Studio per l’Elemosina di san Gregorio (recto) – Studi di figure e di teste (verso)
Technical Details
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Title
Studio per l’Elemosina di san Gregorio (recto) – Studi di figure e di teste (verso) -
Author
Donato Creti -
Dimensions
mm 260 x 205 -
Inventory
Inv. 243
Attribuito a Creti da Jacob Bean nel 1975 (dal dossier del Museo), è collegato da Roli alla perduta pala già nella chiesa dei Mendicanti di fuori. Di questa sopravvive il modello apparso in asta a Monaco, poi presso Corsini a Nuova York, quindi in collezione privata modenese (A. Mazza, in Tesori Ritrovati 1998, n. 49, pp. 152-153).
Non finito e ricco di pentimenti, il grande abbozzo è a sua volta preceduto da numerosi studi di avvicinamento, più di quanti se ne contino per qualsiasi altra opera nota. Dal loro numero e dal loro aspetto tormentato e convulso (a cominciare proprio dal modello), risulta evidente lo sforzo quasi spasmodico e la fatica nel trovare una soluzione appagante. La grande parte sono fogli su cui si sommano studi anche ripetuti in «scatti» consecutivi per singole comparse della pala. Questo milanese, al contrario, assieme ad un foglio dell’Ermitage (n. 38411), è l’unico disegno che abbracci (sul recto) l’intero spartito della tela, offrendo una prima soluzione non distante da quella poi scelta. La teoria piramidale dei chierichetti sulla sinistra rimane, infatti, invariata, così come il santo all’ombra d’un sipario sull’alto scranno. La quinta architettonica è già sulla carta e ritorna puntuale anche sulla tela. Manca, invece, il diacono in piedi con la casula nera e le figure a lui attorno, salvo che per qualche accenno di teste e del bimbo scarmigliato, ben più composto, al sicuro tra le braccia della madre, nel dipinto già a Monaco.
Sul verso si sommano senza ordine apparente gli studi per il chierichetto con la tunica bianca (in alto a sinistra, col volto girato a destra); del diacono (due, sempre a sinistra); di qualche altra comparsa e di due figure allegoriche femminili, una entro un ovato, evidentemente slegate dalla commissione ecclesiastica. Da datarsi attorno agli inizi del nono decennio e per evidenze documentarie, e non oltre il 1693 (il saldo finale della pala è del settembre 1695).
Bibliografia: F. Malaguzzi Valeri, I Disegni della R. Pinacoteca di Brera, Milano 1912; A. Mazza, Un affresco di Creti diciassettenne in palazzo Fava, in A. Emiliani – A. B. Rave (a cura di), Giuseppe Maria Crespi 1665-1747, catalogo della mostra, Bologna, Pinacoteca Nazionale, Accademia di Belle Arti e Palazzo Pepoli Campogrande; Stoccarda, Staatsgalerie, Stoccarda; Mosca, Museo Pushkin, Bologna 1990, pp. CI-CIII. ; R. Roli, Ragguagli sulla prima opera in pubblico di Donato Creti, in «Paragone», 483, 1990, pp. 129-135 ; A. Mazza, Ercole e Cerbero. Un affresco di Creti diciassettenne in Palazzo Fava ed altre opere giovanili, in «Arte a Bologna. Bollettino dei musei civici d’arte antica», 2, 1992, pp. 97-123 ; D. Pescarmona (a cura di), Disegni emiliani dei secoli XVII-XVIII della Pinacoteca di Brera, catalogo della mostra, Bologna, chiesa di San Giorgio in Poggiale, 15 gennaio – 26 febbraio 1995, Milano 1995; D. Biagi Maino, in A. M. Matteucci – A. Ottani Cavina (a cura di), Idea Prima. Disegni e modelli preparatori, pittura di tocco dal ’500 al ’700, catalogo della mostra, Bologna, Savelli Dipinti Antichi, Bologna 1996; C. Bernardini – E. Riccòmini (a cura di), Donato Creti. Melanconia e perfezione. Le storie di Achille, le Virtù e i chiaroscuri della donazione Collina Sbaraglia al Senato di Bologna, catalogo della mostra, New York, Metropolitan Museum of Art, 27 ottobre 1998 – 31 gennaio 1999, Bologna 1998; Tesori ritrovati. La pittura del ducato estense nel collezionismo privato, catalogo della mostra, Modena, chiesa di San Carlo, Modena, 24 ottobre 1998 – 10 gennaio 1999, Milano 1998; A. Mazza, Gli artisti di Palazzo Fava. Collezionismo e mecenatismo artistico a Bologna alla fine del Seicento, in «Saggi e memorie di storia dell’arte», 27, 2003, pp. 313-377; D. Bakhuys – L. Berretti – C. Loisel, Le Dessin en Italie dans les Collections Publiques Françaises. Le Genie de Bologne, des Carracci aux Gandolfi, Dessins des XVIIe et XVIIIe siècles, catalogo della mostra, Rouen, 2 novembre 2006 – 1 febbraio 2007, Montreuil 2006; Riccòmini 2012
Riccòmini, Donato Creti. Le opere su carta. Catalogo Ragionato, Torino 2012.
Marco Riccòmini
Autore: Donato Creti (Cremona, 1671 – Bologna, 1749)
* Tecnica: penna e inchiostro bruno;
Sul verso, a matita rossa: «N 19»; a matita nera: «Dono Beltrami 3»; «30»; «243»; «X».
Provenienza: dono Luca Beltrami, 1904.
Bibliografia: Malaguzzi Valeri 1912, n. 10 («Maniera di Paolo Veronese»); Mazza, Un affresco di Creti 1990, p. CIII, nota 121; Roli, Ragguagli 1990, p. 130, tavv. 108-109; Mazza, Ercole e Cerbero 1992, p. 122, nota 50; R. Roli, in Pescarmona 1995, pp. 166-167, n. 52, ill.; D. Biagi Maino, in Idea Prima 1996, p. 52; C. Bernardini, in Bernardini – Riccòmini 1998, pp. 52-53, nota 5; A. Mazza, in Tesori Ritrovati 1998, pp. 152-153, ill. (recto); Mazza 2003, p. 322; Loisel 2006, p. 204; Riccòmini 2012, pp. 57-58, n. 58.2.