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Autoritratto a cinquantasette anni

Scheda tecnica
  • Titolo
    Autoritratto a cinquantasette anni
  • Autore
    Francesco Hayez
  • Anno
    1848
  • Dimensioni
    cm 124 x 94
  • Inventario
    6333
  • Sala
    XXXVIII
  • Firma
    Fran.° Hayez / Italiano della città di Venezia / dipinse 1848

Il restauro dell’Autoritratto di Francesco Hayez (1848, Inv. 6333, Fig. 1) è iniziato a gennaio 2018, concludendosi ad aprile dello stesso anno.

L’opera era considerata dal pittore tra le sue migliori: selezionata con altre sei nel 1855 per rappresentarne il lavoro all’Esposizione Universale di Parigi, rimase nello studio del maestro fino alla morte nel 1882, e quindi fu donata alla Pinacoteca dalla figlia adottiva Angiolina.

A sinistra, Francesco Hayez, Autoritratto, prima del restauro (fig. 1); a destra, l’opera collocata nel laboratorio di restauro della Pinacoteca di Brera (fig. 2).
A sinistra, Francesco Hayez, Autoritratto, prima del restauro (fig. 1); a destra, l’opera collocata nel laboratorio di restauro della Pinacoteca di Brera (fig. 2).

Il dipinto è firmato in corsivo a pennello: Fran. Hayez / Italiano della città di Venezia / dipinse 1848.

Il restauro, effettuato all’interno del Laboratorio di restauro trasparente della sala XVIII (fig. 2), si è reso necessario in quanto il dipinto appariva appesantito dall’ossidazione della vernice superficiale, opacizzata ed ingiallita. Inoltre lungo il perimetro andavano fissati alcuni piccoli sollevamenti del colore che si erano formati a contatto della cornice.

Dall’alto, particolare in infrarosso falso colore, riflettografia, fluorescenza ultravioletta e luce visibile (fig. 3); immagine al microscopio dell’incarnato sulla fronte (60x) (fig. 4).
Da sinistra, particolare in infrarosso falso colore, riflettografia, fluorescenza ultravioletta e luce visibile (fig. 3); immagine al microscopio dell’incarnato sulla fronte (60x) (fig. 4).

Prima del restauro il dipinto è stato oggetto di un’accurata campagna fotografica e diagnostica (figg. 3, 4), comprendente riprese in luce diffusa e radente, macrofotografie e fotografie al microscopio, riflettografia infrarossa (IRR), infrarosso falso colore (IRFC), fluorescenza ultravioletta (UVF), spettrometria in riflettanza (Vis-RS). Gli esiti e le osservazioni dirette dell’opera hanno consentito di approfondire la conoscenza della tecnica dell’artista, permettendo di impostare ogni fase dell’intervento di restauro.

A sinistra, verso del dipinto (fig. 5); a destra dall’alto, particolare del volto, si evidenzia la stesura pittorica (fig. 6); particolare del margine inferiore del dipinto (fig. 7).
A sinistra, verso del dipinto (fig. 5); a destra dall’alto, particolare del volto, si evidenzia la stesura pittorica (fig. 6); particolare del margine inferiore del dipinto (fig. 7).

Tecnica pittorica

La tela di lino misura cm 126x95x2,5, ed è montata su un telaio ligneo provvisto di traversa orizzontale (fig. 5).
La superficie è stata inizialmente preparata con uno strato omogeneo rosato, sul quale sono stesi gli strati pittorici ottenuti con fluide campiture ad olio, maggiormente corpose in corrispondenza delle lumeggiature e della veste nera (fig. 6).

Particolare durante la pulitura (fig. 8).
Particolare durante la pulitura (fig. 8).

Restauri precedenti e stato di conservazione pittorica

Il dipinto ha subito in data non documentata un precedente intervento di restauro; sono infatti visibili alcuni ritocchi puntuali, e una vernice a base di resina naturale (dammar o mastice) non originale è stata stesa sulla superficie dell’opera già montata in cornice, risparmiando un centimetro lungo il perimetro (fig. 7). Fortunatamente il precedente restauro non ha indebolito le stesure pittoriche, ricche di trasparenti velature nell’incarnato e nel panneggio rosso. Alcune piccole cadute di colore e minime abrasioni sono visibili, soprattutto lungo i bordi.

Intervento di restauro

Il restauro è iniziato col fissaggio dei minimi sollevamenti di colore, lungo i margini inferiore e destro. Dopo la rimozione del particellato incoerente con pennelli ed aspiratori a bassa intensità, e una prima superficiale pulitura realizzata con un tensioattivo, si è proceduto con l’assottigliamento della vernice ossidata (fig. 8).
Pienamente recuperata nella luminosità e brillantezza del colore, l’opera entrerà a far parte del nuovo allestimento della collezione ottocentesca del museo.

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