Testa femminile reclinata
Scheda tecnica
-
Titolo
Testa femminile reclinata -
Autore
Elisabetta Sirani -
Dimensioni
mm 370 x 300 -
Inventario
192
Nell’inventario della Pinacoteca di Brera è riferito alla maniera di Guercino. Fondamentale vi è la componente reniana, evidente nell’impostazione del volto e nell’espressione assorta che ricordano alcune invenzioni molto fortunate di Guido Reni, in particolare i volti delle Maddalene in meditazione, con la guancia appoggiata alla mano destra e lo sguardo rivolto in alto all’apparizione degli angeli.
La morbidezza dell’incarnato per effetto della delicata cromia e la tecnica di esecuzione richiamano direttamente la produzione grafica di Elisabetta Sirani, la celebre figlia dell’allievo più fedele di Guido Reni, Giovanni Andrea Sirani. I numerosi disegni noti della pittrice confermano l’informazione trasmessa dal suo ammiratore, il canonico Carlo Cesare Malvasia, circa la particolare tecnica adottata: “Io posso ben dire per verità, essermi trovato presente più volte, che venutole qualche commissione di quadro, presa ben tosto la matita, e giù postone speditamente in duo’ segni su carta bianca il pensiero (era questo il suo solito modo di disegnare da gran maestro appunto, e da pochi praticato, né meno dal Padre istesso, che non me ne lascerà mentire) intinto picciol pennello in acquerella d’inchiostro, ne faceva apparire ben presto la spiritosa invenzione, che si poteva dire senza segni disegnata, ombrata, ed insiem lumeggiata tutto in un tempo” (Malvasia 1678, ed. 1841, II, p. 402).
Malvasia riporta questo brano a proposito della vasta tela con il Battesimo di Cristo destinata alla chiesa di San Girolamo della Certosa di Bologna il cui disegno preparatorio presso l’Albertina di Vienna (Benati in Disegni emiliani del Sei-Settecento 1991, pp. 178-182, n. 45; Frisoni 1992, pp. 344, 345, n. 9, con bibl.) già fornisce qualche confronto possibile con il foglio di Brera (ma si veda anche l’affinità tra la donna di Brera e il volto in controparte della figura femminile con il bambino nell’angolo sinistro del grande quadro bolognese).
Altri esempi possono essere ricordati per gli analoghi effetti di libere pennellate ad acquarello condotte su labili tracce di matita, che rendono bene l’impianto luministico della scena: Caino e Abele, o Davide che uccide Golia, e anche il San Giovannino e l’Immacolata Concezione, tutti nelle Collezioni Reali inglesi di Windsor Castle (Kurz 1955, pp. 133, 135, 136, nn. 491, 492, 500, 508), la Madonna col Bambino di Philadelphia, Academy of Fine Art, il San Giovannino del Prado (Mena Marqués 1983, p. 154, fig. 289), la Decollazione di san Giovanni del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Johnston 1973, p. 71, n. 74), il San Girolamo del Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna (Gaeta Bertelà 1976, p. 31, n. 55), la Implorazione davanti alla regina persiana Vasti della collezione Fachsenfeld di Stoccarda (Thiem 1983, pp. 104-105).
Bibliografia: C.C. Malvasia, Felsina pittrice-Vite de’ pittori bolognesi 1678, Bologna (ed. cons., a cura di A. Emiliani, Bologna 1969); O. Kurz, Bolognese Drawings of XVII and XVIII Centuries in the Collection of Her Majesty the Queen at Windsor Castle, Londra 1955 (rist. con aggiornamento, Bologna 1988); C. Johnston, Mostra di disegni bolognesi dal XVI al XVIII secolo, catalogo della mostra, Firenze 1973; G. Gaeta Bertelà, Disegni di artisti italiani dal XVI al XIX secolo, catalogo della mostra, Bologna 1976; C. Thiem, Disegni di artisti bolognesi dal Seicento all’Ottocento della Collezione Shloss Fachsenfed e della Graphische Sammlung Staatsgalerie Stuttgart, catalogo della mostra, Bologna 1983; D. Benati, Disegni emiliani de Sei-Settecento, 1991; F. Frisoni, Elisabetta Sirani, in La scuola di Guido Reni, a cura di E Negro e M. Pirondini, Modena 1992; Angelo Mazza in AA. VV., Disegni Emiliani dei secoli XVII-XVIII della Pinacoteca di Brera, mostra e catalogo a cura di Daniele Pescarmona, Ed. Mazzotta 1995; A. Modesti, Elisabetta Sirani. Una virtuosa del del Seicento bolognese, Bologna 2004, p. 186 fig. 102.
Angelo Mazza
Autore: Elisabetta Sirani (1638-1665)
* Tecnica: carboncino, sanguigna, tempera acquarellata su carta imbrunita.
Controfondato.
Iscrizioni e timbri sul disegno: in basso a destra marchio a secco dell’Accademia di Brera.
Provenienza: Collezione Francesco Acqua (1857). Il foglio proviene dalla settecentesca collezione Acqua ove era considerato di Vittorio Bigari (comunicazione di Luisa Ciammitti) ed è pervenuto all’Accademia di Brera con l’acquisizione di parte di quella raccolta avvenuta nel 1857.