Pinacoteca di Brera Informazioni

Nuovo terzo giovedì serale di Brera/Musica online

La Pinacoteca di Brera da 3 anni propone aperture serali ogni terzo giovedì del mese. In queste occasioni gli allievi della Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” arricchiscono l’esperienza del museo con un repertorio musicale che illustra il legame tra la musica e le opere esposte.

La Pinacoteca e la Scuola desiderano portare a casa vostra questo appuntamento e hanno realizzato insieme ai ragazzi questo speciale video.

 

Classe di musica d’insieme – M.° Marco Mariani (Civici Corsi di Jazz):
Marco Mariani, tromba e arrangiamenti
Sofia Zavaglia, voce
Omar Lapo Diagne, voce e video editing
Riccardo Cecovig, tromba
Piero Spanò, flicorno
Alessandro Paradiso, chitarra
Leonardo Miotti, chitarra
Dennis Coladonato, chitarra
Giovanni Liberatore, tastiere
Luca Zaniboni, basso
Nicola Rulli, basso
Giosuè Consiglio, batteria e audio mixing&editing
Smoke on the Water (Deep Purple)
Natura morta marina con la penna (Filippo De Pisis)

“Cosa lega Smoke on the water dei Deep Purple a Natura morta marina con la penna di Filippo de Pisis?
Sicuramente la forte emozione suscitata dalle due immagini: quella evocata dal testo della canzone e quella immortalata da De Pisis sulla tela del 1953.
L’immagine evocata dal titolo e dal ritornello della canzone è forte, affascinante, insinuante…
Fumo sull’acqua… più forte ancora del testo della canzone che non si sviluppa in modo poetico, ma sembra il semplice resoconto di un fatto realmente accaduto: l’incendio del Casino di Montreux sul Lago di Ginevra durante un concerto di Frank Zappa mentre i Deep Purple aspettavano il loro turno in uno studio di registrazione mobile dislocato sulla spiaggia.
Il fatto è drammatico e l’esserne stati testimoni diretti e privilegiati ha sicuramente lasciato il segno sui componenti della famosa rock band, ma la forza dell’emozione provata si concentra prevalentemente sulle parole del ritornello, che si compenetrano perfettamente con l’immortale riff costruito su una sequenza primordiale di intervalli e armonizzato con dei semplici power chords.
L’immagine immortalata da De Pisis nel suo capolavoro del 1953 ha una forza straordinaria e riesce ad emozionare non solo attraverso l’essenzialità degli elementi figurativi e la decisione del tratto, ma anche insinuando dubbi su cosa si stia osservando: la sabbia grigia ospita una sola penna, forse di gabbiano, e diverse valve la circondano… ma la loro ombra le fa sembrare sospese nell’aria, più fluttuanti della penna stessa… e le forme sospese nel cielo non hanno il colore dei gabbiani, sono nere e leggermente velate, come se fossero avvolte dalle nubi o dalla nebbia… o dal fumo… fumo sull’acqua”.
(Marco Mariani, note)
24 luglio 2020

 

Programma

Deep Purple: Smoke on the Water (arr. Marco Mariani)

 

Jacopo Mattavelli, pianoforte

La geometria nella musica di Bach
“Opera: Piero della Francesca, Madonna col Bambino e santi, angeli e Federico da Montefeltro (Pala di San Bernardino), sala XXIV
Piero della Francesca e Johann Sebastian Bach: vi è un legame formale che avvicina questi due artisti. Esso risiede nella struttura geometrica che garantisce l’equilibrio e le proporzioni in due opere d’arte come la Pala di San Bernardino e la Partita in do minore. In particolare, nei personaggi di Piero della Francesca non è difficile scorgere le forme geometriche che costituiscono una sorta di impalcatura per le figure (i visi sono perfettamente ovali, i ricci sono cerchi perfetti, i busti dei personaggi si ergono solidi come colonne).
Inoltre, osservando l’opera in questione, assistiamo a una illusione prospettica: i volti dei personaggi -i quali, fatta eccezione per il committente Federico da Montefeltro, sono disposti secondo un equilibrio simmetrico- si trovano pressoché sulla stessa linea, pur non avendo le stesse dimensioni. Possiamo quindi dedurre che essi non compongono un gruppo compatto, come potrebbe inizialmente apparire, ma sono disposti in profondità.
Anche nella Partita di Bach ritroviamo uno schema compositivo geometricamente caratterizzato. Oltre all’equilibrio che deriva da una scansione simmetrica delle frasi musicali e al carattere imitativo e contrappuntistico che contraddistingue notoriamente la musica di Bach, è possibile scorgere nella partitura la presenza di vere e proprie trasformazioni geometriche, per esempio nell’impiego ricorrente di progressioni (che possono essere viste come traslazioni) oppure nella seconda parte di alcuni brani (allemande, courante, capriccio), dove il tema iniziale si ripresenta invertito e alla dominante (questo procedimento può essere visto come una riflessione del tema iniziale). In entrambe le opere è presente, inoltre, un certo livello di astrazione, che in Piero della Francesca si esprime nella semplificazione geometrica delle forme, mentre in Bach nel percorso di emancipazione che nei secoli ha trasformato una raccolta di danze da accompagnamento per il ballo a brano di musica indipendente, come nel caso della Partita in do minore.
Rilevo poi, in entrambe le opere, un certo gusto per la contrapposizione: il confine fra la luce e l’ombra sul fondo del dipinto separa tre santi esili ed emaciati a sinistra e tre santi robusti e pieni a destra; nella mia interpretazione della Partita di Bach sottolineo invece il contrasto fra brano moderato e brano scorrevole”.
(Jacopo Mattavelli, note)

 

Programma

J.S.Bach, Partita n. 2 in do minore BWV 826
-Sinfonia (Grave Adagio / Andante)
-Allemande
-Courante
-Sarabande
-Rondeau
-Capriccio

 

 

Ariadna Quappe e Jody Livo, cornetti
Anaïs Lauwaert, viola da gamba

Fruttivendola, Vincenzo Campi

“Buongiorno! Io sono Jody Livo e, assieme alle mie compagne Ariadna Quappe e Anaïs Lauwaert, suoneremo Florete flores, un brano liturgico originariamente per due canti, tratto dal manoscritto Carlo G. Il testo, dal libro di Siracide (o Ecclesiastico nella Bibbia latina), esorta l’ascoltatore a far fiorire fiori, spargere il loro profumo, e cantare lodi al Signore per tutte le sue opere.
Il manoscritto Carlo G, che risale ai primi anni del Seicento, si chiama così perché una macchia rende illeggibile il cognome del compositore misterioso, tranne la G iniziale. È stato ritrovato solo qualche anno fa a Vienna in un mercato delle pulci: un tesoro in un posto inaspettato.
Anche il nostro dipinto scelto, la Fruttivendola di Vincenzo Campi, è un barlume inaspettato tra i molti quadri di carattere sobrio o devozionale presenti nella Pinacoteca. Ricco di colori intensi e dettagli sorprendenti, fa parte di una serie di quattro dipinti che simboleggiano i quattro elementi; nel caso de la Fruttivendola, si tratterebbe della Terra. Oltre a qualche fiore che richiama i profumi del testo di Florete flores, il paesaggio sfumato e i cesti traboccanti di frutti e ortaggi ci dimostrano l’abbondanza del creato”.
(Livo/Quappe/Lauwaert, note)

Programma

dal Manoscritto Carlo G (ca. 1600-1620): Florete flores

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