Quattro disegni di Luigi Sabatelli
Technical Details
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Title
Quattro disegni di Luigi Sabatelli -
Author
Luigi Sabatelli -
Year
1801 ca. -
Inventory
988, 989, 990, 991; Reg. cron. 7581, 7582, 7583, 7584
Disegni preparatori per la grande acquaforte raffigurante La peste di Firenze dal Boccaccio descritta, c. 1801, l’opera forse più famosa dell’artista.
ll riferimento dei disegni all’acquaforte è provato dai confronti diretti sia con il capolavoro sia con gli altri numerosi studi preparatori, circa 93, ricordati dallo stesso artista nei suoi Cenni biografici, raccolti dal figlio Gaetano ed editi nel 1900.
Il corpo supino e mollemente adagiato (disegno 3) come se fosse addormentato si può considerare in tutto e per tutto lo studio per quello in controparte, al centro dell’incisione. Come pure il busto virile dagli occhi chiusi e le braccia ripiegate sul petto (disegno 1), che compare sempre in controparte al centro sopra il bordo inferiore dell’acquaforte. Il volto visto di profilo del giovane dormiente (disegno a sinistra nel foglio 4 ) è molto vicino a quello analogo accanto al busto sopraccitato, e a quelli delle tavole 5 e 7 del catalogo della mostra milanese del 1978 (Luigi Sabatelli 1772-1850, Disegni preparatori per l’incisione dal titolo La peste di Firenze dal Boccaccio descritta , eseguita in Firenze nel 1802, Milano 1978). Il busto maschile riverso ripropone, quasi identico, il disegno preparatorio del foglio 31 esposto a Milano (1978, tav 4, p.6).
L’abbandono dei corpi degli splendidi nudi dei disegni preparatori e anche nella realizzazione della acquaforte corrisponde a una precisa scelta del peintre graveur, come lui stesso scriveva al colto letterato e collezionista fiorentino Tommaso Puccini, in una lettera senza data, ma collocata circa nel 1802 dalla Paolozzi Strozzi (1978, pp 49-52) : “E’ vero i miei morti benché le loro membra siano affatto abbandonate […] non hanno nel loro aspetto l’orror di morte e morte di peste. Se avessi ritratto dei cadaveri veri certamente in questa parte avrei guadagnato più ma la difficoltà di mettere, e di aggruppare il cadavere come volevo io mi fece risolvere a sdraiare dei vivi dormienti”.
Non sembrano dunque esserci dubbi che i disegni, pur non firmati dall’autore, appartengano al corpus degli studi per la celebre incisione fiorentina, eseguita a soli ventisei anni dall’artista, sia per la notevole raffinatezza stilistica e tecnica , la sapienza dell’uso dei tratteggi a rendere il chiaroscuro e il volume scultoreo dei corpi dei nudi, la sorta di puntinato, usato anche nelle incisioni e cosi apprezzato da molti storiografi del XIX secolo, nonché da Pietro Estense Selvatico, che riteneva Sabatelli, il “primo disegnatore del suo tempo, almeno relativamente all’opera del carbone e della matita” (1862, p10, 4647), sia sulla base di riscontri iconografici che consentono di riconoscere i disegni come accurati studi per altrettanti dettagli di figure di appestati nell’ampia composizione sul tema della peste boccaccesca.
Ci preme ricordare che tali puntuali corrispondenze tra i disegni braidensi e l’acquaforte raffigurante la Peste sono state descritte da Cecilia Ghibaudi nella lucida ed esaustiva relazione storico artistica che corredava la proposta di vincolo e successivo acquisto da parte dell’allora Ministero per i beni e attività culturali, tramite diritto di prelazione dei quattro fogli con gli studi di Sabatelli, allora di pertinenza del raffinato antiquario e conoscitore della produzione grafica dell’artista, Mattia Jona e passati alle verifiche dell’Ufficio esportazione nel maggio 2009, per poi essere acquisiti dallo Stato nel giugno 2009, grazie all’intuito di Matteo Ceriana e alla tempestività di Emanuela Daffra, allora direttore dell’Ufficio Esportazione (Archivio storico Ufficio Esportazione, Sabap , 18 giugno 2009 , palazzo Litta Milano).
