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Lalla Romano e la generazione dei nostri antenati
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04/02/2017 Sala Lalla Romano presso la Biblioteca Nazionale Braidense (Via Brera 28, Milano)

Lalla Romano e la generazione dei nostri antenati

Il tema scelto per l’incontro deriva dal sottotitolo del libro Addii, fischi nel buio, cenni di Silvio Perrella, pubblicato da Neri Pozza e che l’autore viene a presentare.

Lalla Romano e la generazione dei nostri antenati Orario: 11.00

Dove: Sala Lalla Romano presso la Biblioteca Nazionale Braidense (Via Brera 28, Milano)

Ingresso: Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti.

Con Silvio Perrella.
Presenta Gabriella D’Ina;
coordina Antonio Ria.

Il suo rapporto con Lalla Romano risale all’inizio degli anni Novanta, quando la incontrò in una libreria di Napoli, «dopo la presentazione del premio “Isola D’Arturo” da lei vinto», come le scrive in una lettera dell’11 febbraio 1990, conservata nell’Archivio Lalla Romano, nella quale allega anche una sua recensione a Nei mari estremi, pubblicata su “Il Mattino” di Napoli e ora anche nel suo libro Addii, fischi nel buio, cenni. E in questo libro Perrella inserisce Lalla Romano in quella che chiama appunto “la generazione dei nostri antenati”. Che comprende – fra gli altri – Italo Calvino, Leonardo Sciascia, Goffredo Parise, Beppe Fenoglio, Domenico ed Ermanno Rea, Danilo Dolci, Primo Levi, Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese e Raffaele La Capria: una compagnia che sicuramente Lalla Romano avrebbe apprezzato e condiviso. In questi autori – nota Perrella – «gesto stilistico e gesto vitale spesso coincidono o almeno si apparentano. Perché scrivere e vivere non erano per loro due fenomeni disgiunti». (In un intervista a Lalla Romano, pubblicata ne L’eterno presente, alla domanda che “cos’è per te la scrittura?”, risponde «È la mia maniera di essere»).
Nati tra le due guerre mondiali, a volte nello stesso anno in cui nacque il fascismo, questi scrittori – Scrive Perrella – «ebbero la possibilità di essere giovani donne e giovani uomini in un momento in cui l’Italia da monarchica diventava repubblicana e sembrava lasciarsi alle spalle il retaggio del precedente regime. Chi in un modo, chi in un altro, hanno contributo, sia pure indirettamente, a scrivere la Costituzione». E prosegue:« La generazione dei nostri antenati fu per ragioni insieme storiche e anagrafiche l’ultima generazione dei padri e delle madri. Quelle che vennero dopo, distanziate anche di pochissimi anni, furono invece le generazioni dei figli. Figli e figli dei figli».
 

Si ricorda che non si può entrare in Sala a incontro iniziato.
 

Per informazioni:

Info: 348.5601217
www.lallaromano.it

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