Il restauro della Disputa dei Dottori della Chiesa di Girolamo Genga (Fig. 1) è attualmente in corso.
Pittore, architetto e scenografo, Girolamo Genga (Urbino, 1476-1551) lavorò fra Urbino, Siena, Firenze, la Romagna, Roma e Pesaro. Formatosi a Perugia con Signorelli e Perugino, rielaborò poi in modo anticlassico le influenze di Pinturicchio, Sodoma, Fra’ Bartolomeo, Raffaello e Michelangelo.
La grande tavola, eseguita tra il 1516 ed il 1518, fu concepita per la chiesa di Sant’Agostino a Cesena, all’interno di una monumentale “macchina” che incorniciava anche altri dipinti: i tre scomparti della predella con storie di S. Agostino, la cimasa raffigurante l’Annunciazione, e alla base delle colonne due figure di Beati agostiniani, oggi perdute (Fig. 2).
Nel 1809, con le requisizioni napoleoniche, la Disputa dei Dottori della Chiesa arrivò a Brera.
Negli ultimi anni il dipinto, interessato da fessurazioni del supporto e offuscato da ritocchi e vernici alterate, è stato oggetto di un complesso progetto di restauro, per realizzare il quale nella sala XXVII del museo è stata allestita una struttura che rende possibile ai visitatori seguire ogni fase del restauro.
Il restauro è accompagnato da un’accurata documentazione fotografica, e da indagini scientifiche che hanno permesso di approfondire la conoscenza della tecnica pittorica e dello stato di conservazione dell’opera.
Particolarmente interessante è il risultato ottenuto con la tecnica della riflettografia infrarossa (IRR 1000-1700) che rende visibili importanti aspetti del processo pittorico dell’artista, quali il disegno sottostante gli strati pittorici eseguito per impostare la composizione. L’immagine IRR ad altissima risoluzione è stata riprodotta in dimensioni reali e ed è visibile accanto all’opera in restauro.
La composizione della Disputa fu inizialmente studiata su un grande cartone preparatorio, oggi perduto. Successivamente l’immagine fu riportata sulla superficie della tavola con la tecnica dello spolvero.
Grazie alla riflettografia IR è possibile ricostruire esattamente il tracciato riportato dal cartone sulla preparazione a gesso della tavola, poiché sono perfettamente leggibili sia i puntini dello spolvero che il disegno eseguito per raccordarli: un tratto sottile e preciso che ripassa i punti e li unisce in una linea continua, descrivendo accuratamente le pieghe delle vesti, le linee espressive dei volti e ogni dettaglio delle capigliature.
L’intervento è iniziato col risanamento dei problemi del supporto ligneo, che hanno causato fessurazioni e piccole cadute di colore, per proseguire col restauro della superficie pittorica.
Il restauro è reso possibile grazie al generoso sostegno della Andreotti & Brusone Philanthropy Fund.
Le indagini diagnostiche sono state realizzate da: Laboratorio di restauro della Pinacoteca di Brera (IRR 1000-1700 nm, IRFC, microscopio digitale); Laboratorio DIART, Dip. di Fisica, Università degli Studi di Milano (VIS, UVF, NIR 950-1000 nm, IRFC, FORS, XRF); Laboratorio di Archeometria, Dipartimento di Scienza dei Materiali UniMib (XRF, Spettroscopia Raman); CSG Palladio S.r.l. (analisi microstratigrafiche); Haltadefinizione (altissima definizione).