E’ proprio grazie a questa attività di tutela e dell’acquisto per prelazione che i fogli sono stati donati al Gabinetto disegni e stampe della Pinacoteca e che finalmente ci sia la possibilità ora di esporli nel ricco percorso espositivo della Mostra e farli cosi conoscere ad un vasto pubblico non solo di conoscitori ed amatori.
Si era notata sin da allora l’esiguità del corpus di prove grafiche di Sabatelli in collezioni pubbliche milanesi (se ne contano solo due nelle collezioni dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dove pur ne produsse molte durante il suo incarico alla cattedra di pittura iniziato nel 1808) dimostrando così l’importanza dell’acquisizione dei quattro fogli non solo per la Pinacoteca di Brera.
La loro provenienza da una collezione privata milanese fa pensare che Sabatelli li abbia portati con sé nel momento in cui si trasferì da Firenze nel 1808, nella capitale lombarda, come è ben noto allora uno dei più i importati laboratori italiani della cultura neoclassica (Spalletti, 1982, pp.81.82). Il successo riscosso con le incisioni, in particolare quelle ispirate all’Inferno, attrassero l’attenzione di Leopoldo Cicognara, e fu proprio lui incaricato di seguire la politica artistica del neonato Regno di Italia, a suggerire sin dal 1807 al viceré Eugenio di Beauharnais di chiamare Sabatelli come professore di pittura nelle Accademie di Bologna e Venezia, riconoscendone il valore europeo della sua produzione, specie grafica, ma Sabatelli rinunciò all’incarico per subentrare all’Accademia di Brera nel giugno del 1808.
Non è ancora ricostruita la vicenda collezionistica precedente e i disegni, noti soltanto dal 2009, erano rimasti inediti. Potrebbe essere , come nel caso dei fogli pervenuti in Accademia, che rimasti agli eredi di Sabatelli, fossero poi stati venduti o donati a privati e in seguito finiti sul mercato antiquariale.
Al proposito si deve a Mattia Jona la segnalazione del passaggio sul mercato di un foglio con quattro disegni firmati Sabatelli, uniti in una composizione che radunava i disegni di minore dimensione tra i nostri braidensi, senza il nudo sdraiato, secondo Jona però di bottega, non autografi dell’artista, ma testimonianza di come fossero già oggetto di attenzione e studio, o repliche appunto di qualità considerata la perizia nella resa dei tratteggi, nei volumi, e del tipico pointillisme.
La grande acquaforte, più sopra citata, raffigurante la Peste a Firenze del 1348, descritta dal Boccaccio nella introduzione al Decameron, rara anche per le notevoli dimensioni, un inedito per quegli anni, una sfida originale ala tecnica e ai suoi procedimenti meccanici, fu eseguita durante il periodo fiorentino con dedicazione a SE il marchese Pier Roberto Capponi, mecenate , protettore di Sabatelli, e impegnato a favorire il ritorno dell’artista a Firenze, dopo i soggiorni a Roma e Venezia, sempre da lui sostenuti. L’artista sembra seguire come traccia iconografica la descrizione di Boccaccio:
“Essi, e per sé medesimi, e con l’aiuto d’alcuni portatori, quando aver ne potevano, traevano dalle lor case i corpi de’ già passati, e quegli davanti agli loro usci ne ponevano; dove, la mattina spezialmente, n’avrebbe potuti vedere senza numero chi fosse attorno andato; quindi fatto venir bare, e tali furono, che per difetto di quelle sopra alcuna tavola ne ponieno […]. Et infinite volte avvenne, che andando due preti con una croce per alcuno, si misero tre o quattro bare da portatori portate di dietro a quella; e dove un morto credevano avere i preti a seppellire, n’aveano sei o otto e tal fiata più”.
La lastra di rame, incisa da Angiolo Volpini, richiese un anno di lavorazione e fu consegnata allo stampatore solo il 5 gennaio 1802, come ricordato dallo stesso Sabatelli nella sua autobiografia edita dal figlio Gaetano (Cenni, cit, 1900,p 12) e come documentano le lettere del peintre/ graveur indirizzate a Tommaso Puccini, più sopra ricordate e segnalate da Beatrice Paolozzi Strozzi, nel catalogo della mostra di Firenze, Luigi Sabatelli 1772-1850. Disegni e incisioni (1978, pp.49-92 scheda 42).
