22-24 SETTEMBRE 1943.
MEINA, PICCOLO PAESE SULLA SPONDA PIEMONTESE DEL LAGO MAGGIORE.
Queste le date e il luogo dove si realizzó il primo massacro intenzionale di ebrei italiani, uccisi perché ebrei, espressione funesta della “soluzione finale” di Hitler.
Oltre alla necessità storica di ricordare il passato perché non si ripeta, un obbligo morale quando si tratta di genocidi come la Shoah, è anche importante ricordare come le persone, indipendentemente dalla loro estrazione sociale, trovino sempre il modo di resistere alle ondate di razzismo, intolleranza e paura dell’Altro che sembrano sommergere gli esseri umani con desolante regolarità.
MA COSA C'ENTRA TUTTO QUESTO CON UN MUSEO?
Il compito del museo è profondamente contemporaneo: è un continuo riportare il passato nel presente, per creare il futuro. Se il museo smette di ricordare, se gli storici smettono di scrivere e i cittadini di resistere, rischiamo di tornare agli orrori che pensavamo di esserci lasciati alle spalle per sempre.
Il massacro dell’Hotel Meina è profondamente legato alla storia e alla vita di persone significative per la storia della Pinacoteca di Brera:
FERNANDA WITTGENS, GIANNI MATTIOLI, ALDO BASSETTI
Quella del primo massacro degli ebrei, avvenuto settantacinque anni fa, è la loro storia, che occorre tornare a scrivere per non dimenticare.