Cartone preparatorio per la Fortezza e la Temperanza
Scheda tecnica
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Titolo
Cartone preparatorio per la Fortezza e la Temperanza -
Autore
Ludovico Carracci -
Anno
1604 - 1605 ca. -
Dimensioni
mm 1945 x 1940 -
Inventario
Reg. Cron. 872; (deposito Inv. 23); Inv. 951
È interessante notare che, come il cartone raffigurante l’Assunta di Guido Reni, anche questo di Ludovico Carracci fu esposto in una sala della Pinacoteca, per un arco lungo di tempo dalla data di acquisto (1802) sino al primo decennio del XX secolo, come indicato da Malaguzzi Valeri (1908, p. 306, n. 524; 1909, p. 142), il quale citava: “Il restauro di alcuni grandi cartoni a carbone di Donato Creti e di Guido Reni collocati sotto cristallo per conservarne meglio la veramente superba bellezza plastica delle figure”. Il numero dei cartoni esposti in Pinacoteca era notevole, circa trenta, tra cui quelli di Donato Creti, di Bernardino Lanino, un numero cospicuo di Andrea Appiani e altri cartoni del XIX secolo, a quanto si rileva anche dai documenti conservati presso l’archivio storico dell’Accademia di Brera, rinvenuti da Francesca Valli. Come giustamente rileva la Bohn (2008c, p. 140) benché Ludovico Carracci e Guido Reni, legati dal rapporto maestro e allievo, abbiano realizzato numerosi affreschi, pochi sono i cartoni ancora superstiti che possono essere relazionati con dipinti murali.
Il cartone braidense risulta essere preparatorio per l’affresco raffigurante La Forza e la Temperanza realizzato al pianterreno di palazzo Caprara di Bologna, oggi sede della Prefettura e descritto dal Malvasia (1686), che ricordava “le due bellissime figure dipintevi in un camino a basso del gran Ludovico Carracci”. Verso la metà dell’Ottocento il dipinto murale fu staccato, decurtandone la centina, e trasferito su tela, per essere poi relegato in un deposito, dove fu recuperato dal Bodmer nel 1939 (p. 123, n. 15), con l’aiuto di Guido Zucchini, il quale lo identificò con quello citato dalle fonti e attribuito a Ludovico (Brogi 2001, vol. II, p. 199).
Nel cartone la figura di destra è facilmente identificabile come la Forza, essendo raffigurata in piedi vicino a un leone e con la spada in mano; l’altra allegoria, il cui attributo non era di facile lettura prima del restauro, era stata giustamente riconosciuta come la Temperanza dal Bodmer (1939), identificazione confermata dal recupero dell’attributo, un vaso da cui versa acqua.
A tutt’oggi è noto solo un altro disegno preparatorio per il dipinto murale: si tratta di uno studio a sanguigna per la testa e il braccio destro della Temperanza (Stoccarda, Staatgalerie, inv. III, n. 505; Bohn 2004, pp. 247-248, n. 117). Una datazione anticipata dell’affresco e quindi del cartone preparatorio era stata proposta dalla Feingenbaum (1984, n. 82), che ipotizzava il 1596 come anno in cui fosse stato eseguito. I contorni delle due figure allegoriche nel cartone di Ludovico sono incisi, pur non fornendo il cartone nessuna indicazione di essere stato adoperato per il trasferimento diretto su muro; quindi è probabile anche in questo caso, l’utilizzo di un cartone sostitutivo (Bohn 2008, p. 140).
Il grande cartone qui esposto è interamente eseguito a carboncino con rialzi di lumeggiature a biacca, secondo un modus operandi tipico di Ludovico, che usava di frequente arricchire le sue produzioni grafiche con acquerelli e lumeggiature (Bohn 2004, pp. 69-78). Ludovico in questo cartone tratteggia e chiaroscura con un carboncino particolarmente corposo le allegorie della Forza e della Temperanza (Piccolo 2008, p. 141).
La restauratrice Piccolo rammenta come il cartone sia arrivato al laboratorio con la sistemazione data dal restauro di Luigi Cavenaghi, come nel caso dell’Assunta di Reni: il cartone si
presentava foderato con la tela, applicato su telaio e incorniciato. L’intervento inadatto a un manufatto cosi delicato, aveva cercato di fermare uno stato di degrado già avanzato, come testimonia la lacuna al centro della Forza, e i margini del cartone rinforzati da varie toppe di carta.
“L’impiego di tecniche e materiali inidonei ai manufatti cartacei aveva causato un deterioramento chimico di tutto il cartone, causando un forte scurimento della carta, che alterando i rapporti cromatici del disegno, dava all’intera composizione l’apparenza di una scena notturna”.
Bibliografia: C.C.Malvasia, Felsina pittrice. Vite de’ pittori bolognesi, 1678, 2 voll., Bologna 1841, p. 166; F. Malaguzzi Valeri, Catalogo della R. Pinacoteca di Brera, con cenno storico di C. Ricci, Bergamo 1908, p.326, n. 524; F. Malaguzzi Valeri, Gli ultimi acquisti della Pinacoteca di Brera, in “Rassegna d’Arte”, IX, 1909, p. 142; H. Bodmer, Ludovico Carracci, Magdeburg 1939, p. 123, n.15; G. Feigenbaum, Ludovico Carracci, a critical Study of his later career and a catalogue of his Paintings, Princeton, 1984, pp. 327-328, n. 82; A. Brogi, Ludovico Caracci, 2voll., Bologna 2001, p. 199; pp. 37-40; B. Bohn, Ludovico Carracci and the art of drawing, London 2004, pp. 247-248, n. 117; B. Bohn, Ludovico Carracci, cartone, La Fortezza e la Temperanza, in Leonardo e Raffaello per esempio… Disegni e studi d’artista, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Medici Riccardi 2008), a cura di C. Frosinini, Firenze 2008, p.140; M. Piccolo, Il restauro del cartone in Leonardo e Raffaello per esempio…, Firenze 2008, pp. 141-142; F. Valli, Un codice genetico per Brera in 2015, in AA. VV., Il Primato del Disegno. I disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani, catalogo della mostra a cura di S. Bandera, Milano 2015, pp 39-43; L. Lodi in AA. VV., Il Primato del Disegno.., Milano 2015, pg.132.
Letizia Lodi
Tecnica: cartone preparatorio, carboncino, rialzi a biacca, carta nocciola vergata, incisione a stilo dei contorni.
Restaurato da Luigi Cavenaghi agli inizi del XX secolo, e nel 2008 da Michela Piccolo a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Provenienza: Accademia di Belle Arti di Brera, acquistato il 24 settembre 1802 dagli eredi di Carlo Bianconi, il cartone entrò a far parte delle collezioni della Pinacoteca, insieme al cartone raffigurante l’Assunta di Guido Reni.