Studio per testa di Iole e quattro putti
Scheda tecnica
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Titolo
Studio per testa di Iole e quattro putti -
Autore
Simone Cantarini (il Pesarese) -
Dimensioni
mm 190 x 258 -
Inventario
506
Già Acqua e poi Emiliani proponevano l’identificazione di questa bella testa femminile con quella di Onfale o Iole, regina di Lidia, solitamente rappresentata con la pelle di leone in testa e la clava, attributi di Ercole (Ovidio, Fasti, II, 303-358) reso dal suo amore imbelle ed effemminato.
Rappresentava questo racconto mitico, sulla ” tanto vezzosa Iole con Ercole,” il celebre quadro eseguito per il senatore Melara, nel periodo successivo al ritorno da Roma (Malvasia 1678, II, p.380) descritto successivamente da Oretti (Ms B 104, b 130/24; indici Calbi-Scaglietti 1984, p.56; Oretti Ms B 128, c.439) nella stessa collezione, come “Iole vestita con la pelle del leone, Ercole che fila e un amorino”. Un’altra redazione del soggetto la documenta ancora l’Oretti a Forlì (collezione Piazza; Ms B 128, c.445) e un Ercole e Iole abbozzo ordinario, figura nella divisione degli eredi Cantarini a Pesaro (Cellini 1997, Parte III, D, pp. 121-124). Infine Ercole Iole e un Amorino erano il soggetto di un dipinto della collezione romana dell’abate Giuseppe Paolucci; inv.. 8/3/1695.
Gli studi di Cantarini su questo soggetto dovevano essere numerosi e diversificati, se lo stesso Malvasia affermava di possederne “tanti e sì vari schizzi” (ibidem).
Oltre alla sanguigna in esame, che riguarda la figura di Onfale e alcune prove per il puttino-amorino che doveva presenziare alla scena, altri disegni si possono ricollegare alla progettazione del tema.
Uno studio di figura maschile seduta con un fuso in mano e un puttino schizzato sopra di lui rimanda alla rappresentazione di Ercole nel particolare episodio (inv.A 12 (r.); sul verso Studi di figure femminili; Rio de Janeiro, Biblioteca Nacional, Ambrosini Massari 1995, n.75, pp.132-133).
Uno studio a sanguigna per il mito di Ercole e Iole si trova al Gabinetto disegni e stampe di Roma (inv.F.N.32795; Emiliani 1959a, n.1, p.442) indicato in relazione con quello del Louvre (inv.7085(r.).; sul verso studi per allegoria fluviale; Parigi, Cabinet des Dessins, dove è considerato modello per il dipinto omonimo del Dal Sole alla Gemaldegalerie di Dresda; ibidem).
Tra i fogli braidensi si richiama lo studio per Ercole e Onfale e putti in un paesaggio (Ambrosini Massari 1997, pp. 268-269, scheda n.124, inv.114) e quello forse per un Ercole seduto (Ambrosini Massari 1997, p. 278, scheda n. 145, inv.469) da ascrivere il secondo alla diretta cerchia del maestro. Copie da questo soggetto sono testimoniate già negli inventari bolognesi della seconda metà del Seicento, per esempio quello della collezione Marchesini (Morselli 1997) e poi nel secolo successivo (Colombi Ferretti, elenco, p.132).
Un bello studio della figura di Ercole girato di spalle con la clava e la pelle di leone è conservato a Monaco (inv.1959.23; vi sono anche tre studi di volto femminile velato; Staatliche Graphische Sammlung) ugualmente attinente l’eroe mitico ma per un diverso momento delle sue avventure è lo studio braidense con Ercole e la camicia di Nesso (Ambrosini Massari 1997, pp. 249-251, scheda n. 105, inv.480).
Bibliografia essenziale: Anna Maria Ambrosini Massari in Anna Maria Ambrosini Massari, Marina Cellini, Disegni di Simone Cantarini a Brera: la collezione Acqua, in Simone Cantarini nelle Marche, catalogo della mostra Pesaro (Venezia) 1997, pp. 144-282.
Anna Maria Ambrosini Massari
Autore: Simone Cantarini (Pesaro, 1612 – Verona, 1648)
* Tecnica: matita rossa su carta bianca.
Controfondato; angolo superiore sinistro mancante, lato destro irregolare, lacune circoscritte e piccole macchie, forellini di puntine sui quattro lati e angoli dovuti a una probabile esposizione antica.
Provenienza: Acqua, acquisto 1857, Accademia Belle Arti di Brera.
Scritte e timbri sul disegno: sul foglio in basso a destra: S.C.da Pesaro; sul verso in alto al centro: scritta depennata; n 252; timbro in basso a destra.
Scritte e timbri sul controfondo: sul controfondo in alto a destra: 252.
Bibliografia: Acqua, n. 252; Emiliani 1959, Appendice, n.18, p.72; Mancigotti 1975, p.276, Czère 1989, p. 102; Ambrosini Massari 1997, pp. 152-153.