Assunzione della Vergine e Santi
Scheda tecnica
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Titolo
Assunzione della Vergine e Santi -
Autore
Prospero Fontana -
Anno
1570
Prospero Fontana (Bologna 1509 – 1597), prolifico e influente protagonista della scena artistica bolognese sino ed oltre gli esordi dei Carracci, nella sua lunga carriera si può dire attraversò tutte le fasi della storia della Maniera, dalla affermazione tosco romana degli anni quaranta fino al tramonto degli anni Ottanta. Allievo, com’è ben noto, di Innocenzo da Imola, poi a Genova al fianco di Perin del Vaga fino al 1539, attivo a Roma tra i 1544 e il 1547 per la committenza del papa Giulio III del Monte, fu sodale di Giorgio Vasari, visse e accolse nella sua più tarda produzione la Controriforma cattolica, fu nella sua città punto di riferimento per alcuni tra i più illustri protagonisti
della cultura felsinea come Ulisse Aldovrandi e Achille Bocchi, e il cardinale Gabriele Paleotti si rivolse a lui per un parere tecnico sul ruolo dell’ artista in vista della scrittura del celebre Discorso intorno alle immagini sacre e profane del 1582.
Protagonista internazionale, partito da Bologna, passato per Genova, Firenze, Roma, Fontainebleau, Ancona, Città di Castello, tornato nella sua Felsina carico di onori e di rapporti con altri mondi, Prospero morì allo scadere di un secolo “che ebbe modo di percorrere e di rappresentare culturalmente in tutte le sue molteplici e affascinanti sfaccettature”, come ha notato Giulia Daniele nella recente, accurata monografia, Prospero Fontana. Pictor bononiensis (1509-1597) Roma 2023. L’artista, figura chiave di assoluta rilevanza non solo per Bologna ma per la pittura italiana in senso lato, meritava da tempo uno studio monografico che gli riconoscesse debita attenzione, restituendogli quel ruolo da protagonista che il suo secolo gli aveva tributato.
La cosiddetta sfortuna critica che gravò per molto tempo sulla ricostruzione storica della personalità artistica di Fontana affondava le radici nella sommarietà con cui le fonti a lui coeve ne avevano descritto l’operato. Come per molti altri artisti spettò a Giorgio Vasari la responsabilità maggiore circa il perdurare nei secoli di un’idea parziale di questo pittore, che ha condizionato anche alcuni studi moderni. In entrambe le edizioni delle Vite (1550; 1568) infatti Vasari non concedette spazio a colui che nei carteggi privati ricordava come strettissimo amico, sodale, collaboratore in molte imprese a Bologna e Firenze, e che nei fatti era allora tra i più influenti i pittori felsinei, limitandosi a riportare sul suo conto disordinati e tendenziosi aneddoti Raffaello Borghini, poeta fiorentino, gli riservò invece un primo medaglione nel suo Riposo del 1584, e fu l’unica fonte a informarci del giovanile alunnato al seguito di Perin del Vaga a Genova. La prima biografia integrale di Prospero Fontana fu dunque quella di Carlo Cesare Malvasia, nella Felsina pittrice, del 1678, che ancora costituisce oggi un testo fondamentale, per la meticolosa attendibilità, basata sul ricorso a fonti e testimonianze di prima mano.
La Felsina è stata di notevole utilità anche per la descrizione della Pala braidense di Prospero con L’Assunzione della Vergine e santi, che era stata realizzata per la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Bologna. Il restauro della Pala e l’esposizione che viene organizzata in Pinacoteca hanno consentito di meditare su un’opera importante per chiarire lo svolgimento della maturità artistica di Fontana che volge in questi anni la sua attenzione a più misurati contrappunti compositivi, ad un fare intinto di nuovi accenti naturalistici, e di presentare al pubblico un autore protagonista della scena artistica bolognese dagli anni trenta alla fine del Cinquecento, che fu attivo quasi ovunque nella penisola, e in certo modo di integrare le presentazioni di studi e restauri dedicati-negli anni-dalla Pinacoteca di Brera ad artisti emiliani del Quattrocento e del primo Cinquecento.