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Sposalizio della Vergine

Scheda tecnica
  • Titolo
    Sposalizio della Vergine
  • Autore
    Raffaello Sanzio
  • Anno
    1504
  • Dimensioni
    cm 170 × 118
  • Inventario
    336
  • Sala
    XXIV
  • Firma
    RAPHAEL URBINAS/MDIIII

Il dipinto, datato 1504, proviene dalla chiesa di San Francesco a Città di Castello e giunse a Brera nel 1805. Raffaello concepì lo Sposalizio della Vergine avendo a modello la pala di analogo soggetto eseguita da Perugino e oggi conservata al Musée des Beaux-Arts di Caen, di cui riprese l’impianto compositivo e l’iconografia per ottenere un risultato di straordinaria e irraggiungibile perfezione.
Le riflettografie rivelano un fitto tracciato di linee convergenti verso la porta del tempio, che definiscono l’impianto prospettico dell’immagine nel pieno rispetto delle indicazioni fornite dal trattato De prospectiva pingendi di Piero della Francesca. Grazie a questo artificio, il tempio diviene il centro ottico della composizione e la posizione delle figure, disposte a semicerchio, bilancia l’andamento convesso dell’architettura, a sua volta resa con tale precisione da suggerire agli studiosi l’esistenza di un modello ligneo.
Tutti gli elementi sono legati da relazioni matematiche di proporzione e sono disposti secondo un preciso e serrato ordine gerarchico, laddove Perugino aveva semplicemente accostato le parti della composizione entro una struttura prospetticamente corretta. La realizzazione di questo coerente organismo esprimeva appieno le riflessioni di Raffaello, che intendeva la bellezza come ordine astratto di rappresentazione geometrica e riteneva compito dell’artista “fare le cose non come le fa la natura ma come ella le dovrebbe fare”.

 

Didascalia per grandi e piccoli

Quattro passi (e più)
Immagina di entrare nel dipinto. Senza disturbare, passa oltre gli sposi in primo piano. Cammina. Mentre attraversi la piazza, senti il rumore dei tuoi piedi sul pavimento? A ogni passo il tempio cresce. Eccoti ai gradini. Sali! La porta è aperta. Entra e guardati intorno: ti circondano le pareti che girano, girano…o sei tu a girare? In alto la cupola gira con te. Ti fermi, perché ti gira anche la testa, e vedi un’altra porta. La attraversi e cammini verso il cielo chiaro: dove vai?

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