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Testa d’uomo barbuto con turbante

Technical Details
  • Title
    Testa d’uomo barbuto con turbante
  • Dimensions
    mm 384 x 268
  • Inventory
    Inv. 686

La tecnica a pastello, le linee sinuose e la vivacità del colore, che conferiscono a questo foglio un certo fascino nonostante l’espressione volutamente severa che l’artista ha voluto dargli, sono una sorta di firma di Domenico Maria Canuti. All’interno del suo corpus grafico, il gruppo di studi a pastello è abbastanza ampio da offrire punti di confronto. Si tratta di studi per elementi decorativi come l’imponente Ignudo seduto del Museo Nazionale di Stoccolma, preparatorio alla decorazione del Palazzo Pepoli Campogrande di Bologna del 1669-1671, e soprattutto di alcuni studi di fisionomie, come la Testa di orientale della Staatsgalerie di Stoccarda La tensione dinamica dello Studio di uomo nudo proteso in avanti a pastello della Natsjonalgalleriet di Oslo (inv. B. 15090) illustra perfettamente la ricerca espressiva di Canuti. Anche se la sua espressione è meno sconcertante, sembra possibile che l’uomo di Brera sia stato un lavoro di ricerca per il Ritratto di orientale, un dipinto che S. Stagni colloca all’epoca in cui Canuti eseguiva la sfolgorante decorazione della chiesa dei Santi Domenico e Sisto a Roma tra il 1672 e il 1676.

Questo gusto spiccato per l’esotismo dei vecchi col turbante potrebbe trovare la sua origine nelle riflessioni di Canuti sull’opera di Ludovico Carracci, che egli studiò e addirittura imiterà per tutta la sua carriera. Si pensi a La predica di San Giovanni Battista, dipinta nel 1592 per la Certosa di Bologna, per la quale abbiamo un disegno preparatorio di Ludovico, una Testa di vecchio a matita rossa (Uffizi, inv 3800 S.), che anticipa gli effetti barocchi di Canuti. Inoltre, la minaccia ottomana sull’Europa centrale, che si concludera nel 1783 con il fallimento dell’assedio di Vienna, era molto sentita a Roma e l’evocazione di fantasmi turchi poteva servire da valvola di sfogo.

Bibliografia: Catherine Loisel, Dessins bolonais du XVIIe siècle, T. II, Dessins italiens du musée du Louvre, Paris, 2013, fig. 34, p. 478.

 

Catherine Loisel

 

* Tecnica: pastello su carta, incollato su supporto secondario, controfondo con le misure del disegno. In alto a destra, parzialmente leggibile, timbro di collezione nero non identificato ma che si trova su altri disegni dell’artista (per esempio Musée de Besançon inv.1670). Iscrizioni sul verso: “Sc. Romana ?”, “Dono Dubini 12”.

Provenienza: Dono Dubini (1906).

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