Studio per testa di fanciullo
Technical Details
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Title
Studio per testa di fanciullo -
Author
Simone Cantarini (il Pesarese) -
Dimensions
mm 268 x 206 (di massima) -
Inventory
Inv. 41
Il disegno figura tra gli otto fogli selezionati da Malaguzzi Valeri nel 1906 allo scopo di documentare la presenza e la qualità della grafica di Cantarini conservata a Brera.
Sulla carta è presentato uno studio da modello, una bella testa di giovinetto, girata a sinistra; è accuratamente definita nel modellato, nella distribuzione delle luci e delle ombre, nella caratterizzazione sentimentale: lo sguardo è assorto, le labbra serrate accennano appena a incurvarsi; se ne ricava una sorta di pudica ritrosia, un’aria introversa e riflessiva tendente al malinconico.
Solo un altro ritratto è incluso nella raccolta milanese (inv. 486, scheda n. 37); è incerto se in esso debba riconoscersi Guido Reni o il ritratto del commendatore Girolamo Bolognini, il nobile bolognese che commissionò nel 1637 la pala della Madonna di Monserrato (Stuffione, chiesa di Santa Maria delle Grazie; Colombi Ferretti 1982, pp. 19-24) come ex voto per la guarigione del figlioletto Francesco Maria.
Esecuzione tecnica e analogie grafiche inducono ad affiancare il disegno in esame a quello del Museo di Belle Arti di Budapest (inv. 2288; Czére 1989, n. 46, pp. 100-101), che tuttavia si avvantaggia in spontaneità per la posa del giovinetto con il capo reclinato in avanti. Come ha sottolineato la Czére (1989) in entrambe le prove è la luce ad assurgere a protagonista, a vera creatrice dello spazio arioso intorno alla figura.
Soluzioni analoghe si rinnovano in due fogli di Venezia (Gallerie dell’Accademia, Due teste di giovane, inv. 700; Tre studi di teste femminili, inv. 131; Di Giampaolo 1993, nn. 92, 90, pp. 111, 109); studi analoghi sono passati in asta, tra questi citiamo un intenso Ritratto di giovane frate (Colnaghi 1954), di acuta individuazione psicologica, o il Ritratto di un uomo (Sotheby’s, London, 6 July 1992, lot. 18). Se lo spunto per gli studi di testa di Cantarini viene da opere simili del Reni (Firenze, Uffizi, inv. 1568 F; Johnston 1973, n. 65) occorre sottolineare che le formulazioni di Simone si caratterizzano per un’inclinazione più decisamente naturale rispetto a quelle del maestro ed eserciteranno un’influenza determinante sulla ritrattistica di Flaminio Torri.
Tra i dipinti riportati a Pesaro dopo la morte del pittore e che vengono suddivisi tra gli eredi nell’atto del 1738 (Cellini 1997, pp. 121-125, Parte III, D) si contano numerosi ritratti eseguiti dall’artista: citiamo quello del pittore Mincucci (c. 329r); ritratti di vari dottori (c. 329v; 330r), il ritratto del fratello di Simone, Vincenzo Cantarini (c. 331r) oltre a teste di donne e di vecchi più o meno abbozzati e finiti.
Bibliografia: Acqua, n. 373; Malaguzzi Valeri 1906, n. 41, fig. 41; Emiliani 1959, n. 22, p. 36, fig. 22; Mancigotti 1975, pp. 224, 276, tav. xxx; Czére 1989, p. 101; Di Giampaolo 1993, p. 111; Ambrosini Massari 1995, p. 155; Cellini 1997, p. 178
Marina Cellini
Autore: Simone Cantarini, detto il Pesarese o Simone da Pesaro (Pesaro, aprile 1612 – Verona, 1648)
Tecnica: matita rossa;
Stato di conservazione: discreto; macchie di umidità ed efflorescenza di colle in alto al centro, piccole lacune;
Scritte e timbri sul disegno: timbro sul recto in basso a destra; sul verso al centro: di Simon da Pesaro/stimato 22; più sotto: L’Angelo di Dio
Esposizioni: Milano 1959.