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Riposo nella fuga in Egitto

Scheda tecnica
  • Titolo
    Riposo nella fuga in Egitto
  • Autore
    Simone Cantarini (il Pesarese)
  • Anno
    1640 circa
  • Dimensioni
    cm 225 x 135
  • Inventario
    362

Il dipinto, proveniente  dalla chiesa delle suore Matris Domini di Bergamo, fu requisito nel 1811; proprio  per la sua collocazione decentrata  fu meno descritto  dalle fonti storiografiche  e  quindi la sua fortuna critica  è solo recente, nonostante la composizione fosse nota grazie ad un’acquaforte dello stesso Cantarini. La datazione viene collocata dagli studiosi indicativamente tra le opere maggiormente  influenzate da Guido Reni, che accolse  Simone Cantarini nella sua bottega a Bologna  (1635-37) e il viaggio a Roma intrapreso dall’artista a cavallo tra il 1640 e il 1641, in seguito al quale è più evidente il legame con un classicismo neoraffaellesco derivato da Andrea Sacchi. Indizi di un aggiornamento sulle novità romane potrebbero trovarsi nella composizione monumentale del dipinto, sviluppata in verticale –  soluzione singolare rispetto al tema del Riposo in Egitto – costruita dinamicamente sulla diagonale tracciata dalle figure di San Giuseppe e della Vergine, e i resti antichi in primo piano, che a livello simbolico rimandano  alla caduta in frantumi degli idoli all’ingresso di Gesù nella terra d’Egitto (secondo la tradizione dei Vangeli Apocrifi basata sulla profezia di Isaia: 2,18). Nei colori vibranti e nelle lumeggiature dei panneggi si individuano inoltre la conoscenza di Nicolas Poussin ed influenze neovenete. Non è chiaro come la tela sia giunta a Bergamo, se commissionata direttamente dal convento oppure dono di una monaca. L’attività di Cantarini nella bergamasca è comunque documentata da altri dipinti , quali  il Riposo durante la  fuga in Egitto nella chiesa di Sant’Evasio a Pedrengo e l’Incoronazione della Vergine con i Santi Vincenzo e Benedetto nella basilica di Santa Maria Assunta a Gandino.

 

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