Sesto dialogo “Attorno agli Amori. Camillo Boccaccino sacro e profano”
La Pinacoteca di Brera presenta il sesto dialogo attorno a Camillo Boccaccino (Cremona 1504/5-1546), pittore manierista che già Luigi Lanzi nella sua “Storia pittorica dell’Italia” riteneva il genio più grande della scuola cremonese.


Il dipinto della Pinacoteca di Brera, Madonna con il Bambino in gloria con i Santi Bartolomeo, Giovanni Battista, Alberto da Trapani e Girolamo, proveniente dalla chiesa carmelitana di San Bartolomeo a Cremona, è in dialogo con altre due opere del pittore: quella Venere e Amore – proveniente dalla collezione Geo Poletti – che nel Cinquecento Giovan Paolo Lomazzo vide in una casa milanese, restandone colpito al punto da celebrarlo con un sonetto; e una recentissima scoperta, sempre di argomento profano, Amore si specchia nello scudo, di collezione privata.
La terza opera in dialogo con il quadro di Brera è la tavola Venere e Amore di Giulio Cesare Procaccini, elegantissimo nudo di donna accosciato su un prato sempre di proprietà privata e proveniente dalla Francia, a documentare il fascino persistente del modello anche sulla generazione successiva.
Camillo Boccaccino, morto giovane, inizia la sua carriera con opere già straordinariamente mature dal punto di vista stilistico, nelle quali dimostra la piena assimilazione e la libera rielaborazione dei modelli di Tiziano, Giorgione, Pordenone, Correggio, Parmigianino e Raffaello.
Il Dialogo intende puntare l’attenzione sulla produzione squisitamente profana dell’artista, noto soprattutto per i soggetti sacri realizzati per il Duomo e San Sigismondo di Cremona, oltre che per Santa Maria di Campagna a Piacenza, nella prima metà del Cinquecento, ma sarà anche occasione per conoscere la diffusione dei soggetti profani nel collezionismo milanese fra XVI e XVII secolo.
A differenza dei precedenti dialoghi, che proponevano una giustapposizione diretta delle opere, il sesto appuntamento invita lo sguardo del visitatore a spaziare, imbastendo una teoria di echi e rimandi da un lato all’altro della sala.
Inoltre dal 29 marzo riaprono al pubblico i saloni napoleonici, da sempre centro pulsante e fulcro del processo di trasformazione della Pinacoteca con uno straordinario allestimento che vede il rinnovamento di sette sale (VIII – IX – X – XI – XII – XIV – XV). Didascalie e luci esaltano le opere del museo poste in una nuova collocazione e valorizzate dal colore delle pareti delle sale napoleoniche.
Dialogo a cura Francesca Debolini e Marco Tanzi

Venere e Amore, Giulio Cesare Procaccini. 1615-1620 circa, olio su tavola (collezione privata, Francia)
