8 fondamentali per migliorare l’accessibilità, il valore e l’importanza del palazzo per la città sul piano civico. In secondo luogo, questa visione si traduce in un completo riallestimento delle collezioni permanenti e nell’attesa esposizione delle straordinarie collezioni di arte moderna della Pinacoteca nel vicino Palazzo Citterio, come proposto da Russoli circa cinquant’anni fa. Ciò vuol dire anche opporsi alla prassi di tenere artificialmente alto il numero di visitatori con mostre temporanee cosiddette “blockbuster”. Responsabile del rilancio di questo genere di mostre fu l’allora direttore del Met di New York Thomas Hoving, che sperava in tal modo di indurre i visitatori a rivedere le collezioni permanenti del museo. Oggi queste mostre sembrano più che altro dei mostri: non fanno altro che cannibalizzare i musei ospitanti, stimolando l’appetito del pubblico con l’apertura di nuove ale museali ed edifici ad hoc che distolgono l’attenzione dalle collezioni storiche del museo e dalla sua missione pubblica. Nel caso della Pinacoteca, la cui collezione permanente vanta una gamma pressoché impareggiabile di capolavori di Mantegna, Tiziano, Bellini, Veronese, Piero della Francesca e Raffaello, per nominarne soltanto alcuni, la strategia delle mostre “blockbuster” apparirebbe come un atto di lesa maestà. Come primo passo di tale percorso, che prevede un riallestimento delle 38 sale della Pinacoteca da effettuare nei prossimi tre anni, abbiamo scelto di promuovere una serie di “dialoghi”, durante i quali una o più opere “ospiti” provenienti dalle più importanti collezioni del mondo entrano in “conversazione” con uno dei capolavori di Brera. Il primo di questi dialoghi ha visto protagonisti Pietro Perugino (pseudonimo di Pietro Vannucci) e il suo giovane allevo Raffaello Sanzio di Urbino, noto come Raffaello. Questa “conversazione the neighbouring Palazzo Citterio, as Russoli had originally intended nearly fifty years ago. It also means turning our backs on the practice of artificially keeping visitor numbers high with temporary “blockbuster” exhibitions. Since they first made their reappearance at the Metropolitan museum under the leadership of Thomas Hoving, who saw them as a way to encourage visitors to return to the museum’s permanent collections, blockbusters have become a kind of monster, cannibalising their host museums, and giving birth to entire wings and new buildings to feed the public appetite for shows that only serve to divert attention from the museums’ core collections and public mission. In the case of the Pinacoteca, where the permanent collection is almost unparalleled in its range of masterpieces by Mantegna, Titian, Bellini, Veronese, Piero della Francesca and Raphaël to name only a few, the strategy of hosting blockbusters is almost an act of lesé majesté. Taking the first step on this path, which will see the 38 rooms of the Pinacoteca re-installed in the coming three years, we chose to base the re-installation of the museum’s collection a series of “dialogues whereby we invite one or more “guests” from the world’s leading collections to “converse” with one of the Brera’s own masterpieces. The first of these dialogues was between Pietro Perugino (born Pietro Vannucci) and his younger pupil, Raffaello Sanzio di Urbino, known as Raphaël. This visual conversation between master and pupil was the fulcrum around which we reinstalled the four preceding rooms, with new lighting, new wall colours, new seating, and new informative labelling. Nicolaus Copernicus (1473-1543) was a Renaissance mathematician and astronomer who proposed a model of planetary motion that placed the sun, rather than the earth at the centre of the universe. Although this thesis was first published in 1506, the complete