


Giovani donne, anziane, uomini e bambini sono indaffarati in un interno di cucina. Tra le quattro scene dipinte la Cucina, che rappresenta con probabilità un’allegoria del Fuoco, è quella che più si avvicina ai modelli fiamminghi che raffiguravano ambienti domestici, conosciuti da Vincenzo presso la corte di Parma. L’episodio del bue squartato e del bambino deformato dallo sforzo di soffiare nella vescica dell’animale esemplificano il gusto per il grottesco derivato dagli studi di Leonardo sulle espressioni.
Didascalia d’autore
“Pentole tirate a lucido, uova luccicanti, formaggio grattugiato bianco come la neve. Fronti imperlate di sudore, candidi lini. La luce fa rimbalzare i nostri occhi curiosi su tutto quel daffare. La luce è al lavoro, come il cuoco, come il pittore, e trasforma un caos allegro in un ordine che dà sollievo. Sullo sfondo fluttua un fresco porto verdeggiante, la tovaglia serena attende che penne, interiora e sangue vengano trasformati per magia in un banchetto, gli involucri croccanti dei timballi dorati come il crepuscolo là fuori.”
Lisa Hilton

AUTORE Vincenzo Campi
DATA 1578 - 1581
MATERIA E TECNICA Olio su Tela
DIMENSIONI cm 145 x 220
INVENTARIO 476
SALA XV
Opera esposta