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Polittico delle Grazie

Scheda tecnica
  • Titolo
    Polittico delle Grazie
  • Autore
    Vincenzo Foppa
  • Anno
    1500-1505
  • Dimensioni
    Registro superiore: San Francesco che riceve le stigmate cm 144 × 96,5, tavola centrale; I santi Chiara e Bonaventura cm 140 × 98,2 tavola sinistra; I santi Ludovico da Tolosa e Bernardino da Siena cm 139 × 98, tavola destra; Il Salvatore benedicente cm 42 × 41; cimasa; Registro inferiore Madonna con Bambino e angeli cm 185,5 × 98,5 tavola centrale; I santi Gerolamo e Alessandro cm 150,5 × 96 tavola sinistra; I santi Vincenzo e Antonio cm 151 × 96, tavola destra; Predella: Annunciazione, Visitazione, Due angeli, Natività e Fuga in Egitto cm 42 × 97 ciascuno
  • Inventario
    https://jarvis.haltadefinizione.com/images/dzi/widget_brera.php?uuid=0c216b2d-dd84-4cff-a7ee-49d573542639
  • Sala
    XI

Il polittico, proveniente dalla chiesa francescana di Santa Maria delle Grazie a Bergamo, fu smembrato in occasione delle soppressioni napoleoniche e giunse a Brera nell’arco di un secolo; la carpenteria originaria si è conservata solo in parte, per esempio negli scomparti laterali del registro superiore, mentre la cornice che lo racchiude è successiva al 1896. Si tratta di uno dei capolavori dell’artista, una strepitosa macchina d’altare che abbaglia con la profusione degli ori e la preziosità di vesti e decorazioni, tradizionalmente riferita, per le sue connotazioni stilistiche e in assenza di elementi documentari, all’ottavo- nono decennio del Quattrocento.
Recentemente, tuttavia, alcuni documenti hanno dimostrato che nel 1500 il mercante Martino Grassi donò alla chiesa cinquecento ducati per la realizzazione dell’ancona dell’altare maggiore, di cui si era già deliberata l’esecuzione; poiché negli anni venti dello stesso secolo Marcantonio Michiel descrisse il polittico di Foppa proprio sull’altare maggiore delle Grazie, si può credere che quest’ultimo sia identificabile con quello donato da Grassi, eseguito pertanto nei primissimi anni del XVI secolo; il polittico costituirebbe, in questo caso, l’esito di un’operazione volutamente arcaizzante, compiuta dal maestro bresciano alla fine della sua carriera probabilmente a seguito di precise indicazioni della committenza.

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