San Giovanni Battista
Scheda tecnica
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Titolo
San Giovanni Battista -
Autore
Francesco del Cossa -
Anno
1470 -1473 -
Dimensioni
cm 112 x 55 -
Inventario
1183 -
Sala
XX
Il dipinto costituiva insieme alla tavola di San Pietro il pannello laterale di una grande macchina d’altare eseguita attorno al 1473 su commissione del mercante Floriano Griffoni e destinata alla cappella di famiglia in San Petronio a Bologna. Il polittico, dedicato a San Vincenzo Ferrer, nasceva a pochi anni dalla canonizzazione del santo e fu eseguito dall’artista in collaborazione con Ercole de’ Roberti, che eseguì le tavolette della predella. L’opera rimase nella cappella Griffoni fino al 1725-1730, quando le singole tavole furono immesse separatamente sul mercato antiquario. I pannelli braidensi furono acquistati dal collezionista Giuseppe Cavalieri nel 1893, su suggerimento di Adolfo Venturi, ma fu solo grazie alle intuizioni di Roberto Longhi che nel 1934 i frammenti di Brera, della National Gallery di Londra e della National Gallery di Washington poterono essere identificati come parti di un grandioso organismo unitario, tra i capisaldi della produzione di Cossa e della pittura ferrarese del Rinascimento.
I due santi si presentano con la solidità di due sculture policrome, poggiati su di un terreno scheggiato che li isola come un basamento oltre al quale si apre un paesaggio fantastico, dove archi pericolanti inquadrano pianure percorse da fiumi e punteggiate da costruzioni. L’iscrizione sul cartiglio retto dal San Giovanni Battista riporta: “ EG [OSUM]VOCES CLAMANTES IN DESERTO”.
In occasione della mostra La riscoperta di un capolavoro, Bologna, Palazzo Fava, 18 maggio 2020 – 10 gennaio 2021, è disponibile per il download il saggio di Letizia Lodi estratto dal catalogo della mostra (Il Polittico Griffoni rinasce a Bologna – La riscoperta di un capolavoro, 2020), Silvana Editoriale, dedicato alla tecnica e ai restauri delle due tavole di Francesco del Cossa San Giovanni Battista e San Pietro, con le riflettografie IRR a scanner, eseguite da Duilio Bertani, per il Laboratorio fotografico della Pinacoteca di Brera, in un progetto di indagini coordinato da Letizia Lodi:
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Didascalia d’autore
“È una cosa di sensazioni dipingere le cose: perché tutto ha un’essenza, anche una cosa o una creatura o una persona immaginate, oppure scomparse. Provate a dipingere una rosa, una moneta, un’anatra o un mattone, e vi sembrerà che la moneta abbia la bocca e vi racconti com’è essere una moneta, che la rosa vi spieghi di prima mano che cosa sono i petali, la morbidezza e l’umidità racchiuse da una pellicola di colore più sottile e sensibile di una palpebra; sarà come se un’anatra vi raccontasse delle sue piume bagnate e insieme asciutte, o un mattone vi dicesse del bacio ruvido della sua pelle.”
Ali Smith
Didascalia per grandi e piccoli
Castelli in aria
Nel mezzo di un deserto se ne sta un uomo, con piglio severo a riflettere sul mondo. Imponente in primo piano domina questo bizzarro paesaggio. Persino una lucertola curiosa sosta a guardarlo. Che strane combinazioni ci sono in questo dipinto, una città intera nasce dalle rocce e rimane lì sospesa. E quanti cunicoli puoi con tare se con occhio attento sai osservare. Muovi lo sguardo tra i sentieri pietrosi. Cosa incontri? Se vuoi puoi camminare su gli stessi sassi nel dipinto accanto.