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Nascita del Battista

Scheda tecnica
  • Titolo
    Nascita del Battista
  • Autore
    Moncalvo (Guglielmo Caccia)
  • Dimensioni
    mm 243 x 202; montaggio mm 288 x 225
  • Inventario
    126

Il foglio fa parte del nucleo di disegni della collezione di Filippo Acqua di Osimo (1737-1808) acquistato dall’Accademia di Brera nel 1857 dagli eredi e passato nel 1901 alla Pinacoteca. È incollato su un montaggio sul quale è annotato «614», corrispondente al numero del disegno nella raccolta marchigiana (Ciammitti 1995, pp. 30-48; Valli 1995, pp. 49-62).

L’annotazione «31» in grafia antica, plausibilmente seicentesca, sul margine inferiore del recto, ricorre, anche, in altri disegni cacciani: nella Madonna con il Bambino e angeli, anch’esso di collezione Acqua (inv. 297), nel Sant’Antonio adorante il Bambino dell’Art Institute di Chicago (inv. 1922.2327; Italian drawings 1979, p. 106, n. 3G6) e in un foglio passato in asta (Londra, Christie’s, 6 luglio 1993, lotto n. 35); un dato che indica un’antica provenienza comune.

Giunto in Accademia come anonimo (Valli 1995, p. 57) e inventariato come prossimo a Barocci e ad Agostino Carracci (L. Arrigoni, in Disegni 1986, p. 76, n. 21) è stato ricondotto a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo grazie al raffronto con la pala dell’oratorio del Battista di Casalcermelli e con il disegno della Nascita della Vergine del Museo di Belle Arti di Budapest (inv. 1860; G. Romano, in Guglielmo 1997, pp. 70-71, n. 12; L. Zentai, in Sixteenth 2003, pp. 144-145, n. 64). A questa serie si può aggiungere ora la prova grafica delle Staatliche Kunstsammlugen di Dresda (inv. C 1937-775: A. Chiodo, in 16th-Century Italian Drawings in the Dresden Kupferstich-Kabinett, in c.d.s.).

I confronti con il foglio di Budapest e con la pala di medesimo soggetto di Orsola Maddalena Caccia in San Francesco a Moncalvo, nonché la messa in luce della brevità e sommarietà del tratto (L. Arrigoni, in Disegni 1986, p. 76, n. 21), portarono, infine, a riconsiderarlo come una “derivazione per memoria piuttosto che una traccia preventiva” (G. Romano, in Guglielmo 1997, pp. 70-71, n. 12) riconducibile all’incirca al secondo decennio del Seicento.

Colpisce, infatti, l’agile e schematico segno, adottato senza esitazioni, rintracciabile nel già citato Sant’Antonio di Chicago, nel San Francesco con il Bambino della Biblioteca Reale di Torino (inv. S.M. 14670/2 – cart. 15/10/2; Bertini 1958, p. 39, n. 251) e nell’Immacolata Concezione di collezione privata (G. Romano, in Guglielmo 1997, pp. 136-137, n. 46). L’artista sembra tornare, in una fase matura, a ritracciare idee che hanno già ferito i devoti «nel loro genio» (Borsieri 1619, p. 65), approntando un repertorio spendibili all’occorrenza da lui e dalla bottega, in primis dalla figlia.

Moncalvo si cimenta più volte sull’immagine della nascita sia del Battista che della Vergine traendo ispirazione da prototipi come quello di Brera, Budapest e Dresda. Orsola, invece, reinterpreta tali soluzioni, mettendo in scena un universo femminile ricco di personaggi e fatto di dettagli ornativi, nella Nascita della Vergine dei Musei Civici di Pavia (inv. P. 123; La Pinacoteca Malaspina 1998, pp. 25-27) e in quella del Battista a Moncalvo (A. Chiodo, in Le Signore 2021, p. 293, n. 2.9).
 

Bibliografia: A. Bertini, I disegni italiani della Biblioteca Reale di Torino. Catalogo, Roma 1958; G. Borsieri, Il supplimento della nobiltà di Milano, Milano 1619; L. Ciammitti, Un collezionista marchigiano del Settecento: Filippo Acqua, in Disegni emiliani dei secoli XVII-XVIII della Pinacoteca di Brera, catalogo della mostra, a cura di D. Pescarmona, Milano 1995, pp. 31-48; Disegni lombardi del Cinque e Seicento della Pinacoteca di Brera e dell’Arcivescovado di Milano, catalogo della mostra, a cura di D. Pescarmona, Firenze 1986; La Pinacoteca Malaspina di Pavia. Opere del ’600 e del ’700, a cura di S. Zatti con la collaborazione di E. Rampi, Milano 1998; Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ’500 e ’600, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, 2 marzo-25 luglio, 2021), a cura di A. Bava, G. Mori, A. Tapié, Milano Skira editore 2021; Italian drawings in the Art Institute of Chicago, a cura di H. Joachim, S. Folds McCullagh, Chicago 1979; Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1568-1625). Dipinti e disegni, catalogo della mostra, a cura di G. Romano, C. Spantigati, Casale Monferrato 1997; Seicento lombardo a Brera. Capolavori e riscoperte, catalogo della mostra (Milano. Pinacoteca di Brera), a cura di S. Coppa, P. Strada, Milano 2013; Sixteenth-century northern Italian drawings: Szépművészeti Múzeum, catalogo della mostra, a cura di L. Zentai, Budapest 2003; F. Valli, 1857 – Raccolta di disegni di celebri autori. Un’indagine preliminare, in Disegni emiliani dei secoli XVII-XVIII della Pinacoteca di Brera, catalogo della mostra, a cura di D. Pescarmona, Milano 1995, pp. 49-62.

 

Antonella Chiodo

 
 
Autore: Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo (Montabone, 1568 – Moncalvo, 1625)
* Tecnica: penna, pietra nera, acquerello bruno su carta bianca.

Integrazioni sui lati destro e sinistro; sul foglio, in basso, a destra, a penna, in grafia antica (seicentesca): «31»; sulla parte integrata, in basso, a destra, timbro dell’Accademia di Brera.

Controfondato. Incollato su un montaggio profilato in oro e a penna nera riportante sul lato superiorea, al centro, a penna: «614»; sul verso del foglio di controfondo, in alto, al centro, a penna: «n° 614».

Restauro di M.L. Nussio, direzione D. Pescarmona, 1986.

Provenienza: Accademia di Brera (Acqua, 1857).

Bibliografia: L. Arrigoni, in Disegni 1986, p. 76, n. 21; G. Romano, in Guglielmo 1997, pp. 70-71, n. 12; A. Chiodo, in Seicento lombardo 2013, p. 143, n. 2.

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