Il restauro del Ritratto di Alessandro Manzoni di Francesco Hayez (1841, Inv. 963, Fig. 1) è in corso dal giugno 2018.
È l’immagine più popolare dello scrittore, che si sottopose, vincendo la sua naturale ritrosia, alla fatica di quindici sedute, dato lo scrupolo del pittore di voler rendere tutto dal vero, anche gli accessori.
Il ritratto fu commissionato dalla moglie Teresa e dal di lei figlio Stefano, e fu molto amato anche in famiglia per la posa naturale e non retorica.
La tela si trova nel Laboratorio di restauro trasparente della sala XVIII dove è visibile l’intervento in corso (fig. 2). Il dipinto era appesantito dall’ossidazione della vernice superficiale, opacizzata ed ingiallita.
Inoltre sappiamo da uno scritto di Hayez che l’opera fu accidentalmente danneggiata dallo stesso artista, mentre eseguiva una copia subito dopo la morte dello scrittore: alcuni ritocchi in prossimità di queste piccole lacerazioni della tela appaiono oggi alterati.
Prima del restauro il dipinto è stato oggetto di un’accurata campagna fotografica e diagnostica (fig. 3), comprendente riprese in luce diffusa e radente, macrofotografie e fotografie al microscopio, riflettografia infrarossa (IRR), infrarosso falso colore (IRFC), fluorescenza ultravioletta (UVF). Gli esiti e le osservazioni dirette dell’opera hanno consentito di approfondire la conoscenza della tecnica dell’artista, permettendo di impostare ogni fase dell’intervento di restauro.
Tecnica pittorica
La tela di lino misura cm 119x93x2, ed è montata su un telaio ligneo provvisto di rompi tratta orizzontale (fig. 4).
La superficie è stata inizialmente preparata con uno strato omogeneo chiaro, sul quale sono stesi gli strati pittorici ottenuti con fluide campiture ad olio (fig. 5, 6).
Restauri precedenti e stato di conservazione
Il dipinto ha subito in seguito all’episodio menzionato occorso all’artista un intervento di foderatura e dei ritocchi nelle zone interessate (fig. 7). L’intervento non è documentato, ma è stato di buona qualità tecnica.
Una vernice naturale non originale è stata stesa sulla superficie del dipinto già motato in cornice, risparmiando un centimetro lungo il perimetro. In UVF si notano le dense pennellate di vernice (fig. 8). Alcune piccole cadute di colore e minime abrasioni sono visibili, soprattutto lungo il perimetro.
Intervento di restauro
Il restauro è iniziato dalla rimozione del particellato incoerente con pennelli ed aspiratori a bassa intensità. Dopo una prima superficiale pulitura realizzata con un tensioattivo, è seguito l’assottigliamento della vernice ossidata (fig. 9). Infine minime lacune sono state reintegrate con colori all’acquerello, e una leggera vernice protettiva è stata stesa sulla superficie.
Al termine del restauro il dipinto ha riacquistato leggibilità e profondità di colore (fig. 10), ed è stato esposto nel nuovo allestimento delle sale dell’Ottocento.