11 andare oltre l’obiettivo della mera gestione del patrimonio culturale. Nella relazione pronunciata nel 1971 presso l’ICOM (l’organizzazione internazionale dei musei e degli operatori museali) dal titolo Il museo come elemento attivo nella società Russoli esortò gli operatori museali ad agire secondo i seguenti principi: Ad ammonire che tale istituzione non deve essere considerata (o non deve essere considerata soltanto) un tempio, una camera del tesoro, un archivio, un laboratorio, uno strumento di informazione a diversi livelli culturali, un luogo di ricerca specialistica. A ricordare che il materiale che il museo conserva deve essere messo a disposizione dell’uomo in modo tale che questi possa attingervi non soltanto nozioni e piaceri, ma anche e soprattutto idee in una libera presa di coscienza. [...] Occorre dimostrare che museo significa tutt’altro da ciò che si crede sia un museo. E credo che la via più diretta ed efficace per farlo, e per salvare così anche tutte le altre sue funzioni istituzionali e specialistiche, sia proprio potenziare al massimo l’immagine del museo come crogiuolo e produttore di cultura [...]. Deve essere un luogo dove si va per alimentare i propri problemi di conoscenza, più che per subire alienanti e coercitive lezioni. Così, alla maniera di Keplero e Galileo, oggi a Brera puntiamo ad attuare una rivoluzione già prevista circa cinquant’anni fa da Franco Russoli: una rivoluzione che ponga al centro del nostro mondo il visitatore, non l’istituzione. opposite of what people generally consider a museum to be. And I believe that the most direct and the most effective way of doing this, and thus also of saving all its other institutional and specialist functions, is precisely to strengthen the museum’s image as a crucible and generator of culture in its own right [...]. It must be a place where people go to grapple with their own problems of knowledge rather than to have to put with alienating and mind-numbing lessons. So we find ourselves at Brera today, in the manner of Kepler and Galileo, building on a revolution already foreseen nearly fifty years ago by Franco Russoli – a revolution in which the visitor, not the institution, is at the centre of our world.