emmaus di Caravaggio, il Bacio di Hayez.

Se vuoi visitare la Pinacoteca, i Servizi Educativi del museo hanno realizzato degli itinerari speciali disponibili gratuitamente su questa piattaforma.

Vai al Sito web pinacotecabrera.org

24 - Loggiato

Uscendo dalla Pinacoteca, passeggiare lungo i lati accessibili del loggiato ti darà la possibilità di notare ancora una volta le molte sculture che ornano le pareti del Palazzo.
Statue, busti, lapidi e monumenti sono dedicati ai milanesi illustri che ne hanno costellato la storia: professori dell’Accademia, membri dell’Istituto Lombardo Accademia di scienze e lettere e chiunque ne avesse “aumentato considerevolmente la suppellettile o la dote”, ovvero avesse fatto donazioni.
Alla fine dell’Ottocento, vista la mole di richieste e il gran numero di sculture, si dovette porre un limite: inizialmente venne imposto che l’effigiato fosse deceduto da almeno 5 anni, ma dopo appena tre decenni, gli anni da aspettare divennero 20!

25 - Saluti

Prima di andare, puoi dare un ultimo sguardo alla statua di Napoleone: fu lui che contribuì a fare del palazzo di Brera il centro per la cultura, il sapere e le arti di cui oggi hai potuto scoprire i segreti!

Grazie e torna presto!

I tesori del palazzo di Brera è pensata per i visitatori che vogliono scoprire i segreti del palazzo.
Non tutti sanno che in via Brera 28 hanno sede la Pinacoteca, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Accademia di Belle Arti e altro ancora!
Entrando dal portone monumentale ti troverai nel cortile d’onore. Da qui verrai accompagnato davanti all’ingresso di tutti gli istituti, dove ascolterai una breve introduzione con cenni storici.

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Ogni visitatore della Pinacoteca di Brera merita un’esperienza straordinaria, che possiamo realizzare anche grazie al sostegno di tutti voi. La vostra generosità ci permette di proteggere la nostra collezione, offrire programmi di formazione innovativi e molto altro ancora.

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