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Sposalizio della Vergine

Scheda tecnica
  • Titolo
    Sposalizio della Vergine
  • Autore
    Vittore Carpaccio
  • Anno
    1502 - 1505
  • Dimensioni
    cm 130 x 140
  • Inventario
    348
  • Sala
    VII

Lo Sposalizio della Vergine insieme alla tela della Presentazione della Vergine al tempio facevano parte di un più vasto ciclo dedicato alle Storie della Vergine commissionato all’artista dalla Confraternita degli Albanesi a Venezia e oggi disperso fra Milano, Bergamo (Accademia Carrara) e Venezia (Gallerie dell’Accademia): i dipinti, eseguiti intorno al 1502 -1504, erano destinati alla decorazione della sala dell’Albergo nella sede della Confraternita. Le opere testimoniano appieno le doti di narratore dell’artista e mostrano il suo vivo interesse per la descrizione minuta dei dettagli, che inserisce copiosamente nella raffigurazione mescolando con naturalezza motivi realistici, oggetti esotici ed elementi di pura fantasia.

I due teleri dalla Scuola degli Albanesi passarono successivamente alla Scuola dei Pistori di Venezia, per poi giungere in Pinacoteca nel 1808 in seguito alle soppressioni napoleoniche.

Nello Sposalizio della Vergine è raffigurato l’episodio apocrifo dei pretendenti di Maria che rompono i bastoni, come nel capolavoro di Raffaello nella Sala XXIV, mentre lei sceglie il più anziano, Giuseppe, il cui bastone è germogliato. L’interno è rivestito di marmo e c’è un disegno accurato della menorah che mostra tutto lo sforzo di Carpaccio nel raffigurare gli elementi esotici della Venezia del tempo, in cui la comunità ebraica era numerosa e attiva.

 

Didascalie delle 3 Fedi

“Ai pochi dettagli sulla vita di Maria nei Vangeli canonici, i Vangeli apocrifi aggiungono episodi che ne completano la biografia, come il racconto di una gara per la mano della Vergine, in cui i pretendenti dovevano lasciare i loro bastoni nel Tempio durante la notte. Al mattino fiorì quello che indicava il prescelto. Carpaccio inscena il fidanzamento del vincitore, l’anziano Giuseppe, nel Tempio, in cui raffigura la Menorah, il candelabro a sette bracci, e illustra anche il disappunto dei perdenti, che spezzano i loro bastoni.”
Timothy Verdon

 

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