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Ultima Cena

Scheda tecnica
  • Titolo
    Ultima Cena
  • Autore
    Veronese (Paolo Caliari)
  • Anno
    1580 circa
  • Dimensioni
    cm 220 x 523
  • Inventario
    554
  • Sala
    IX

All’interno della sala sono rappresentate le principali personalità della pittura veneziana del Cinquecento, una delle stagioni più felici per la città lagunare, che potè arricchire chiese e palazzi di opere straordinarie. Veronese è presente in Pinacoteca conun nucleo importante di opere. Nell’Ultima Cena le volute asimmetrie della composizione, la marginalità di Cristo, i colori insolitamente cupi, la quotidianità dell’ambientazione coinvolgono lo spettatore toccandolo in profondità.

L’opera fu commissionata dalla Scuola veneziana del Santissimo Sacramento per la chiesa di Santa Sofia. Fu eseguita tra il 1570 e il 1580 e giunse in Pinacoteca nel 1811, in seguito alla soppressione della confraternita. L’impianto prospettico e i colori utilizzati paiono tanto singolari da aver spinto alcuni studiosi a mettere in dubbio l’autografia del dipinto e a ipotizzare l’intervento della bottega. L’episodio ha luogo entro uno spazio austero, abitato da personaggi abbigliati in modo sobrio e severo. Influenzato dalla coeva pittura di Tintoretto, Veronese divide asimmetricamente lo spazio e colloca la mensa e la figura di Cristo in posizione decentrata, costringendo l’occhio dello spettatore a cercare il soggetto della rappresentazione e a farsi coinvolgere così nel dramma raffigurato. Lontana dall’essere un prodotto di bottega, l’opera appare piuttosto come uno degli esemplari più significativi della produzione tarda dell’artista, realizzata quando, conclusosi ormai il Concilio di Trento, Veronese si avvicina nello stato d’animo e nelle scelte di stile ai fatti della pittura contemporanea, alle opere della maturità di Tiziano, Tintoretto e Bassano.

 

 

Didascalia d’autore

Chi di noi ti tradirà, Signore? Chi sarà il più grande? Così i discepoli, ansiosi e competitivi. Il più grande è chi serve, dice Gesù, chi lava i piedi al prossimo. La riottosa tavolata si china a sinistra per assistere all’evento straordinario; Cristo nell’angolo, la spugna pronta per i piedi di Pietro. Ma a destra del pilastro c’è il mondo di sempre: abiti fini, cani, mendicanti, una bella donna alla finestra, dove il tramonto riprende lo splendore rosato di Cristo. E via verso il Getsemani.
Tim Parks

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