Come del resto ben noto, l’acquaforte fu realizzata in seguito a un gran numero di studi realizzati a penna, 93 di cui 31 di nudi e particolari di teste dal vero, conservati alla Galleria d’Arte moderna di Roma, dopo essere stati a lungo in deposito presso il Museo civico di Ascoli Piceno. Oltre che ricordati dallo stesso autore nei Cenni biografici, “Un libro contenente disegni a penna n 93 studi , fra grandi e piccoli, che servono per la famosa stampa della peste (1900, p.96), furono segnalati da Beatrice Paolozzi, nella mostra fiorentina del 1978, dedicata al corpus di stampe e disegni di Sabatelli conservati al Museo degli Uffizi ( Paolozzi Strozzi, 1978,pp.49-52). Nello stesso anno dodici studi di pertinenza della Galleria d’arte moderna di Roma vennero esposti a Milano Luigi Sabatelli. Disegni preparatori per l’incisione dal titolo La peste di Firenze dal Boccaccio descritta, catalogo Mostra, Milano 1978.
Il tema figurativo predominante dell’intera composizione, così come testimoniato anche dai disegni braidensi, è la rappresentazione ampiamente diversificata di corpi umani, per lo più nudi, (per tipologie, posture e scorci), che il soggetto iconografico prescelto consentiva, come ha notato Francesca Valli , nella profonda e lucida scheda dedicata all’acquaforte nel catalogo della mostra: Romantici e Macchiaioli. Giuseppe Mazzini e la grande pittura europea, tenuta al Palazzo Ducale di Genova tra il 2005 e il 2006 (Valli, 2006, p.236). “Quell’esubero di nudi secondo il gusto di Rubens, ma senza viluppo artatamente plastici, morti e vivi- anche i barellieri- resi indistintamente, come un campionario di posture esibite abilmente disposte in diagonale, è visibilmente l’argomento centrale dell’opera”.
Come più sopra accennato nelle lettere a Tommaso Puccini, collezionista e consulente di Sabatelli (carte Puccini, in Paolozzi Strozzi, 1978, pp.50-52), che le obiezioni ad alcune osservazioni dell’erudito , si incentrassero sulla “verosimiglianza” dei corpi “vivi dormienti” e non cadaveri – non poteva che toccare nel profondo l’artista, allievo di Domenico Crovi, assiduo nello studio della anatomia, come lo stesso Puccini riconoscerà . Sui principi imparati durante il soggiorno romano, “ aggiornati al modello anticlassico, diventato sublime, della Sistina, si innesta una diversa concezione del disegno: un mezzo espressivo autonomo, funzionale alla rappresentazione di una storia, attraverso la sua traduzione incisoria, alla sua diffusione” ( Valli, 2006, cit,p 236).
E’ interessante ricordare che anche Giuseppe Mazzini aveva ammirato l’acquaforte della Peste, in chiusura alle pagine dedicate a Sabatelli, riconoscendo “la potenza dei suoi disegni a penna, dei quali una serie numerosa della Peste di Firenze” (Mazzini 1841, ed 1915,p 57) e in un altro punto degli Scritti editi ed inediti (Imola, 1915, vol. XXI, p 276 ) nomina l’artista e anche Manzoni: “Sabatelli, uomo di ardente desiderio piuttosto di forte comprensione intellettuale, non potè fare se non quello […] che Manzoni fece un po’ più tardi: fece rientrare di buon grado o per forza, il suo concetto dell’Arte nel ciclo cristiano”.
E’ noto che Francesco Hayez subentrò all’insegnamento di Luigi Sabatelli, alla cattedra di pittura , prima sostituendolo nel 1822, poi definitivamente nel 1850 e non sorprende apprendere che il grande artista tenesse appeso in aula “questo esemplare della Peste donato all’ Accademia nel 1851 da Domenico Moglia, della quale nelle Memorie ammirerà “la magnifica composizione” (Hayez,1869, ed 1993, p.131), a quanto rilevava Francesca Valli (2006, p.238).
