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Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada

Scheda tecnica
  • Titolo
    Veduta di Villa Perabò poi Melzi a Gazzada
  • Autore
    Bernardo Bellotto
  • Anno
    1744
  • Dimensioni
    cm 64,5 × 98,5
  • Inventario
    213
  • Sala
    XXXV

Le due tele furono acquistate per Brera dall’antiquario Alessandro Brison e divennero immediatamente uno dei capisaldi della collezione.
Eseguite durante il viaggio lombardo di Bellotto, nel 1744, costituiscono uno dei vertici del vedutismo europeo, di cui rappresentano al contempo il superamento grazie alla naturalezza della rappresentazione e alla sua adesione alla realtà: diversamente da quanto accadeva nelle tradizionali vedute di Canaletto, che immergevano Venezia in una splendente luce atemporale, le tele di Bellotto rappresentano infatti un preciso momento della giornata, di cui indagano i colori così come i particolari effetti luminosi, aprendo la porta all’evoluzione ottocentesca del paesaggio.
Sin dal loro ingresso in Pinacoteca le si è credute legate alla villa – e quindi alla committenza – della famiglia Melzi, identificando nell’acquirente delle tele quell’Antonio Maria Melzi proprietario della villa di Vaprio d’Adda – ugualmente dipinta dall’artista – e figura di spicco della Milano austriaca. In realtà, recentissime indagini hanno rivelato che i Melzi subentrarono solo nel 1838 nella proprietà dell’edificio qui rappresentato, il quale all’epoca del viaggio di Bellotto apparteneva ai nobili varesini Gabrio e Giuseppe Perabò, titolari di prestigiose cariche nel governo cittadino e, soprattutto, legati da rapporti amichevoli con il cardinale Giuseppe Pozzobonelli, esperto collezionista divenuto vescovo di Milano proprio nel 1744.

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