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Studio di testa maschile di tre-quarti volta a destra (Cristo)

Scheda tecnica
  • Titolo
    Studio di testa maschile di tre-quarti volta a destra (Cristo)
  • Autore
    Federico Barocci (Federico Fiori)
  • Anno
    1580-1583
  • Dimensioni
    mm 281 x 203
  • Inventario
    Inv. 293

Firmata e datata nel 1583, quindi coeva alla pala di San Vitale, è la Chiamata di sant’Andrea oggi a Bruxelles, opera per la quale Barocci eseguì lo studio di testa maschile di Brera. Nonostante l’artista tra il 1586 e il 1588 trasse dal dipinto una copia autografa ora all’Escorial a Madrid, la maggioranza degli studi preparatori per questo progetto, più di venti, risalgono alla prima versione, commissionata a Barocci dalla duchessa di Urbino Lucrezia d’Este (1535-1598) e originariamente destinata all’oratorio della confraternita di Sant’Andrea di Pesaro. L’intenso disegno costituisce uno studio per il volto di Cristo, scorciato dall’alto e colto sulla tela nel momento in cui incarica Andrea, il primo apostolo, di essere “il pescatore d’anime”. Si tratta di un caratteristico studio di testa dal vero dell’artista che, come ancora ricorda il suo biografo Giovan Pietro Bellori, andava per le strade di Urbino cercando modelli e volti che potessero servirgli da ispirazione: “Sempre egli si trovava in piazza o per istrada […] andava osservando le fattezze e l’effigie delle persone, e se vi trovava qualche parte riguardevole, procurava di accomodarsene in casa, facendone scelta e servendosene all’occasione; e se avesse veduto una bella alzata di occhi, un bel profilo di naso, overo una bella bocca, ne formava le sue bellissime arie di teste” (Bellori [1672] 1976, p. 205). Realizzato su un disegno preliminare a carboncino ripassato in pietra rossa, sfumati probabilmente con le dita come l’artista era solito fare, il volto venne definito nell’incarnato a pastello rosa pesca, medium tipico di Barocci e da lui largamente diffuso. Tra i fogli per la stessa commissione, particolari tangenze si riscontrano nello studio di testa maschile dell’Albertina (inv. 558, 305 x 233 mm), preparatorio per il san Pietro, realizzato con analoghi materiali e sullo stesso supporto di carta azzurra.

Bibliografia: G. P. Bellori, Le vite de’ pittori scultori e architettti moderni (1672), Torino 1976 ; F. Malaguzzi Valeri, I disegni della R. Pinacoteca di Brera, Milano 1906, n. 68, ill; H. Olsen, Federico Barocci Special Collection, 1962, p. 176; Mostra di Federico Barocci (Urbino 1535-1612), catalogo a cura di A, Emiliani, Bologna 1975., p. 133, cat. 137; N. Turner, Federico Barocci, Parigi 2000, p. 89, n. 33; A. Emilani, Federico Barocci (Urbino 1535-1612), Ancona 2008, II, p. 14, cat. 41.13; L. Arcangeli, Federico Barocci. I disegni della Galleria Nazionale delle Marche, Roma 2012, p. 26; F. Rinaldi in AA. VV.,  Il Primato del Disegno. I disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani, catalogo della mostra a cura di S. Bandera, Milano 2015, pp. 120-121.

Furio Rinaldi

Carboncino, pietra rossa, pastello rosa, sfumino, su carta azzurra cotrofondata. Realizzato su un disegno  a carboncino e ripassato a pietra rossa, sfumato probabilmente con le dita, come l’artista era solito fare, il volto venne definito nell’incarnato a pastello rosa pesca, medium tipico di Barocci e da lui largamente diffuso.

Annotato sul montaggio in basso a penna e inchiostro marrone: “Baroccio”; sul verso a grafite: “Baroche”.

Provenienza: (?) Milano, Accademia di Belle Arti di Brera (marchio “B” non identificato, cfr. Lugt nn. 321, 3353).

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