Pinacoteca di Brera Informazioni

Assunzione della Vergine e Santi

Il restauro dell’Assunzione della Vergine e Santi di Prospero Fontana (fig. 1), è attualmente in corso.

1. Prospero Fontana, Vergine Assunta e Santi – prima del restauro
1. Prospero Fontana, Vergine Assunta e Santi – prima del restauro

Prospero Fontana (Bologna 1512-Bologna 1597) è stato allievo a Bologna di Innocenzo da Imola.
Sin dalla produzione giovanile è evidente il suo “sperimentalismo” nutrito della migliore cultura manierista e del contatto diretto con le opere bolognesi di Parmigianino e con il più nobile classicismo emiliano di pittori come Girolamo da Treviso e Girolamo da Carpi. L’arrivo a Bologna nel 1539 di Vasari e della Pala di Filippo Salviati, incrementa la predisposizione di Prospero Fontana a fondere modelli tosco romani e valori pittorici parmensi.

Tra il 1563 e il 1565 Prospero è a Firenze nell’équipe vasariana di Palazzo Vecchio. E questi sono gli anni che precedono di poco l’esecuzione della Pala braidense, datata 1570.
La tavola, datata e firmata, rappresenta la Vergine Assunta con i Santi Agostino, Chiara, Giovanni Battista, Francesco, Antonio e Petronio e una monaca offerente.

In origine era collocata nella maggiore della Chiesa di Santa Maria della Grazie a Bologna.
Nel 1811, l’opera arriva a Brera e viene concessa in deposito alla Chiesa dell’Incoronata di Milano e successivamente alla Chiesa di San Vito in Pasquirolo. Il 21 febbraio 1991 rientra in Pinacoteca e da allora è conservata nei depositi.
Da dicembre 2019 è in restauro nel Laboratorio trasparente della Pinacoteca.

Attualmente è in corso un’accurata campagna fotografica e diagnostica, che comprende riprese in luce diffusa e radente, macrofotografie e fotografie al microscopio, riflettografia infrarossa (IRR), infrarosso falso colore (IRFC), fluorescenza ultravioletta (UVF), spettrometria in riflettanza (Vis-RS), Radiografia X (RX). Gli esiti e le osservazioni dirette dell’opera consentiranno di approfondire la conoscenza della tecnica dell’artista, lo stato di conservazione della pala, permettendo di impostare ogni fase dell’intervento di restauro (fig.2).

2. Particolare della Riflettografia IR e infrarosso falso colore.
2. Particolare della Riflettografia IR e infrarosso falso colore.
Tecnica pittorica

Il dipinto è composto da 6 assi verticali in legno di pioppo di taglio mediocre e da due aggiunte poste in alto e sul lato sinistro. Le tavole sono unite a giunto vivo e sono contenute da traverse in conifera con scasso a coda di rondine e da regoli verticali posti a sostegno dell’aggiunta superiore (fig.3).

 

3. Verso del dipinto.
3. Verso del dipinto.
4. Particolare a luce radente, si evidenzia la stesura della preparazione.
4. Particolare a luce radente, si evidenzia la stesura della preparazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La preparazione, eseguita probabilmente con gesso e colla, è stesa a spatola e con pennellesse la cui traccia è visibile in luce radente (fig. 4). Una stesura uniforme, di colore grigio scuro, serve da fondo per la successiva stesura pittorica eseguita ad olio. La pennellata, generalmente fluida e sottile, è più corposa in corrispondenza del manto blu della Vergine e nei rilievi in luce sulle campiture bianche.

 

Restauri precedenti e stato di conservazione

La struttura di contenimento appare incompleta, poiché manca la seconda traversa dal basso; attualmente è difficile valutare l’originalità dell’aggiunta superiore.
La superficie pittorica è stata oggetto di diversi interventi di restauro: si evidenziano estese ridipinture illuminando la superficie con lampada UV.
Ad occhio nudo sono evidenti lacune in corrispondenza delle sconnessure tra le assi del supporto e nei margini.
Le vernici sono ossidate e disomogenee e offuscano notevolmente la lettura dell’immagine (fig. 5-6).

5. Particolare in luce visibile, si evidenzia l’ingiallimento della vernice.
5. Particolare in luce visibile, si evidenzia l’ingiallimento della vernice.
6. Particolare in luce visibile, si evidenzia l’ingiallimento della vernice.
6. Particolare in luce visibile, si evidenzia l’ingiallimento della vernice.
Intervento di restauro

In occasione del trasporto dell’opera dal deposito al laboratorio di restauro, gli strati preparatori e pittorici sono stati messi in sicurezza mediante l’applicazione temporanea di carta giapponese con adesivo a base acquosa, sulle zone maggiormente fragili quali bordi perimetrali, lacune e giunture delle assi (fig. 7-8). Dopo la rimozione del particellato incoerente con pennelli ed aspiratori a bassa intensità verranno eseguiti test finalizzati alla messa a punto di miscele di solventi per l’assottigliamento delle vernici sovrammesse.

La pulitura si baserà su criteri di gradualità, selettività e controllabilità delle applicazioni; i visitatori del museo potranno seguire in tempo reale il progressivo recupero delle cromie del dipinto.

7. Velinatura temporanea con carta giapponese.
7. Velinatura temporanea con carta giapponese.
8. Particolare della velinatura.
8. Particolare della velinatura.
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