E’ ancora la studiosa nel catalogo della mostra dedicata al Laboratorio di Hayez tenutasi tra il dicembre del 2015 e gennaio 2016 nella sala napoleonica dell’Accademia di Brera, a rendere noto un raffinato disegno di nudo del Maestro, a matita nera su carta avorio (n. 63 del cosiddetto Taccuino rosso, Gabinetto dei disegni dell’Accademia di Brera), che potrebbe essere stato d’ispirazione alla realizzazione di una delle figlie di Loth , nel dipinto di collezione privata datato 1833. Lo splendido disegno, che costituisce una sorta di fedele variante (dal maschile al femminile) del foglio di Sabatelli ora in mostra, raffigurante il Nudo virile sdraiato, inv. 991, testimonia la viva impressione esercitata dal modello del maestro, l’acquaforte della Peste, come indicato da Valli, ma anche il disegno braidense, che ne costituisce il più immediato precedente grafico, ora noto.
Bibliografia: Gaetano Sabatelli, Cenni biografici del Cav. Prof. Luigi Sabatelli, scritti da lui medesimo e raccolti dal figlio Gaetano, pittore, Milano, Stabilimento Tipografico Enrico Reggiani, 1900; Pietro Estense Selvatico, Le condizioni dell’odierna pittura storica e sacra in Italia , rintracciate nella esposizione universale seguita in Firenze nel 1861-Osservazioni di P. Selvatico, Padova 1862; Giuseppe Mazzini, Modern Italian Painters, in «London and Westminster Reviev», XXXV, 1841, (poi in G. Mazzini, Scritti editi ed inediti, Imola, 1915, vol. XXI, in particolare pp. 273-293); Carlo Del Bravo, Disegni italiani del XIX secolo, Firenze, 1971, pp 37-40; Luigi Sabatelli, 1772-1850. Disegni e incisioni, catalogo della mostra (Firenze, Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, 1978), a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi, Firenze, Olschki, 1978; Luigi Sabatelli (1772-1850) Disegni preparatori per l’incisione dal titolo “La peste di Firenze dal Boccaccio descritta” eseguita in Firenze nel 1802 presso lo stampatore Angiolo Volpini, catalogo della mostra, Milano, 1978; Francesca Valli, scheda II.16, in Fernando Mazzocca (a cura di), Romantici e Macchiaioli. Giuseppe Mazzini e la grande pittura europea, catalogo della mostra (Genova, Palazzo Ducale, 21 ottobre 2005 – 5 marzo 2006), Milano-Ginevra, Skira, 2005, pp. 238-239; Francesco Leone in Romantici e macchaioli, cit, Milano 2005, p 239; Francesca Valli, La figura. I modelli di scultura, in Ead. (a cura di), Francesco Hayez. Il laboratorio di un pittore, catalogo della mostra (Accademia di Belle Arti di Brera, 14 novembre 2015 – 21 gennaio 2016), Cinisello Balsamo, Silvana, 2015, pp. 339-341; Luigi Sabatelli, 1772-1850. Disegni e incisioni, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Corsini, 21-29 settembre 2019), a cura di Monica Cardarelli, Firenze, Polistampa, 2019 Monica Cardarelli, Luigi Sabatelli..La Sala del’Iliade di palazzo Pitti ( 1820-1825) , Firenze, Polistampa 2021; Letizia Lodi, Disegni braidensi di Luigi Sabatelli per la Peste di Firenze del 1801, in Manzoni 1873-2023. La peste “orribile flagello” tra vivere e scrivere, catalogo della mostra a cura di Marzia Pontone, Milano Biblioteca Braidense, 2023.
Letizia Lodi
Autore: Luigi Sabatelli (Firenze, 1772 – Milano, 1850)
* Tecnica: penna e inchiostro bruno su carta bianca.
Provenienza: Acquisto per prelazione da Mattia Jona (2009);
Studio di nudo virile a mezzo busto, mm 134 x 145;
Torso virile riverso, mm 135 x 145;
Nudo virile sdraiato, mm 112 x 135;
Studio di due teste virili, mm 80 x 200.