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San Girolamo nel deserto

Scheda tecnica
  • Titolo
    San Girolamo nel deserto
  • Autore
    Cima da Conegliano (Giovanni Battista Cima)
  • Anno
    1493 - 94
  • Dimensioni
    37x30
  • Inventario
    324
  • Sala
    VII
  • Firma
    Lamberti Opus

La tavoletta giunse a Brera con le requisizioni napoleoniche, le informazioni circa la provenienza originaria sono scarsissime. Potrebbe trattarsi della stessa tavola registrata nella seconda metà del XVII secolo nel Reliquiario di San Giorgio Maggiore a Venezia. Sul retro è presente un’antica scritta (Lamberti opus) che ha indotto parte della critica ad attribuire l’opera a Pasqualino Veneto, il cui cognome era Lamberto, anche se ora l’opera è attribuita a Cima da Conegliano e databile intorno al 1495. Il Boschini, uno storico dell’arte del Seicento, descrive però “un San Gerolamo nell’eremo, bellissimo, di mano del Lamberti”. Ricerche future potrebbero quindi condurre a un cambio di attribuzione.

San Girolamo è un santo amato dagli intellettuali per aver tradotto la Bibbia in latino. Qui il leone è così piccolo da sembrare un gatto.

Didascalia d’autore

Gli ingredienti visivi del San Girolamo nel deserto erano risaputi: un paesaggio roccioso, alberi sbattuti dal vento e il fragile santo eremita (il leone, a cui Girolamo toglie la spina, era facoltativo). Questa versione di Cima è più lieve: il suo san Girolamo è un asceta dall’aria piuttosto in salute e il leone, stranamente piccolo, pare più un cagnolino da compagnia che una belva selvaggia. Ma i dettagli del libro aperto e del crocifisso che attira a sé lo sguardo di Girolamo enfatizzano un messaggio di devozione e di umiltá ambientato nella maestá della natura.
Sarah Dunant

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