Testa di vecchio santo (copia dal Beato Angelico)
Scheda tecnica
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Titolo
Testa di vecchio santo (copia dal Beato Angelico) -
Anno
1853 - 1856 -
Dimensioni
mm 191 x 154 -
Inventario
948
Testa di vecchio santo – Testa di San Domenico (copie dal Beato Angelico)
I due disegni fanno parte dell’ampia serie di studi di particolari dell’Incoronazione della Vergine del Beato Angelico, conservata al Louvre, dove Degas è registrato per la prima volta come copista il 7 luglio del 1853. Il santo giovane, con la tonsura, è San Domenico, mentre il santo anziano, con lunga barba, anch’egli copiato dalla parte sinistra del dipinto, non è identificabile. Le due copie sono state eseguite con un tratto sottile e preciso, di sapore purista, e si apprezzano per la loro qualità di fedele e sensibile traslitterazione.
Degas, già lo si è detto, attribuiva grande importanza allo studio dei grandi maestri e questo continuo, ostinato esercizio era alla base del suo lavoro che si è sviluppato nel segno della ricerca, della volontà, dell’intelligenza. Piace pensare che a guidare Vitali nell’acquisto, oltre alla rarità, in Italia assoluta, dei due disegni sia stata una consonanza ideale e personale con quanto l’artista diceva di sé e del proprio lavoro: “Aucun art n’est aussi peu spontané que le mien. Ce que je fais est le résultat de la réflexion et de l’étude des grands maîtres: de l’ispiration, la spontaneité, le temperament, je ne sais rien”.
Bibliografia: J. Fevre, Mon oncle Degas, Genève 1949 (ripr.); F. Minervino, L’opera completa di Degas, Milano 1970, p. 86, nin. 11 e 12 (ripr.); H. Loyrette, Degas e l’Italia, catalogo della mostra, Roma 1984, pp. 46 e 48, nn. 4 e 5 (ripr.); L. Arrigoni in Un milanese che parlava toscano. Lamberto Vitali e la sua collezione, Milano 2001.
Luisa Arrigoni
I due fogli, in collezione Vitali, erano conservati sotto vetro, in una unica montatura, applicati a un controfondo sul cui verso è riportato il timbro ovale a inchiostro rosso “Atelier Ed. Degas e n. 1756” tracciato a matita blu.
Provenienza: Lascito Lamberto Vitali, 2000.