Pinacoteca di Brera Informazioni

Monumento a Giocondo Albertolli

Luigi Marchesi

Sulla base l’iscrizione: “GIOCONDO ALBERTOLLI”
Loggiato del Cortile d’Onore del Palazzo di Brera

Giocondo Albertolli (Bedano, Svizzera 1743 – Milano 1839) dopo essersi distinto come decoratore con i suoi ornati a stucco nella Villa di Poggio Imperiale a Firenze, nel 1774 fu chiamato a Milano dall’architetto Giuseppe Piermarini per le decorazioni del Palazzo Arciducale (attuale Palazzo Reale). Con la collaborazione di Gaetano Callani disegnò e realizzò gli stucchi della Sala delle Cariatidi (gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943), alla quale seguirono gli ornati anche per gli altri ambienti al piano nobile.
La raffinatezza e la varietà dei suoi ornati che coniugano motivi dell’antichità con quelli del classicismo cinquecentesco gli ottennero un eccezionale successo tra l’aristocrazia: la realizzazione delle numerose commissioni gli permise di giocare un ruolo determinante nella creazione dello “stile impero”. Infatti, fu incaricato di decorare la cappella reale e gli appartamenti della Villa Reale di Monza, il teatro della Scala e varie residenze milanesi tra cui almeno va ricordato palazzo Belgioioso. Fu anche architetto: tra i suoi progetti più noti sono da annoverare l’altare maggiore nella chiesa di San Marco a Milano e la villa Melzi a Bellagio per la quale disegnò la decorazione e gli arredi mobili.
Ma la sua impronta più importante fu lasciata dall’insegnamento alla Scuola di Ornato all’Accademia di Brera che diresse fino al 1812 formando una vasta schiera di allievi per i quali diede alle stampe quattro volumi di incisioni dedicati al suo metodo didattico e con un vasto repertorio di motivi decorativi.
Alla sua morte, nel 1840, il Consiglio accademico istituì un’apposita Commissione che stabilì di commemorare l’anziano maestro con una statua monumentale da collocarsi, la prima in ordine di tempo, in una delle grandi nicchie del loggiato superiore. Tra gli allievi e i suoi estimatori fu raccolta la somma di 3700 lire e, tra i cinque presentati, fu scelto il progetto di Luigi Marchesi (Saltrio, Varese 1799 – 1874). Fratello minore del più noto scultore Pompeo, l’artista era un affermato ritrattista e anch’egli attivo nel grande cantiere delle sculture destinate al Duomo di Milano; la sua maggiore mecenate fu la contessa Laura Visconti Ciceri, per la quale licenziò il gruppo marmoreo della Carità Cristiana posta sul frontone dell’ospedale Fatebenesorelle, fondato dalla contessa (Milano, Ospedale Fatebenefratelli) e le statue a figura intera della nobildonna e della figlia che ornano l’atrio del medesimo edificio.
La statua di Giocondo Albertolli, fu portata a termine nel 1842 e apprezzata per la rassomiglianza ottenuta probabilmente dallo studio di alcuni ritratti come il dipinto di Carlo Gerosa (Accademia di Brera) e l’incisione di Giuseppe Cornienti del 1838 su disegno di Pietro Anderloni: in entrambi, l’anziano professore mostra, appuntata sul petto, l’onorificenza della Croce di ferro, conferitagli dall’imperatore d’Austria per i suoi meriti artistici e culturali.
Con la mano sinistra il maestro regge una lastra marmorea su cui è inciso uno dei suoi celebri ornamenti, allusione alle tavole che illustrano i suoi volumi; con l’altra trattiene il mantello che lo avvolge, quasi una sorta di toga da magistrato romano, dalla quale sporgono le scarpe con elegante fibbia. Una soluzione che era stata scelta dal fratello Pompeo Marchesi per la statua di Cesare Beccaria (1837) posta sullo scalone d’Onore del Palazzo di Brera. Con l’adozione di abiti contemporanei, ma morbidamente panneggiati – la veste da camera indossata dal Beccaria, il mantello di Albertolli – i due fratelli scultori cercavano di accogliere le istanze del Romanticismo che invocava la verità storica coniugandole con il rigore classico che per molti scultori appariva ancora l’unica via adatta alla grande scultura.

Scarica l'immagine ad alta risoluzione TITOLO Monumento a Giocondo Albertolli
AUTORE Luigi Marchesi
DATA 1842
MATERIA E TECNICA Marmo
TECNICA OPERA Scultura
SALA Cortile

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